La classificazione e differenziazione delle discipline sportive prevede la categoria degli “Sport Tecnico-compositori con valutazione qualitativa della forma”.
Sono definite tecnico combinatorie tutte le discipline caratterizzate da attività in cui il risultato e il fine dipendono dalla combinazione di diversi movimenti tra loro legati e dall’esecuzione e combinazione di gesti di crescente complessità col procedere della maturità tecnica” (Rampinini 1982) .
Gli sport tecnico combinatori sono tutte quelle discipline che hanno alla loro base la tecnica, la precisione, l’economicità del gesto e la riduzione massima degli errori.
Molte delle discipline che ne fanno parte sono rappresentate ai Giochi Olimpici estivi e invernali, altre, che non sono olimpiche, partecipano ai World Games e altre ancora hanno una diffusione meno globale.
Le discipline sportive Tecnico Combinatorie possono essere raggruppate in base agli ambienti nei quali si svolgono: a terra, in acqua, sul ghiaccio, in aria e con l’impiego di animali.
Nell’ambiente terra troviamo tutti i settori della Ginnastica e la Danza Sportiva, in acqua i settori Tuffi e Nuoto Sincronizzato, sul ghiaccio tutta la famiglia degli sport olimpici invernali coreografici, in aria l’attività molto particolare di Paracadutismo Sportivo Acrobatico e infine anche discipline tecnico-compositorie a cavallo quali il Dressage e il Vaulting.
In tutti questi casi il risultato della gara dipende dalla valutazione di una giuria. La particolarità di questa valutazione sta nel fatto che oltre ad essere tecnica è anche una valutazione estetica e coreografica. Per questa ragione, la competizione è legata sia alla complessità dei gesti combinati che all’esecuzione fluida, elegante, spettacolare, coinvolgente e precisa di figure, spesso eseguite su brani musicali di diverso tipo a seconda della disciplina svolta.
Il termine coreografia, di origine greca e composto dalle parole choréia (danza) e graphè (scrittura), indica l’arte di comporre successioni di movimenti descrivendo le figure e la disposizione nello spazio scenico di singoli e gruppi. Tali figure sono armonizzate con il ritmo, la musica e i vari elementi dello spettacolo. Nel tempo il termine è giunto a indicare qualsiasi movimento ritmico collettivo e non, con cui si voglia realizzare un’impressione di ordine estetico sul pubblico. Obiettivo della coreografia è la ricerca di una perfetta relazione tra tecnica ed espressività.
Nelle discipline sportive che prevedono la realizzazione di una coreografia, la composizione di un esercizio è un momento fondamentale perché i criteri di costruzione e i contenuti tecnici determineranno il risultato finale, insieme alla corretta esecuzione. È un momento di creatività che prevede la scelta della musica, laddove è utilizzata, l’impostazione dello stile che si vuole evidenziare, la migliore interpretazione della musica attraverso il movimento, la ricerca di collegamenti originali, lo studio delle direzioni ; inoltre deve essere anche un momento di razionale inserimento di difficoltà e di movimenti complessi che faranno risaltare la qualità e la preparazione tecnica dell’atleta.
Bisogna specificare che il senso della coreografia in ambito sportivo è molto diverso rispetto alla coreografia nella danza. In termini sportivi, la coreografia non è solo fruizione d’arte ma è oggetto di valutazione. Le performances non devono solo catturare l’attenzione dello spettatore, generare emozioni e di conseguenza applausi; devono colpire una giuria in modo tale da poterle consentire di esprimere un giudizio, attraverso un voto, da cui poi sarà stilata una classifica e decretato un vincitore.
Per vincere bisogna “convincere”. I sistemi valutativi cercano sempre più di utilizzare parametri quantitativi per misurare aspetti qualitativi; ciononostante la creatività, l’originalità e la capacità di emozionare sono temi decisamente legati al filtro della soggettività; sono aspetti poco misurabili oggettivamente e quindi legati ad un “giudizio” personale più che ad una “valutazione” condivisibile da tutti.
Vale più la “Nona” di Beethoven o le “Quattro Stagioni” di Vivaldi……….. la “Gioconda” di Leonardo da Vinci oppure i “Girasoli” di Van Gogh?
L’articolo vuole essere in parte una provocazione e lascia intendere che una parte del risultato in questi sport, anche se minima, resta ancora frutto di soggettività…pertanto elemento di imprevedibilità per chi si accinge a studiare e applicare nel dettaglio una preparazione complessiva dell’allenamento! Siamo abituati a pensare all’allenamento come scienza…quindi prevalentemente oggettivo, mentre in questi sport l’allenamento e la prestazione sono anche “arte” , quindi afferenti alla sfera personale ed emozionale di chi costruisce e allena, di chi esegue e di chi ha il difficile compito di giudicare una prestazione!
Bibliografia:
1. AA.VV.: “Enciclopedia illustrata dello sport.”Fabbri Ed. , Milano 2001
2. Scotton C.: “Classificazione tecnica delle Specialità Sportive .” , Calzetti Mariucci Ed., Perugia 2003
3. Scotton C.: “Tecnica sportiva, Forma e Valutazione del Movimento” , 79 9-12-2008 SdS
4. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli.