Introduzione alla Eudemonia nel Gioco

Il concetto di eudemonia, introdotto da Anna Kaiser nel suo “Genius ludi” (1995), associa l’esperienza ludica alla ricerca del benessere e della felicità. In questa prospettiva, il gioco assume una natura autotelica, poiché possiede il proprio fine in sé stesso e non risponde a imposizioni esterne. Quando il gioco è libero da regole obbligate – una condizione descritta come anomia – esso si integra profondamente con lo spirito umano, diventando un’attività espressiva e spontanea.
Il Corpo come Primo Strumento di Gioco
Il Piacere Funzionale del Movimento
Per il bambino, il corpo rappresenta il primo oggetto disponibile per esplorare il mondo, combattere la noia e sperimentare il piacere funzionale del movimento. È una presenza costante e sempre accessibile, a differenza degli oggetti esterni che sono temporanei o mutevoli. Il corpo diventa dunque la prima fonte di stimolazione, un mezzo privilegiato per scoprire la propria capacità di agire sul mondo e produrre eventi.

Il Corpo in Gioco come Processo di Assimilazione
L’Apporto della Teoria di Piaget
Secondo Jean Piaget (1945), il gioco rappresenta un processo cognitivo di assimilazione: il bambino ingloba le nuove esperienze all’interno degli schemi già acquisiti. Attraverso la ripetizione di azioni apprese, il bambino prova piacere funzionale, consolida competenze e rafforza l’autostima.
Dalla Ripetizione alla Complessità
Le condotte ludiche diventano progressivamente più complesse e si combinano tra loro, generando nuovi schemi di azione. Sebbene strutturati, questi schemi conservano la caratteristica fondamentale del gioco: l’assenza di una finalità adattiva immediata. Il gioco rimane un’attività libera, guidata dal piacere, non dall’utilità.
Evoluzione delle Condotte Ludiche
Dal Gioco Imitativo al Gioco Complementare

Con la crescita, i bambini passano dalla semplice imitazione a forme di gioco complementare, in cui sono capaci di rispondere alle iniziative degli altri. Il gioco diventa così anche un terreno relazionale e sociale, dove si sviluppano competenze collaborative e comunicative.
Cambiamenti Cognitivi e Motori
L’interazione con gli oggetti si trasforma con l’età, richiedendo:
- attenzione sostenuta,
- integrazione di diversi sistemi motori,
- coordinazione di più segmenti corporei,
- capacità di considerare molteplici dimensioni della realtà,
- passaggio dalla semplice ripetizione a sequenze complesse e organizzate.
Queste trasformazioni riflettono significativi progressi cognitivi: i bambini imparano a decentrarsi, a focalizzarsi su aspetti diversi e a costruire schemi mentali più articolati.
La Funzione del Gioco con Oggetti nello Sviluppo
Il gioco con oggetti facilita l’acquisizione di nuove competenze e libera energie cognitive che possono essere impiegate in sviluppi successivi. Esso aiuta il bambino a esercitare controllo su specifiche abilità e prepara il terreno per apprendimenti più complessi.














