Come allenare i muscoli extrarotatori della spalla

Come allenare i muscoli extrarotatori della spalla
27 febbraio 2014

In palestra vengono spesso proposti esercizi per migliorare la postura della spalla e del tronco attraverso l’allenamento dei muscoli extrarotatori.

Proprio analizzando gli esercizi mirati ai muscoli extrarotatori, alcune domande sorgono spontanee: li alleniamo veramente? Se si, è nel modo corretto? Prima di tutto vediamo quali sono i muscoli extrarotatori di spalla e perché è importante rinforzarli:

  1. Sovraspinato
  2. Sottospinato
  3. Piccolo rotondo

Questi piccoli muscoli a differenza dei grandi intrarotatori di spalla (gran dorsale, gran pettorale, gran rotondo e sottoscapolare) sono spesso deboli e, non riuscendo a mantenere la posizione neutra di spalla, cedono alla trazione in rotazione interna, che è più forte. In tale contesto, assume grande importanza il rinforzo dei muscoli deputati alla rotazione esterna di spalla mantenendo l’elasticità dei muscoli intrarotatori. Esistono diversi esercizi e tra quelli più comunemente proposti nelle palestre, ne esaminiamo uno specifico, mostrato in figura 1.

Questo esercizio viene spesso fatto eseguire al soggetto con braccia addotte ai fianchi, gomiti flessi a 90° utilizzando manubri come sovraccarichi e facendo ruotare esternamente le braccia. Analizzando questo movimento si evince che:

A) La forza peso del manubrio non si esprime in direzione uguale a quella del movimento e nel verso opposto, per cui il sovraccarico non influisce sull’aumento dell’intensità durante l’esecuzione dell’esercizio;

B) Le braccia addotte, spesso proprio come richiesta di mantenere il gomito più possibile vicino al fianco, attivano di conseguenza i muscoli adduttori del braccio che sono proprio gli stessi che agiscono come intrarotatori della spalla (gran dorsale, gran pettorale, gran rotondo e sottoscapolare), quindi si genera un conflitto di lavoro tra muscoli che esprimono azioni opposte, sempre a favore dei muscoli più forti, gli intrarotatori;

C) Mantenendo un sovraccarico a braccio flesso a 90° viene attivato in contrazione isometrica il muscolo bicipite brachiale che, facendo punto fisso sull’avambraccio, tende ad anteporre ed abbassare la testa dell’omero, limitando così il movimento di extrarotazione della spalla. Questo tipo di errori di compenso non solo non risolvono il problema posturale iniziale ma possono inoltre aumentare i dolori alla spalla. Per questo, è importante l’utilizzo di esercizi specifici e corretti biomeccanicamente, tra cui quelli riportati in figura 2 e 3.

L’esercizio in fig. 2 viene proposto a braccia abdotte a 90°, gomito flesso a 90° partendo con le mani all’altezza delle spalle e chiedendo di ruotare esternamente le braccia in maniera alternata. I vantaggi che si traggono da questo esercizio (rispetto al precedente) dipendono da:

A) la posizione in abduzione mantenuta durante l’esercizio, che attiva il muscolo deltoide, impedendo così l’azione dei muscoli adduttori che sono anche intrarotatori;

B) il gomito flesso che, non richiedendo una continua contrazione del bicipite brachiale, evita l’atteggiamento di anteropulsione di spalla precedentemente descritto;

C) la direzione ed il verso del movimento che coincidono con l’azione muscolare che si vuole effettuare e con la forza peso del sovraccarico utilizzato;

D) un braccio mantenuto nella posizione iniziale esegue una contrazione isometrica mentre l’altro esegue una contrazione isotonica, favorendo maggiormente il rinforzo muscolare e la correzione posturale.

Lo stesso esercizio in una fase più avanzata, quando il soggetto controlla bene il movimento e ha migliorato già la sua postura di intrarotazione di spalla, può essere proposto come in figura 3, utilizzando un lavoro bilaterale isotonico in entrambe le braccia.

Per concludere, avendo visto come un semplice esercizio così comune e diffuso potrebbe essere inefficace e spesso dannoso, consiglio a tutte le persone che si avvicinano all’attività fisica, di affidarsi a professionisti esperti e competenti, al fine di migliorare sia il proprio stato di benessere fisico sia la propria performance sportiva.

Bibliografia: cenni di biomeccanica muscolare tratti da : “Il movimento umano applicato alla rieducazione e alle attività sportive” di Vincenzo Pirola.

 * Un particolare ringraziamento ad Alarico Cammarota per il materiale fotografico, e a mia madre Enza, senza la cui collaborazione e il prestarsi ed eseguire gli esercizi, questo lavoro non potrebbe essere stato realizzato.

Alberto Falcone
Trainer ATS
Dottore in Scienze Motorie
Fisioterapista

Miglior-Libro-Ginnastica-in-Gravidanza-ATS
Scienza-in-Danza-Libro-Scienze-Motorie
Tennis-Libro-Scienze-Motorie
Giuseppe-Coratella-Libro
Nutrizione-Funzionale-Scienze-Motorie
Cadaver-Lab-Scienze-Motorie-2025
BFRT-Blood-Flow-restriction-Training-Italia

Articoli Correlati

Dottoressa con stetoscopio ascolta la schiena di una bambina con i capelli legati in una coda di cavallo e una sciarpa. In basso, la scritta 'Quando finisce l'infanzia?' e il logo di scienze motorie.com

Infanzia: quando finisce? E l’adolescenza?

Quando finisce l’infanzia? E quando finisce l’adolescenza? Infanzia e Adolescenza Quando finisce l’infanzia? Questa è la domanda che i ricercatori internazionali si stanno ponendo cercando di indicare le linee per i limiti di età per i servizi pediatrici in tutto il mondo. Quando finisce l’infanzia? E quando finisce l’adolescenza? Nel mondo ci sono chiare differenze sui limiti che […]

Donna anziana che esegue esercizi con pesi per l'attività fisica nei soggetti affetti da morbo di Parkinson, con luce naturale che entra dalla finestra. nella parte bassa dell'immagine si nota il logo di ScienzeMotorie.com

Attività fisica adattata nei soggetti parkinsoniani

Il morbo di Parkinson Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che provoca disfunzioni motorie e cognitive. Tale patologia è il risultato di un danno alla via nigrostriatale dopaminergico del mesencefalo, che si traduce in una riduzione del neurotrasmettitore di dopamina. Ciò comporta per il soggetto sintomi quali: bradicinesia, rigidità, tremore a riposo, instabilità […]

Primo piano di un occhio azzurro con dettagli dell'iride e della pupilla, con sovrapposizioni grafiche tecnologiche che simboleggiano un sistema di mira. In basso il testo "Funzione del Controllo Visivo" e il logo di Scienze Motorie.

La funzione del controllo visivo in presenza di distrattori percettivi

Analisi dei tempi di reazione in una riconfigurazione del fuoco attentivo in presenza di distrattori percettivi rapportata ad una funzionalità nello sport. Le due visioni Il senso visivo è il solo che ci informa contemporaneamente sulla simultaneità e sul successivo: cioè sullo spazio e sul tempo. L’informazione sulla totalità dello spazio è procurata dalla visione […]

Due persone in palestra accanto a una pedana di forza; una esegue un salto mentre l'altra osserva, con il testo "Differenze tra pedane di forza e pressorie" in basso assieme al logo di Scienze Motorie

Differenze tra pedane di forza e pedane pressorie

Differenze tra pedane di forza e pedane pressorie Nell’ambito dell’analisi del passo è frequentissimo incontrare persone che confondono a cosa è direzionata l’analisi delle forze durante il passo e a che cosa è direzionata durante l’analisi delle pressioni. Pedane di forza Le pedane di forza sono strumentazioni che funzionano attraverso delle celle di carico, uno […]

Sequenza di scheletri in movimento che illustra un’analisi biomeccanica del camminare e correre, con il testo "Analisi biomeccanica del movimento" e il logo di Scienze Motorie a destra.

Analisi biomeccanica del movimento attraverso i grafici angolo-angolo

Analisi Biomeccanica La biomeccanica è la disciplina che studia il movimento umano, descrivendolo in termini sia qualitativi che quantitativi. Nelle analisi biomeccaniche e più in genere nella misurazione del movimento umano si è soliti trasporre in forma grafica e in funzione del tempo alcune variabili. Come ad esempio la distanza, gli angoli etc (Enoka, 2008). […]

Confronto visivo tra un fegato sano e un fegato affetto da steatosi epatica, con dettagli cellulari e accumuli di grasso evidenziati. In basso a destra è presente il logo di ScienzeMotorie.com

Steatosi epatica

La steatosi epatica, patologia detta anche ‘fegato grasso ‘ è la condizione che si verifica quando la percentuale di grasso nel fegato supera il 5% senza la presenza di altre patologie di danno epatico. La malattia è caratterizzata da infiltrazione di grasso nel fegato, principalmente sotto forma di trigliceridi, che viene accumulato all’interno delle cellule […]

Live Chat
assistance banner image
Whatsapp
Messenger
800.19.35.40