Taijiquan, Qi Gong e Malattie Autoimmuni

Taijiquan, Qi Gong e Malattie Autoimmuni
10 gennaio 2018

Oggi andiamo a parlare di come le discipline orientali del Taiji e del Qi Gong possono essere di aiuto nel contrastare quelle patologie definite di carattere autoimmune, ovvero dove il sistema immunitario si comporta, invece che come uno strumento di difesa dell’organismo, come uno strumento di offesa arrivando a danneggiare anche seriamente l’integrità dell’organismo stesso.

Il fenomeno dell’autoimmunità è decisamente più presente nelle donne rispetto agli uomini: per alcune malattie autoimmuni, come le tiroiditi, il rapporto femmina – maschio è 20 a 1 (Francesco Bottaccioli, 2005)

Ma prima di passare in rassegna quelli che sono gli studi in merito, è opportuno fare una brevissima premessa sul Taiji e sul Qi Gong; queste discipline sono diverse solo da un punto di vista formale e non nella sostanza. Chi le pratica sa benissimo che i punti di lavoro sono strettamente interconnessi e che una pratica di Taiji richiede una pratica anche del Qi Gong. Pertanto l’oggetto di studio e di indagine è lo stesso: questo è talmente vero che è stata proposta una nuova categoria di esercizio per la salute che va sotto il nome di Meditative Movement (includente, oltre al Taiji e al QI Gong, anche lo Yoga e il Pranayama)(Larkey L, Jahnke R, Etnier J, Gonzalez J. 2009).
La seguente categoria, secondo gli stessi autori, presenta delle caratteristiche specifiche:

  • Una qualche forma di movimento o posizione del corpo;

  • Attenzione focalizzata sulla respirazione;

  • Una ricerca di calma mentale;

  • Uno stato di profondo rilassamento.

Nelle malattie autoimmuni, quali ad esempio artrite reumatoide, lupus, sclerosi multipla, si registra un’anomala reazione infiammatoria dell’organismo. L’infiammazione è infatti il processo che innesca la reazione immunitaria; elemento quindi indispensabile per contrastare gli agenti patogeni (virus, batteri). L’infiammazione quindi di per sé è una risposta necessaria e vitale per l’organismo. Ciò che davvero conta diviene il controllo, la modulazione della risposta immunitaria.

La prima ondata infiammatoria è ad opera di sostanze già largamente disponibili: istamina, serotonina, bradichinina e fattore attivante le piastrine rappresentano il processo stesso dell’infiammazione. L’istamina rappresenta un potente vasodilatatore. La serotonina, per la sua azione sul sistema nervoso, può determinare alterazioni quali nausea e performance cognitiva oltre che ad influenzare l’umore. Il fattore attivante le piastrine stimola le cellule immunitarie a produrre mediatori dell’infiammazione (leucotrieni), innescando così un circolo vizioso.

Fino ad ora abbiamo visto chi sono i principali attori dell’infiammazione. Ma chi o cosa la innesca? Quali sono i mediatori chimici che la determinano?

Sono le citochine, le quali rappresentano le parole con cui il corpo comunica. Tra queste, in senso prettamente infiammatorio, spiccano la cosiddetta interleuchina 1 (IL1), l’IL6 e il TNF (tumor necrosis factor o fattore di necrosi tumorale). L’IL1 si presenta come la più potente citochina infiammatoria, capace di penetrare la barriera emato – encefalica, stimolando il cervello a rilasciare prostaglandine (PGE2). In questo modo viene dimostrato come l’infiammazione possa arrivare fin dentro il cervello  (M. Ek et. al., 2001). Inoltre l’IL1 si dimostra un amplificatore della risposta infiammatoria, andando a stimolare la produzione di altre citochine infiammatorie come la IL6.

Il TNF invece agisce come segnalatore multiplo dell’infiammazione e viene attivato da diversi fattori quali IL1, radicali liberi, tumori (da cui il nome), mediatori dell’infiammazione. Una sua sovrapproduzione è in grado di attivare l’asse ipotalamo – ipofisi – surrene (conosciuto anche come asse dello stress) con conseguente produzione di cortisolo. E proprio a proposito di stress, questo è altamente correlato con la risposta infiammatoria perchè lo stress cronico porta ad un’azione immunosoppressiva e facilita le reazioni infiammatorie. In condizioni acute invece lo stress può migliorare la risposta immunitaria (Dhabhar F.S., 2009).

Persone affette da lupus eritematoso sistemico (LES) hanno mostrato un peggioramento della sintomatologia in concomitanza di eventi stressanti (stress quotidiano); peggioramento che si protrae per qualche giorno e misurabile attraverso parametri immunitari (Peralta-Ramírez MI et. al., 2004). È altrettanto vero che, se sottoposte a programmi anti stress, le persone affette da LES mostrano un significativo miglioramento di tutti i parametri studiati sia a livello di dolore che di funzione fisica e psicologica  (Greco CM et. al., 2004).

La pratica del Qi Gong e del Taijiquan ha il fondamentale effetto di modulare la risposta infiammatoria,

diminuendo l’attivazione dell’asse dello stress che, come abbiamo visto, porta a effetti soppressivi sull’immunità e favorisce ed incrementa il processo infiammatorio. Regola quindi il rilascio delle citochine infiammatorie e rinforza l’azione delle immunoglobuline e delle natural killer, migliorando quindi nel complesso la funzione immunitaria e riducendo il profilo infiammatorio (Roger Jahnke et. al., 2010). Un altro studio (A. Han et. al., 2004) riporta un netto miglioramento della qualità del movimento riferito agli arti inferiori (anca e caviglia) nelle persone colpite da artrite reumatoide evidenziando come la pratica del Taiji si riveli di grande beneficio nel contrastare gli effetti della malattia.

Inoltre l’artrite reumatoide si comporta come ulteriore fattore di rischio per problematiche cardiovascolari: è suggerito che la pratica del Taiji migliora la disfunzione endoteliale e la rigidità arteriosa nelle donne anziane con artrite reumatoide, suggerendo che può essere una strategia comportamentale utile per la prevenzione cardiovascolare nei pazienti con artrite reumatoide (Shin JH et. al., 2015).

Conclusioni:

In conclusione, la ricerca ha dimostrato risultati costanti e significativi per una serie di benefici per la salute in RCT, evidenziando i progressi verso il riconoscimento della similarità e l’equivalenza tra il Taiji ed il Qi Gong  (Roger Jahnke et al, 2010), considerando comunque la difficoltà dell’apprendimento di queste pratiche; questo aspetto ha portato a creare modelli semplici di movimento e che quindi rischiano di spogliare del reale effetto benefico, comunque riconosciuto, le stesse discipline. In questo senso i miglioramenti ed i benefici diventano direttamente proporzionali alla qualità (corretto apprendimento) ed alla quantità (frequenza) della pratica.

Finisco questo articolo riportando un proverbio della medicina tradizionale cinese che ci ricorda quanto sia importante mantenere il corpo in movimento:


“Lì dove scorre la linfa che dà la vita, i vermi non mangeranno il legno vivo. Se i cardini sono usati ogni giorno, la ruggine non impedirà l’apertura di un cancello. Il movimento dona salute e vita. La stagnazione porta malattia e morte”.


Bibliografia:

1 Francesco Bottaccioli, Psiconeuroendocrinoimmunologia, I fondamenti scientifici delle relazioni mente – corpo. Le basi razionali della medicina integrata, Edizioni Red, 2005

2 Larkey L, Jahnke R, Etnier J, Gonzalez J, J Phys Act Health. 2009 Mar;6(2):230-8

3 M. Ek et. al., Inflammatory response: pathway across the blood-brain barrier, Nature, 2001; 410

4 Dhabhar F.S., Enhancing versus Suppressive Effects of Stress on Immune Function: Implications for Immunoprotection and Immunopathology, Neuroimmunomodulation, 2009

5 Peralta-Ramírez MI et. al., The effects of daily stress and stressful life events on the clinical symptomatology of patients with lupus erythematosus, Psychosomatic Medicine, 2004

6 Greco CM et. al., Effects of a stress-reduction program on psychological function, pain, and physical function of systemic lupus erythematosus patients: a randomized controlled trial, Arthritis Rheumatoid, 2004

7 Roger Jahnke et. al., A Comprehensive Review of Health Benefits of Qigong and Tai Chi, Am J Health Promot, 2010

8 A. Han et. al., Tai chi for treating rheumatoid arthritis, Cochrane database systematics rewiev, 2004

9 Shin JH et. al., The beneficial effects of Tai Chi exercise on endothelial function and arterial stiffness in elderly women with rheumatoid arthritis, Arthritis Res Ther. 2015

10 Roger Jahnke et. al., A Comprehensive Review of Health Benefits of Qigong and Tai Chi, American Journal of Health Promotion, 2010

 

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