Quartering Yoga Equipment
Tra pericolosa spettacolarizzazione e scarsa evidenza scientifica
Negli ultimi anni, hanno iniziato a circolare in rete immagini e video che mostrano l’utilizzo di un particolare attrezzo, noto come Quartering Yoga Equipment. Questo dispositivo viene impiegato per una forma di “terapia in sospensione” estremamente brusca e invasiva, che ha sollevato – giustamente – numerose critiche da parte della comunità scientifica e dei professionisti delle Scienze Motorie.
Le preoccupazioni principali derivano dai potenziali traumi, anche a lungo termine, che una simile pratica potrebbe causare nei soggetti che decidono di sottoporvisi. A differenza delle tecniche ad “alta velocità e bassa ampiezza” (HVLA) utilizzate in ambito osteopatico o chiropratico – e che, pur con i loro limiti, vengono eseguite esclusivamente da professionisti qualificati e con un supporto parziale da parte della letteratura scientifica – l’uso dell’Attrezzatura Quadrangolare per lo Yoga si configura come una pratica estrema, scarsamente controllata e priva di validazioni affidabili.
Tale approccio non può essere considerato terapeutico, né tantomeno sicuro, e non dovrebbe essere promosso o proposto in alcun contesto professionale, specie in assenza di diagnosi e supervisione specialistica. L’utilizzo indiscriminato di tecniche “d’urto” come quelle veicolate da questi contenuti virali espone a gravi rischi biomeccanici, in particolare per le articolazioni, la colonna vertebrale e i tessuti molli.
Un’ulteriore riflessione riguarda la possibilità che il Quartering Yoga Equipment sia in realtà un prodotto di marketing virale, creato per attirare attenzione più che per offrire reali benefici. In questo senso, il clamore generato sembra alimentare una pericolosa spettacolarizzazione del concetto di “benessere”, allontanandosi da qualsiasi fondamento scientifico o metodologico serio.
In conclusione
Si invita sia il pubblico che i professionisti del settore a diffidare da pratiche non validate, potenzialmente dannose e proposte senza una reale base clinica. Il benessere fisico non può e non deve essere affidato a strumenti improvvisati o a tendenze virali, ma va perseguito attraverso approcci fondati su evidenze scientifiche, sicurezza e competenza professionale.
















