Igor Cassina
Igor Cassina è un allenatore di ginnastica artistica ed ex ginnasta italiano, campione olimpico nella specialità della sbarra.
PERCORSO:
Igor Cassina si è avvicinato alla ginnastica artistica all’età di 6 anni, grazie a sua sorella Mara che già la praticava e che ha saputo trasmettergli fin da subito una grandissima passione. Questa è stata la sua “arma vincente” per tutta la vita e che gli ha consentito di trovare la forza di andare ogni giorno in palestra ad allenarsi duramente.
Igor ha solo 9 anni quando disputa a Varese la sua prima gara. Sono circa 80 bambini che partecipano e lui arriva quarto. All’epoca il suo idolo era il ginnasta russo Dimitri Bilozerchev, protagonista di una storia di grande determinazione che ha illuminato da sempre la passione di Cassina.
A 15 anni, nel 1992 a Vercelli, Igor Cassina si laurea campione nazionale junior. Due anni più tardi, ancora minorenne, è di nuovo campione italiano junior e campione assoluto alla sbarra: è il primo ginnasta italiano appartenente alla categoria junior a vincere un titolo assoluto.
Nel 1999 partecipa per la prima volta ai Mondiali di Tianjin a squadre arrivando 14° e l’anno seguente è nella squadra olimpica italiana che vola a Sydney per la XXVII Olimpiade.
Nel 2001 ai Mondiali di Gand Igor Cassina arriva quarto alla sbarra. L’anno successivo partecipa agli Europei di Patrasso dove conquista una medaglia di bronzo. Da qui partono una serie di successi che passano, nel 2003, dai Mondiali di Anaheim, dove ottiene un argento.
Nel 2004 è in uno stato di forma ottimale, quando partecipa alla sua seconda Olimpiade, quella di Atene. É il 23 agosto quando Igor Cassina si presenta alla pedana della sbarra. Prima ancora della gara guadagna una soddisfazione grandissima. È il primo atleta al mondo a presentare una particolare figura artistica: si tratta di un movimento Kovacs (si chiama così dal nome di un famoso ginnasta ungherese) teso con avvitamento a 360° sull’asse longitudinale. La federazione internazionale aveva già riconosciuto l’unicità del gesto ufficializzando dal 2002 la figura con il nome “movimento Cassina”. Igor rasenta la perfezione: vince la medaglia d’oro alla sbarra. È il primo italiano di sempre. Prima di lui l’unica medaglia conquistata alla sbarra da un italiano era l’argento di Romeo Neri, risalente al 1928 ad Amsterdam. Quella di Igor Cassina è la medaglia italiana numero 500 nella storia dei Giochi Olimpici.
Nel 2005 deve confermare il suo ruolo di campione e lo fa arrivando primo a Parigi, alla FIG World Cup, secondo nel concorso generale agli assoluti italiani, e secondo ai campionati europei che si svolgono a Debrecen (Ungheria).
Ai mondiali del 2005 presenta il “Cassina 2”, un esercizio ancora più complesso del “movimento Cassina”: si tratta di un doppio salto con gambe tese e due avvitamenti, molto pericoloso. Il “Cassina 2” gli vale però solo il decimo posto.
Nel 2006 agli europei di Volos (Grecia) alla sbarra chiude al quinto posto. Ai successivi mondiali di Aarhus (Danimarca, 2006) cade durante le qualificazioni e si procura un brutto infortunio al costato. Igor Cassina punta dritto alle Olimpiadi di Pechino 2008 e dopo questo incidente decide di cambiare esercizio, mettendo da parte il “Cassina 2”.
Igor si dedica così allo studio universitario (Scienze Motorie) e alla propria riabilitazione: rimessosi completamente anche grazie all’aiuto del suo allenatore Maurizio Allievi (della Società Ginnastica Meda, ex ginnasta azzurro degli anni ’70), Igor torna a gareggiare agli europei del 2007 che si svolgono ad Amsterdam, conquistando il bronzo.
Giacomo Catalani:
“Qual è stata la vita quotidiana durante la tua vita sportiva?”
Igor Cassina:
“Il perno sul quale sono state fondate tutte le mie attività fin da piccolo è stata la volontà di mettercela sempre tutta per ottenere il massimo. In questo senso è stato determinante un grande atleta a cui mi sono ispirato da sempre e a cui devo il soprannome “Bilo” che mi accompagna fin dai primi anni di palestra. Dimitri Bilozerchev è un ginnasta russo che dopo un incidente automobilistico era quasi certamente destinato a dover abbandonare il suo sport e che invece è riuscito a tornare a far parte del grande squadrone russo e addirittura a vincere un mondiale già al primo anno di rientro.
Quando all’età di 10 anni mi sono rotto la tibia cadendo male in un esercizio a corpo libero, ho temuto di non poter più sognare di diventare quello che volevo. Vedere in TV la storia di Dimitri Bilozerchev è stato quindi come ricevere un’illuminazione che mi ha poi sempre accompagnato in tutta la mia carriera.
Sognare è un imperativo della nostra vita, solo sognando possiamo essere felici, sereni e trovare l’appagamento nella vita. Ho sempre inseguito il mio sogno, individuando cosa realmente mi dava soddisfazione, inseguendolo ogni giorno in maniera etica, leale e pulita.
Tutti i giorni non ho fatto altro di alimentare la mia passione. La palestra è stata fin da subito la mia vita, il luogo dove mi sentivo a casa e dove riuscivo a dare il meglio di me. Da piccolo mi allenavo ogni giorno 2 ore, con grande costanza. Nel periodo delle medie già mi allenavo 4 ore ogni giorno e alle superiori riuscivo ad allenarmi 6 ore tutti i giorni.”
Giacomo Catalani:
“Cosa è stato determinante nel tuo sviluppo come atleta?”
Igor Cassina:
“Il mio percorso è stato costruito mettendo insieme tanti piccoli obiettivi che raggiungevo giorno dopo giorno, costantemente e sempre con la stessa determinazione.
Tutto questo senza avere fin da subito un talento evidente per la ginnastica. Ero alto, gracile e poco sciolto. Elementi che solitamente sono alla base dell’attitudine verso questo sport. Inizialmente infatti non ricevo molta attenzione dagli allenatori, ma devo dire che anche questo è stata una grande molla per trovare ogni giorno la determinazione per continuare a migliorare. Mi dicevo sempre che avrei fatto il massimo per dimostrare che sarei potuto arrivare dove molti non credevano avrei potuto, e così ogni giorno vedevo i miglioramenti e obiettivo dopo obiettivo la determinazione si autoalimentava.
Realizzare i propri sogni dà sempre soddisfazione ma le più grandi sono certamente quelle che arrivano dopo tanti sacrifici, ma soprattutto dopo che hai preso consapevolezza di quello che hai fatto e di quello a cui hai dovuto rinunciare per inseguire quel sogno. Il percorso che ti porta a un risultato è quello che veramente ti dà soddisfazione, è come vivi ogni singolo giorno che ti rende appagato o meno.
Un altro aspetto importante è stato il piacere di frequentare l’ambiente della palestra. Poter saltare sulle molle, attaccarmi agli anelli o salire sul cavallo è sempre stata una fonte di energia quotidiana perché mi piaceva moltissimo l’ambiente, a prescindere dagli allenamenti e dalla fatica.
Il tutto insieme a mia sorella Mara, mio padre Carlo e mia mamma Tiziana, che sono le persone che mi hanno sempre incoraggiato, supportato e temprato. Grazie a loro ho superato momenti difficili che sono indispensabili e inevitabili quando si vuole andare incontro al proprio sogno. La difficoltà vissuta in senso positivo è il momento in cui si cresce di più ed è grazie a come si vive questi momenti che si possono fare i più grandi passi avanti verso i propri obiettivi.”
Giacomo Catalani:
“Una volta che hai raggiunto l’apice, cosa succede dopo?”
Igor Cassina:
“Bella domanda Giacomo. Il 23 Agosto del 2004 ho realizzato il mio sogno, ho vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Cosa succede dopo? La mia voglia di andare in palestra e la determinazione di continuare ad allenarmi giorno dopo giorno non è cambiata di una virgola dopo aver conseguito quel risultato.
Dopo quella grande impresa si è aggiunto un tassello importante nella mia vita che ancora oggi mi dà grandissima soddisfazione. La consapevolezza che mi viene confermata molto spesso dalle persone che incontro, che quello che ho fatto, le rinunce che ho fatto, sono servite ad avvicinare le persone alla ginnastica, ma anche al mio vissuto. Saper di aver emozionato tante persone che ancora oggi mi ringraziano è forse la più grande soddisfazione della mia vita, forse ancor di più di quello che fatto per me stesso.
Dopo una grande vittoria come quella percepisci che quello che fai non lo fai più solo per te, ma che c’è un grande mondo che ti gira intorno, tutto diventa un po’ diverso. Le pressioni aumentano insieme alla responsabilità di non disattendere le aspettative. Nei primi anni dopo la medaglia d’oro tutto questo mi è piaciuto molto e le critiche che arrivavano dopo qualche risultato minore non mi toccavano molto, ma alla lunga hanno contribuito a far calare il livello di determinazione nell’andare ogni giorno in palestra.
Il momento in cui capisci che non hai più quella voglia e quella determinazione di lavorare duro ogni giorno è fondamentale per non mentire a sé stessi e pensare a lasciare prima di far scemare la tua carriera verso la mediocrità che non ti appartiene. È quello che ho fatto, pur con grande fatica, ma che credo sia stata una delle scelte più difficili ma giuste della mia vita nel 2011.”
Giacomo Catalani:
“Oggi ti presenti alle persone con un altro profilo professionale, come ti sei evoluto in questo senso?”
Igor Cassina:
“Dopo aver chiuso la mia carriera agonistica sono stato un anno a New York a insegnare in una scuola americana grazie all’Università Cattolica di Milano. Rientrato in Italia sono stato direttore tecnico di una società di ginnastica e ho fatto l’allenatore per circa 3 anni. In questo periodo ho conosciuto la mia fidanzata che è un coach del benessere e mi sono innamorato prima di lei e poi anche della sua professione. Questo ha portato entrambi a concepire un nostro progetto “Nutrizione e Sport: binomio vincente”.
Questo è quello che è diventato il mio nuovo sogno nel cassetto quindi mi sono trasferito a Treviso e insieme a Valentina stiamo portando avanti le nostre idee, aiutando le persone a gestire al meglio la loro quotidianità attraverso una nutrizione adeguata e consapevole. Impattare così direttamente sulle persone è motivo di grande soddisfazione e mi dà una grande carica per andare avanti.
Il progetto “Nutrizione e Sport: binomio vincente” nasce all’interno di Equilibrium, primo di una lunga serie di centri in Italia aperti da un oro olimpico; all’interno dei centri, la figura professionale del coach del benessere offre un servizio rivolto alle persone. Tutto ciò con la finalità di portare benessere, gioia, energia e positività.”
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