Didattica tattica nelle categorie preagonistiche del calcio: insegnare il reparto prima dell’uomo a uomo

Didattica tattica nelle categorie preagonistiche del calcio: insegnare il reparto prima dell’uomo a uomo
16 settembre 2025

Introduzione

Nelle categorie Under 13, Under 14 e Under 15 il passaggio dall’apprendimento prevalentemente tecnico (oltre ad una base tattica individuale) al consolidamento dei primi concetti tattici è un momento delicato. L’obiettivo dell’allenatore deve essere quello di formare calciatori capaci di pensare insieme, sviluppando collaborazione e letture collettive, prima di affidarsi a un sistema riduttivo basato solo sull’uomo a uomo.

Oggi l’uomo a uomo è sempre più in auge, grazie a tecnici preparati che scelgono di togliere sempre di più il tempo e lo spazio di giocata al singolo giocatore, rispetto alla chiusura di linee di passaggio o al presidio di determinate zone.
L’ideale però in un percorso di crescita didattico / situazionale di un giovane calciatore sarà esplorare il collettivo e la collaborazione per poi specializzarsi nella richiesta del proprio tecnico in categorie agonistiche ed adulte.

L’uomo a uomo “obbligato” porta i ragazzi a guardare esclusivamente il diretto avversario, spegnendo la percezione dello spazio e della relazione con i compagni, situazioni già vissute ed imparate in attività di base dove, prima di ricercare una collaborazione, si ritroveranno dei duelli, da semplici a complessi.
Il primo lavoro di collaborazione si attuerà in categorie pre-agonistiche e qui dovranno essere sviluppate e consolidate queste capacità.

Tenendo presente un lavoro progressivo, nel periodo pre-agonistico l’ideale è proprio sviluppare a livello mentale lo spirito di appartenenza e la coesione verso un obiettivo comune. Incentrare il lavoro tattico sulla ricerca di un riferimento singolo non cambia solo l’aspetto tattico ma rallenta questa capacità di “pensare individuale per agire collettivamente”.

La conoscenza del reparto e della collaborazione tra i vari reparti oltre agli interscambi in caso di necessità, permette di proseguire il lavoro sul giocatore percettivo, iniziato con la ricerca, la conoscenza e l’individuazione dello spazio circostante.

Il lavoro collettivo permette di:

  • apprendere distanze e coperture reciproche;
  • comprendere l’importanza di uomo / porta / palla
  • sviluppare il concetto di “linea” difensiva o di “catena” di centrocampo;
  • formare intelligenza collettiva e capacità di adattamento.

Gli obiettivi didattici principali

Collaborazione: muoversi in relazione a compagni e palla.
Orientamento: leggere il corpo dell’avversario, ma in funzione del reparto.
Copertura reciproca: sapere chi pressa, chi stringe, chi si stacca.
Sincronizzazione: lavorare su tempi comuni (salita, arretramento, pressione).

La conoscenza della collaborazione reciproca unita alla capacità di duello sviluppato nei primi anni di gioco del calcio e consolidato dal riconoscimento degli spazi sul campo porteranno poi a poter utilizzare come ulteriore arma tattica una gestione di uomo a uomo consapevole: introdotto appunto solo dopo la comprensione del collettivo.

Il passaggio al gioco uomo a uomo potrà essere inteso come strategia di lavoro tattico dettato dalle condizioni dell’annata (nelle categorie agonistiche e di adulti) solo dopo aver appreso in maniera profonda tutte le variabili possibili del gioco di squadra.

In poche parole, il gioco uomo a uomo dovrà essere inteso come una variante della collaborazione e non come una limitante. Questo permetterà di cambiare nel corso della stessa azione la scelta di utilizzare riferimento uomo o gestione del reparto, in base all’adattamento che si avrà durante l’azione degli avversari.

Nello sviluppo dal didattico fino al situazionale bisognerà prendere come focus i tre elementi sopra citati (uomo, palla, porta) e gestirli coi compagni di reparto o di squadra. L’uomo si inserirà come terzo step proprio per non incorrere nel rischio di abituare i giocatori a gestire uomo e non spazio.

Inseriamo ora alcuni possibili esercizi da poter prendere ad esempio per lo sviluppo dei vari obiettivi, considerandone i principi e conoscendo la possibilità di grandi variabili a seconda del gruppo squadra.

Focus palla

  1. Esercizio di Intercetto

Campo 12m larghezza x 9m lunghezza, suddiviso in 3 rettangoli in orizzontale (12×3) .
Nei 2 rettangoli laterali 3 giocatori con palla, nel rettangolo centrale 3 giocatori senza. I calciatori nei rettangoli esterno si passano palla con l’obiettivo di farla arrivare nel rettangolo opposto mentre i 3 giocatori al centro tentano l’intercetto (ricerca di attacco / copertura in funzione della posizione della palla)

  1. 3vs3 + 2 jolly interni

Rettangolo 30×20, tre giocatori difendono contro tre, con tre jolly sempre a disposizione del portatore.
I difendenti devono coprire linee di passaggio e scaglionarsi.

Focus porta

Esercitazione all’interno dell’area di rigore, un giocatore dall’esterno effettua il cross ed ogni difensore (schierarsi col proprio sistema di gioco in fase difensiva) dovrà “attaccare” la palla nella sua zona di competenza.

Focus porta + uomo

Esercitazione all’interno dell’area di rigore, un giocatore dall’esterno effettua il cross ed ogni difensore (schierarsi col proprio sistema di gioco in fase difensiva) dovrà “attaccare” la palla nella sua zona di competenza, nel frattempo gli avversari (2 o 3 attaccanti, a scelta) attaccheranno una delle zone in cui si verificherà un duello. L’attenzione del difensore, prima dell’arrivo del pallone, sarà alla copertura del proprio spazio tenendo come riferimento visivo sia la palla che l’ipotetico avversario in zona.

Nelle varianti successive i difendenti partiranno fuori area per raggiungere prima il riferimento zona di campo e successivamente l’uomo che occupa la propria zona di competenza.

L’evoluzione tattica individuale che influisce poi sul collettivo sarà capire in situazione se i tempi di gioco (dettati dal giocatore con palla) permettono di occupare la propria zona o costringono alla ricerca dell’uomo più vicino indipendentemente dalla porzione di campo in cui ci si trova.

Con queste evoluzioni didattiche si proseguirà nel riconoscimento del gioco da parte del calciatore e dell’utilizzo di più armi da lui apprese: la difesa della zona o la ricerca dell’uomo. La scelta farà poi la differenza sulla buona riuscita della propria azione.

Focus uomo a uomo (didattica successiva)

Dopo aver consolidato questi concetti, si può introdurre l’uomo a uomo come strumento tattico situazionale, ad esempio:

  • ricerca di pressing alto sul portiere o sui centrali;
  • marcatura preventiva su attaccanti veloci;
  • duelli diretti in zona di rifinitura o dentro l’area.

La partenza didattica potrà essere l’uomo a uomo obbligato, con partita in cui si creano solo degli 1 contro 1 a tutto campo (l’avversario di un altro uomo non potrà contrastare il giocatore in possesso anche se è della squadra avversaria. In questa esercitazione si potrà poi aggiungere un Jolly per squadra per re-inserire il concetto di copertura anche nell’uomo a uomo e successivamente si potrà suddividere alcune zone di campo in cui si andrà obbligatoriamente a ricercare il proprio riferimento ed altre zone in cui si ricompatterà il reparto.

Il giovane così non vive più la marcatura come un obbligo, ma come una scelta dentro un quadro collettivo.

Arrivati alla conoscenza, prima del reparto e successivamente del riferimento avversario si potrà utilizzare anche durante la gara la stessa tattica dell’ultima esercitazione proposta in cui si sceglierà, ad esempio, di andare uomo a uomo su rimessa in gioco del portiere avversario per poi ricompattarsi in una determinata zona se la riconquista “alta” del pallone non sarà andata a buon fine.

Conclusioni

La didattica tattica nelle categorie Under 13-14-15 deve seguire una logica progressiva: prima il reparto, poi l’individuo; prima la collaborazione, poi la marcatura. Solo così il ragazzo diventa un giocatore capace di leggere il gioco e di scegliere, non un semplice esecutore di compiti.

Il compito dell’istruttore / allenatore sarà quello di “riempire i recipienti” della conoscenza calcistica del giocatore (in questo caso: saper giocare di reparto, saper giocare l’uno contro uno) e dare poi le chiavi di lettura migliori per capire il gioco ed utilizzare nella maniera più corretta, nel momento giusto e coi tempi corretti e coordinati coi compagni la strategia migliore.

Conoscere il reparto servirà anche ad utilizzare la strategia uomo a uomo come squadra e non come insieme di singoli, permettendo di valutare e scegliere all’unisono su una determinata situazione.

Se un compagno decidesse di andare a uomo e gli altri di ricercare il reparto si rischierebbe un’azione inefficace. La strategia di difendere uomo a uomo dev’essere una scelta collettiva e non individuale.

 

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