24 ottobre 2024

Le demenze rappresentano una delle sfide più rilevanti della salute pubblica mondiale, con oltre 55 milioni di persone affette a livello globale, cifra destinata a crescere fino a 132 milioni entro il 2050.

La malattia di Alzheimer è la forma più comune, rappresentando circa il 54% di tutti i casi di demenza negli anziani. Le stime indicano che ogni anno si registrano circa 150.000 nuovi casi di demenza solo in Italia, con un forte impatto economico e sociale.

Nonostante i progressi scientifici, non esiste ancora una cura definitiva per la demenza o per l’Alzheimer. Tuttavia, è sempre più evidente il ruolo cruciale che lo stile di vita può avere nella prevenzione e gestione della malattia. In particolare, l’attività fisica regolare è stata ampiamente studiata e associata a un significativo miglioramento delle funzioni cognitive e a una riduzione del rischio di sviluppare la demenza. Essa è riconosciuta non solo come strumento preventivo, ma anche come intervento terapeutico per ritardare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione

Numerosi studi dimostrano che l’attività fisica regolare può ridurre significativamente il rischio di demenza, fino al 45% in alcuni casi. Le persone che mantengono uno stile di vita attivo tendono a preservare le loro capacità cognitive più a lungo rispetto a quelle sedentarie. L’esercizio aerobico è particolarmente efficace, grazie alla sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna cerebrale, aumentare la neurogenesi e promuovere la plasticità sinaptica.

Inoltre, è stato dimostrato che l’attività fisica regolare aumenta i livelli del fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), una proteina essenziale per la sopravvivenza e la crescita delle cellule neuronali. I pazienti affetti da Alzheimer presentano livelli ridotti di BDNF, il che suggerisce che l’esercizio fisico possa essere un potente intervento per contrastare il declino cognitivo.

Attività fisica e gestione delle malattie

Non solo l’attività fisica è efficace nella prevenzione delle demenze, ma anche nella gestione della malattia una volta diagnosticata. Studi recenti indicano che programmi di esercizio fisico mirato possono migliorare le funzioni cognitive anche in pazienti affetti da decadimento cognitivo lieve (MCI), ritardando la progressione verso forme più gravi di demenza. In particolare, esercizi aerobici combinati con la stimolazione cognitiva hanno dimostrato di avere un impatto positivo sulle capacità cognitive nelle fasi iniziali della malattia.

Un altro aspetto rilevante è la capacità dell’esercizio fisico di ridurre i sintomi neuropsichiatrici associati alla demenza, come ad esempio la depressione, l’agitazione e l’ansia. Questi miglioramenti sono attribuibili all’aumento dei neurotrasmettitori e alla riduzione dei marcatori infiammatori, che riducono lo stress ossidativo e promuovono il benessere psicologico del paziente.

Prevenzione delle cadute e miglioramento della qualità della vita

La riduzione del rischio di cadute è un altro beneficio fondamentale dell’attività fisica nei pazienti affetti da demenza. Le cadute rappresentano una delle principali cause di disabilità nei pazienti con demenza, con un rischio particolarmente elevato di fratture e complicazioni associate. L’attività fisica regolare ha dimostrato di ridurre il rischio di cadute fino al 31% nei pazienti con demenza, migliorando di conseguenza le attività quotidiane e la qualità della vita.

Conclusione

In un contesto in cui non esiste ancora una cura per la demenza, l’esercizio fisico rappresenta una delle strategie più promettenti per ridurre il rischio e gestire i sintomi della malattia. Non solo migliora la funzione cognitiva, ma agisce anche sul benessere psicologico e fisico del paziente, riducendo il rischio di cadute e migliorando la qualità della vita. Promuovere uno stile di vita attivo, in combinazione con altri interventi non farmacologici come la stimolazione cognitiva e una dieta sana, può essere determinante per contrastare l’impatto crescente della demenza nella popolazione globale.

Riferimenti

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