Sistema Immunitario e Attività Fisica

Sistema Immunitario e Attività Fisica
23 ottobre 2019

Sistema Immunitario e Attività Fisica

Tutti noi soffriamo di raffreddore abbastanza spesso. Recenti ricerche indicano che il livello di attività fisica di una persona influenza il rischio di infezioni del tratto respiratorio come il raffreddore. Molto probabilmente influenzando le funzioni del sistema immunitario. Livelli moderati di esercizio fisico sembrano ridurre la nostra suscettibilità alle malattie rispetto a uno stile di vita inattivo. Lunghi periodi di esercizio fisico intensi e periodi di allenamento intensificato mettono invece gli atleti ad aumentato rischio di raffreddore e influenza.

Le infezioni del tratto respiratorio superiore sono le più comuni che le persone subiscono e comprendono il comune raffreddore, sinusite e tonsillite. La maggior parte sono dovute a un’infezione da un virus. L’adulto medio ha da due a quattro infezioni di questo tipo all’anno e i bambini piccoli ne hanno addirittura il doppio.

Siamo costantemente esposti ai virus che causano queste infezioni, ma alcune persone sembrano più sensibili di altre. Ogni giorno il nostro sistema immunitario ci protegge da un esercito di microbi patogeni che bombardano il corpo. La funzione immunitaria è influenzata dalla composizione genetica di un individuo e da altri fattori esterni. Ad esempo: stress, cattiva alimentazione, mancanza di sonno, normale processo di invecchiamento, mancanza di esercizio fisico o sovrallenamento. Questi fattori possono sopprimere il sistema immunitario, rendendo una persona più vulnerabile alle infezioni.

Un tema molto discusso nel mondo dello sport è se l’attività fisica sia in grado di modulare la funzionalità immunitaria.

Le modificazioni del sistema immunitario a seguito di esercizi prolungati e intensi

Durante una singola seduta di allenamento, possiamo osservare numerosi cambiamenti nelle differenti classi di globuli bianchi.

La concentrazione di granulociti neutrofili aumenta durante un periodo di allenamenti prolungati. Durante l’esercizio, anche il numero dei linfociti B e T aumenta ma nel momento della sospensione. Soprattutto se l’allenamento è stato molto intenso e prolungato (superiore all’ora), la concentrazione dei linfociti si abbassa al di sotto dei valori iniziali.

Oltre a verificarsi una riduzione del numero dei linfociti presenti nel sangue, si ha un generale indebolimento della funzionalità difensiva delle diverse sottopopolazioni di linfociti, che viene definita come depressione immunitaria post esercizio. Se l’intensità dell’attività fisica è bassa e la durata inferiore all’ora queste modificazioni risultano minori perché, in questo secondo caso, i linfociti tornano rapidamente ad avere una concentrazione nel sangue simile a quella precedente lo sforzo.

La differente risposta immunitaria tra atleti e non-atleti

Negli atleti professionisti o comunque che si allenano con costanza, l’esercizio fisico intenso sembra aumentare l’incidenza delle infezioni respiratorie mentre sembra che durante esercizi di intensità più moderata, gli stessi atleti abbiano una protezione maggiore e un minor rischio di infezioni rispetto ai non-atleti.

I diversi studi presi in esame confermano che il sistema immunitario sembrerebbe essere lievemente potenziato negli atleti, ma nulla di più. Differenze maggiori è possibile notarle negli atleti che presentano una sindrome da sovrallenamento. In questa condizione nella quale l’atleta è eccessivamente sotto pressione per allenamenti e competizioni, si può determinare una ridotta funzione immunitaria. Una evidente riduzione delle immunoglobuline presenti nella saliva e nel sangue, oltre che un’inversione del rapporto fra alcuni tipi di sottopopolazioni di linfociti. Sono state formulate numerose ipotesi per spiegare questa riduzione della funzione immunitaria.

Da un punto di vista scientifico, non esiste ancora una teoria che possa chiarire con evidenza scientifica quanto detto sopra.

L’attività fisica è sempre positiva per il sistema immunitario?

L’esercizio fisico può avere sia un effetto positivo che un effetto negativo sul funzionamento del sistema immunitario. Può influenzare la vulnerabilità di una persona alle infezioni. I ricercatori hanno trovato un legame tra esercizio fisico regolare e frequenza ridotta di infezioni respiratorie comparato a uno stato di inattività oppure a un eccessivo carico di esercizio e un aumentato rischio di infezioni respiratorie.

Uno studio di un anno su oltre 500 adulti ha rilevato che 1-2 ore di esercizio moderato al giorno era associato a una riduzione di un terzo del rischio di ottenere un’infezione respiratoria rispetto ai soggetti che avevano uno stile di vita inattivo (Nieman et al., 2011). Altri studi hanno dimostrato che le persone che si allenano 2 o più giorni alla settimana hanno la metà di giorni di assenza dalla scuola o dal lavoro a causa di raffreddori o influenza di quelli che non si allenano.

Un recente sondaggio di centinaia di atleti d’élite della in 30 diversi sport olimpici ha riportato che tra le ragioni della mancanza di allenamento. Nel 33% dei casi era a causa di un’infezione (più comunemente del tratto respiratorio). L’analisi delle 126 malattie riportate tra 1.851 atleti che parteciparono ai Campionati mondiali di atletica leggera a Daegu, Corea del Sud, ha rivelato che il 40% delle malattie ha colpito il tratto respiratorio superiore, con infezione confermata in circa il 20% dei casi (Alonso et al., 2012). Altre principali cause di malattia sono state associate a disidratazione indotta dall’esercizio (12% dei casi) e gastroenterite / diarrea (10% dei casi). Studi simili su atleti in competizione in occasione di eventi importanti della durata di 2-3 settimane hanno indicato che in genere circa il 7% degli atleti subisce un episodio di malattia in questo momento (Alonso et al., 2010; Engebretsen et al., 2010, 2013

Tuttavia, non sempre è meglio fare di più in termini di volume di esercizi.

Poiché altri studi hanno segnalato un aumento del rischio compreso tra 2 e 6 volte nello sviluppo di un infezioni respiratorie nelle settimane successive alle gare di maratona (42,2 km) e ultra-maratona (90 km). Ciò è dovuto, in parte, a un aumento dei livelli di ormoni dello stress come l’adrenalina e il cortisolo che sopprimono le funzioni dei globuli bianchi. Dopo un intenso esercizio fisico, gli atleti entrano in un breve periodo di tempo in cui sperimentano una resistenza immunitaria indebolita e sono più suscettibili alle infezioni virali e batteriche. In particolare agli alle infezioni del tratto respiratorio superiore.

La depressione della funzione immunitaria post-esercizio è più pronunciata quando l’esercizio è continuo, prolungato (> 90 minuti), da moderata ad alta intensità (55-75% della capacità aerobica) ed è eseguito senza assunzione di cibo (Gleeson et al., 2013). Un altro problema per gli atleti è che la loro esposizione a microrganismi patogeni (che causano malattie) nell’ambiente potrebbe essere più elevata del normale a causa dell’aumento della frequenza e della profondità della respirazione durante l’esercizio (aumento dell’esposizione dei polmoni agli agenti patogeni nell’aria), esposizione a grandi folle e frequenti viaggi all’estero. Alcuni dei mal di gola riportati possono non essere dovuti a agenti infettivi ma a infiammazioni non infettive delle vie respiratorie causate da allergie o inalazione di inquinanti e aria secca fredda.

Una percezione comune è che l’esposizione al freddo umido può aumentare la probabilità di catturare il comune raffreddore. Le prove disponibili non supportano questa teoria.

La maggior parte delle persone è più esposta al raffreddore in inverno (probabilmente a causa della riduzione dello stato di vitamina D in questo momento). Numerosi studi sugli atleti indicano che tendono a essere più suscettibili a contrarre infezioni a volte vicino alla gara.

Questo di solito segue un periodo di allenamento intensivo e aggiunge stress mentale con l’ansia di voler fare bene. La preoccupazione per gli atleti è che anche una lieve infezione può compromettere la loro capacità di esibirsi ai massimi livelli. Prevenire le infezioni è quindi molto importante per loro e possono aiutare se stessi stando molto attenti ad avere una buona igiene personale. Una buona alimentazione e riducendo al minimo gli altri stress della vita.

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