Allenamento della Forza nell’atleta Master

L'immagine raffigura un uomo adulto, visibilmente muscoloso e tatuato, impegnato in un esercizio di sollevamento pesi con un bilanciere caricato con grandi piastre gialle. L’atleta presenta una barba folta e un’espressione concentrata, a testimonianza dell’intensità dell’esercizio. In basso si legge la scritta: "ALLENAMENTO DELLA FORZA NELL'ATLETA MASTER", accompagnata dal logo di scienzemotorie.com
11 marzo 2021

L’invecchiamento (aging) comporta un inevitabile declino della funzionalità muscolare, associato ad un fenomeno di sarcopenia anche noto come muscle wasting. In mancanza di uno stimolo allenante adeguato i livelli di forza e potenza muscolare declinano a partire dalla terza decade di vita, con un calo particolarmente significativo a ridosso dei 40 anni di età.

In assenza di stimoli allenanti adeguati, la massa muscolare tende a diminuire in maniera fisiologica di un tasso del 3-8% per decade di vita dopo i 30 anni. La capacità aerobica (VO2Max) tende ugualmente a diminuire, fino al 10% per decade dopo i 30 anni di vita. Nel complesso dunque il potenziale motorio di un atleta va in declino dopo una fase di picco che normalmente si manifesta tra i 26 ed i 31 anni per atleti maschi, 23 e 29 anni per atlete femmine.

Grafico a barre con l’età media degli atleti per disciplina ai Giochi Olimpici estivi, da Dressage (38,6 anni) a Ginnastica ritmica (18,5 anni).

Allenamento della forza

È possibile individuare i fenomeni fisiologici che più di ogni altro fattore contribuiscono al perdita di massa muscolare (sarcopenia) e al calo negli indici di prestazione sportiva:

  1. Calo nel tasso di sintesi proteica (vedi: fabbisogno proteico giornaliero) facilitato da un declino a livello ormonale.
  2. Aumento nella resistenza insulina, con conseguenze a livello di turnover proteico e catabolismo muscolare.
  3. Inefficiente estrazione di ossigeno a livello tissutale, con conseguente rallentamento metabolico.

Questi fattori, parzialmente riconducibili ad un cambiamento nel profilo ormonale di un atleta, sembrano affliggere molto più l’uomo che la donna la quale ne risente molto meno del fisiologico calo di estrogeni post-menopausa di quanto non risenta un uomo del fisiologico calo di testosterone (andropausa). Tanto l’uomo quanto la donna soffrono in egual misura di un calo di attività a livello dell’asse ormone della crescita-IGF1, il che compromette la capacità di rigenerare tessuto muscolare ad un tasso adeguato ai livelli di degradazione tissutale associati all’attività fisica.

Grafico a dispersione che mostra la potenza media (in watt) rispetto all’età (20–40 anni), con simboli diversi per 10s, 60s, 6min e 60min.

 

Sistema neuromuscolare

Al tempo stesso, è possibile identificare un cambiamento livello funzionale per quanto riguarda il sistema neuromuscolare. Con un’alterazione del profilo funzionale di muscoli fasici che vede una progressiva degenerazione delle fibre a scossa rapida (IIa-IIx) ed un incremento di fibre di tipo I. Questo fenomeno viene spesso indicato in letteratura come aging motor unit pool o gruppo di unità motorie denervate per via del processo di invecchiamento.

L’esercizio fisico, tuttavia, ha la possibilità di rallentare il fisiologico processo di declino a livello della funzionalità muscolare e metabolico, preservando un livello di prestazione fisica adeguato anche nella fascia di età superiore i 40 anni. Un atleta master è quindi fisiologicamente diverso da un soggetto della stessa età che non abbia intrapreso un programma di allenamento adeguato.

 

Grafico che mostra come la percentuale rispetto al record mondiale varia con l’età in corsa, nuoto e sollevamento pesi per uomini e donne.

La necessità è quella di:

  • Contenere il catabolismo muscolare.
  • Mantenere una popolazione di fibre muscolari di tipo II il più alta possibile.
  • La necessità di mantenere i tessuti ossigenati e il sistema cardiocircolatorio in condizioni di salute porta a considerare la possibilità di utilizzare nell’atleta master una variazione di concurrent-training a basso volume, bassa frequenza ma alta intensità.

 

Riferimenti:

  • Foster, C., Wright, G., Battista, R. A., & Porcari, J. P. (2007). Training in the aging athlete. Current Sports Medicine Reports, 6(3), 200-206.
  • Karavirta, L., Häkkinen, A., Sillanpää, E., García‐López, D., Kauhanen, A., Haapasaari, A., … & Gorostiaga, E. (2011). Effects of combined endurance and strength training on muscle strength, power and hypertrophy in 40–67‐year‐old men. Scandinavian journal of medicine & science in sports, 21(3), 402-411.

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Allenamento della Forza nell’atleta Master

Docente: Antonio Squillante Trainer ATS ,vive e lavora da molti anni negli USA. Dopo la laurea in Scienze Motorie presso la facoltà San Raffaele di Roma ha conseguito una Laurea Magistrale in Preparazione Atletica e Riabilitazione (M.S.) presso l’A.T. Still University (Mesa, Arizona) e successivamente ha intrapreso un Dottorato di Ricerca in biomeccanica dello sport presso il Dipartimento di Biomeccanica della University of Southern California (USC).

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