L’Esercizio fisico non è un farmaco

Due donne in situazioni diverse: una con un'espressione scettica mentre una mano le offre un cucchiaio con pillole e l'altra sorridente, mentre tiene una mela e una bottiglia d'acqua. l'immagine è accompagnata dalla scritta "L’Esercizio fisico non è un farmaco" e dal logo di ScienzeMotorie.com
31 ottobre 2022

Sempre più spesso si leggono in rete dei post, articoli e informazioni che definiscono l’esercizio fisico come un farmaco. Questo articolo desidera approfondire questo concetto, spesso travisato e poco approfondito.

Gli effetti dell’esercizio fisico sulla salute

In letteratura esistono molti studi che confermano gli effetti benefici dell’esercizio fisico sulle condizioni di salute dei soggetti testati. Così come esistono molti progetti di carattere sociale e sanitario il cui scopo è quello di utilizzare l’esercizio fisico per trattare determinate condizioni patologiche dell’essere umano. Tutti questi dati e informazioni sono insindacabili e incontrovertibili. Per questa ragione, lo scopo di questo articolo non è criticare la base razionale e sperimentale sulla quale si afferma che l’esercizio fisico sia un farmaco. Sarebbe inutile e sciocco farlo. Lo scopo di questo articolo è indurre una riflessione profonda al fine di evidenziare che comparare l’esercizio fisico ad un farmaco non sia un aspetto positivo come lo si vorrebbe dipingere. Al contrario può assumere dei connotati anche negativi per l’esercizio stesso.

L’esercizio fisico NON è un farmaco!

Cominciamo andando subito al cuore della questione: l’esercizio fisico non è un farmaco e non deve essere comparato ad un farmaco. L’esercizio fisico è molto più di un farmaco.
Cerchiamo di capire insieme il perché. Comparando l’esercizio fisico ad un farmaco stiamo sminuendo (e non poco), il potere dell’esercizio fisico.

Cos’è un farmaco?

Definizione dell’enciclopedia Treccani:
“Fàrmaco s. m. [dal gr. ϕάρμακον] (pl. -ci, meno com. -chi), letter. – 1. Qualsiasi sostanza, inorganica o organica, naturale o sintetica, capace di produrre in un organismo vivente modificazioni funzionali, utili o dannose, mediante un’azione chimica, fisico-chimica o fisica. È termine più ampio di medicamento, riservato, questo, ai soli farmaci diretti a ricondurre alla norma una funzione patologicamente alterata o a favorire i processi riparativi di una lesione”.

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Il farmaco è quindi una sostanza assunta dall’esterno. Che nello specifico può indurre modificazioni funzionali utili o dannose e l’azione è meramente chimica, fisico-chimica o fisica. Inoltre, nella fattispecie del medicamento, ovvero una sub categoria del farmaco, questo si assume quando si ha una alterazione patologica.

Dopo aver ripassato la definizione di farmaco poniamoci un’altra domanda: quando siamo soliti assumere dei farmaci?
I farmaci, in special modo quelli che rientrano nella categoria dei medicamenti, vengono assunti da un individuo quando sta male. Quando ha in corso un’alterazione patologica delle proprie funzioni. Ad esempio non avrebbe senso assumere del paracetamolo “preventivo” in estate con l’obiettivo di evitare di farsi venire la febbre in inverno. Anzi al contrario è ben risaputo che assunzioni eccessive di paracetamolo possono danneggiare la funzionalità epatica.

Alla luce di quanto sopra riportato, definizione di farmaco e modalità di uso dei farmaci, appare adesso evidente che definire l’esercizio fisico come un farmaco è un grande errore concettuale che sminuisce la funzione dell’esercizio fisico stesso, relegandolo esclusivamente a qualcosa da fare quando ormai si sta male. Una sorta di punizione divina del tipo “ecco ora che sono grasso e con il diabete mi tocca fare esercizio fisico!”. Nulla di più sbagliato.

Si deve inoltre aggiungere un altro aspetto fondamentale che mette in cattiva luce l’esercizio se lo si paragona ad un farmaco, ovvero la possibilità di scelta tra esercizio e farmaco. Cerco di spiegare meglio questo concetto attraverso un esempio pratico: se ho uno stato iniziale di diabete e mi viene detto che l’esercizio fisico (che costa fatica e sudore) è come un farmaco, allora vuol dire che ho due opzioni davanti a me, ovvero prendere la pasticca che mi costa una manciata di secondi e un bicchier d’acqua oppure fare esercizio che mi costa sudore, fatica e mi richiede tempo e dedizione. Ora davanti a queste due opzioni non ci si deve meravigliare se la scelta è quasi sempre la pasticca e quasi mai l’esercizio fisico.

L’esercizio fisico è molto più di un farmaco, è vita sana, è prevenzione, è reale salute!

Sulla base dei ragionamenti precedenti, appare chiaro che la comparazione tra esercizio fisico e farmaco non rende giustizia all’esercizio, perché ha molti più vantaggi e meno effetti collaterali del farmaco. E soprattutto è palese che questa comparazione non faccia bene all’esercizio fisico come si possa pensare.

Lo scopo con il quale in passato è nata la similitudine tra esercizio fisico e farmaco era senza dubbio nobile. Serviva ad evidenziare nelle ricerche condotte che fare esercizio fisico non fosse una perdita di tempo. E che gli effetti misurati dell’esercizio risultavano essere molto più alti di quelli attesi. Tuttavia, se dovessimo fare un bilancio in ambito pratico sulla reale efficacia comunicativa di tale comparazione, potremmo affermare con certezza che sia davvero servita a promuovere l’esercizio fisico? Personalmente non ho una risposta certa e basata sui numeri, per cui questa è una domanda aperta. Allo stesso tempo ho delle osservazioni pratiche da fare a tal proposito che possono essere riassunte come segue:

  • Questo articolo non è contro l’uso dei farmaci.

Sarebbe sciocco esserlo perché sappiamo bene che in condizioni di malattia possono aiutare a stare meglio ed esistono tante condizioni che ne richiedono l’uso. Questo articolo senza dubbio è contro l’abuso dei farmaci e contro la mentalità sbagliata che la guarigione da condizioni croniche sia ad opera esclusiva del farmaco. Quando in realtà il farmaco è solo un tampone ad una condizione alterata. Condizioni di alterazioni croniche dello stato di salute, possono migliorare esclusivamente modificando lo stile di vita che ha condotto a quello stato.

  • L’esercizio fisico è molto più di un farmaco.

I vantaggi risiedono non solo negli aspetti chimici, fisico-chimici e fisici (che condivide con il farmaco). Ma risiedono anche e soprattutto in tutti quegli aspetti che il farmaco non ha: relazionali, emotivi, di autostima e di auto-efficacia, sociali, caratteriali, pedagogici etc etc.

  • Per queste e altre ragioni la così detta “prescrizione dell’esercizio fisico” tanto auspicata da una buona parte degli operatori, rischia di divenire in molte occasioni un’inutile e sterile operazione medica.

Nella quale gli utenti riporrebbero le proprie speranze di guarigione, così come nell’uso delle pasticche. Senza considerare che in realtà il miglioramento del proprio stato di salute dipenderebbe solo da loro stessi e da quanto si applicheranno nell’essere fisicamente attivi e nel cambiare stile di vita. Gli utenti e gli operatori non specializzati nell’esercizio fisico, come per l’appunto la categoria medica, dovrebbero considerare che la differenza tra la pasticca e l’esercizio fisico è grande. Per avere effetti duraturi sulla salute, l’esercizio dev’essere costante e soprattutto associato ad un cambio di stile di vita. Per questa ragione, è fallimentare immaginare la medicalizzazione dell’esercizio fisico prescritto come un antibiotico.

  • Cosa fare allora?

Gli operatori del settore dovrebbero attirare l’utenza attraverso metodi che non siano basati sulla coercizione medica (che sappiamo essere spesso fallimentari). Metodi basati sui risultati duraturi dei propri utenti. Metodi che prevedano casi studio pratici, risultati reali nei quali l’utenza possa riconoscersi e innescare quel passaggio mentale del “se ce l’ha fatta lui posso anche io”. Gli operatori delle Scienze Motorie,  i Chinesiologi, hanno già tutto quello che serve (competenze per valutare, allenare, divulgare e comunicare) senza necessità di ulteriori figure intermedie che prescrivano questa o quella forma di esercizio fisico, ciò che manca spesso al professionista laureato in Scienze Motorie è una cosa: professionalità nel processo di lavoro. Quella è fondamentale e quella dev’essere percepita dall’utenza.

In definitiva, l’esercizio fisico è più di un farmaco. L’esercizio fisico è prevenzione, è stile di vita, è miglioramento dello stato di salute e di forma fisica. Espressione della propria corporeità e dell’immagine mentale, l’esercizio fisico stabilisce un contatto con noi stessi, consente alla mente di parlare con il corpo e viceversa. Offrendo possibilità di imparare e di conoscere i propri limiti.

Tutto questo non lo fa il farmaco. Lavorando sempre di più su questi aspetti, le Scienze Motorie cambieranno il mondo.

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