30 maggio 2022

Chi è che non ha mai assistito ad allenamenti interminabili e/o in circuito, addirittura giornalieri, per l’allenamento della parete addominale e/o per cosce e glutei? Non vi è niente di errato in termini assoluti, ad esempio se tali allenamenti sono finalizzati al miglioramento dell’endurance muscolare. Lo sgomento sorge quando la finalità è quella del dimagrimento localizzato. Il concetto di “dimagrimento localizzato” si riferisce alla perdita di tessuto adiposo sottocutaneo relativamente all’area anatomica allenata.

Esempio, riduzione del grasso addominale in risposta ad un programma di allenamento che prevede solo esercizi per i muscoli della parete addominale.

Il dimagrimento localizzato attraverso l’allenamento distrettuale non esiste.

Vi sono diversi studi che lo comprovano, anche quelli che apparentemente evidenziano il contrario.

In uno studio del 2011 si è valutato l’effetto di un programma di allenamento che prevedeva solo esercizi per gli addominali sul livello di grasso addominale in 24 individui.

Primo studio

I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi, gruppo sperimentale e gruppo di controllo.

  • Il gruppo di controllo non eseguiva alcun tipo di allenamento.
  • Il gruppo sperimentale ha eseguito 7 esercizi di allenamento addominale, 2 serie da 10 ripetizioni per esercizio, per 5 giorni a settimana per 6 settimane.

L’allenamento addominale di 6 settimane non decretò tra i due gruppi alcuna differenza significativa sui seguenti parametri: peso corporeo, percentuale di grasso corporeo, circonferenza addominale ad altre misurazioni antropometriche.

L’unica differenza rilevata dal gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo fu il miglioramento dell’endurance muscolare (Vispute et al., 2011).

Secondo studio

In un altro studio di 12 settimane si è valutato l’effetto di un programma d’allenamento eseguito alla Leg Press solo per l’arto inferiore non dominante sui livelli di grasso della coscia allenata.

Il dato di rilievo, al termine dello studio, è interessante quanto paradossale: non solo non è stato registrato alcun significativo cambiamento su massa magra, massa ossea, massa grassa e percentuale di grasso nei due arti inferiori (quello allenato e quello di controllo), ma i livelli di grasso del tronco e degli arti superiori hanno subìto una riduzione significativamente superiore rispetto a quella riportata dall’arto inferiore allenato, ma non nei confronti dell’arto inferiore non allenato (Ramírez-Campillo et al., 2013).

In un altro studio si sono valutati i livelli di grasso addominale, sottoscapolare e della zona glutea prima e dopo 27 giorni di allenamenti specifici per la sola parete addominale. Al termine dello studio gli adipociti dell’area addominale non risultavano più piccoli rispetto alle aree muscolari non allenate, area glutea e sottoscapolare (Katch et al., 1984).

Terzo studio

In uno studio 104 soggetti (45 uomini e 59 donne) sono stati sottoposti a 12 settimane di allenamento di resistenza solo in riferimento al loro braccio non dominante. Prima e dopo l’intervento si è valutato il livello di grasso in riferimento alle due braccia (quella non dominante allenata, e quella dominante non allenata) con utilizzo di risonanza magnetica e plicometria.

Dopo 12 settimane di allenamento la plicometria ha riportato solo nei soggetti maschi una riduzione dello spessore di grasso sottocutaneo nel braccio allenato. Nelle donne non si è registrata alcuna variazione.

La risonanza magnetica, invece, non ha rilevato alcuna variazione nello strato di grasso sottocutaneo del braccio allenato negli uomini e nelle donne.

La spiegazione di tale differenza tra la plicometria e la risonanza magnetica nella rilevazione del grasso sottocutaneo la si deve all’aumento di massa muscolare del braccio allenato riportato solo dagli uomini.

L’aumento della massa muscolare comprime lo spazio extracellulare tra gli adipociti. E questo genera una minore plica rilevabile col plicometro che non necessariamente riflette la riduzione dei livelli di grasso (Kostek et al., 2007).

Quarto studio

Un altro studio conferma tale dato. Ad un programma di esercizio fisico della durata di 5 settimane, in riferimento ad una sola gamba, sono scaturiti i seguenti risultati: la gamba allenata ha subito un aumento della massa muscolare ed una contemporanea riduzione dello spessore del grasso sottocutaneo rilevato con plicometro e ultrasuoni.

Tuttavia, la diminuzione dello spessore del tessuto adiposo sottocutaneo della gamba allenata non era associata ad una significativa riduzione delle dimensioni degli adipociti. Questo è dovuto a fattori geometrici secondari all’ipertrofia conseguita dalla massa muscolare sottostante. (Krotkiewski et al., 1979). Alla luce di ciò si parla di dimagrimento localizzato “apparente” ma “non esistente”.

Nutrizione Funzionale

Miglior-Libro-Ginnastica-in-Gravidanza-ATS
Scienza-in-Danza-Libro-Scienze-Motorie
Tennis-Libro-Scienze-Motorie
Giuseppe-Coratella-Libro
Nutrizione-Funzionale-Scienze-Motorie

Articoli Correlati

Tre figure di donna che mostrano postura scorretta, intermedia e corretta, con logo Scienze Motorie.

Importanza di una Buona Postura

Qual è la buona postura comunque e perché è così importante? Fondamentalmente la postura si riferisce all’allineamento e al posizionamento del corpo rispetto alla forza gravitazionale, che è sempre presente. “Stai diritto!”, “Non ciondolare!” Sono sicuro che abbiamo tutti sentito queste parole più di una volta da nostra madre quando eravamo ancora piccoli. E la […]

Calciatori adulti durante un allenamento di calcio a campo ridotto invernale, con pettorine rosse e gialle su campo sintetico con brina.

Small-sided games nel calcio: area per player

Introduzione Gli Small-sided games (SSG) sono partite su campi di dimensioni minori rispetto al campo di gioco regolamentare, con un numero ridotto di giocatori e spesso utilizzando alcune specifiche regole di gioco (1). Gli SSG sono largamente utilizzati dagli staff tecnici, poiché forniscono numerosi benefici, tra cui: stimolare il processo decisionale nel calciatore in condizioni […]

Illustrazione anatomica 3D del tronco umano con scheletro e muscoli del core evidenziati, titolo e logo Scienze Motorie.

Il core anatomico: torace, diaframma e addome

Nel linguaggio comune il termine core viene spesso associato agli addominali anteriori. In realtà, in anatomia e fisiologia il core è un’unità molto più complessa, che comprende muscoli, ossa, fasce e visceri. È il centro biomeccanico del corpo umano: stabilizza la colonna, mantiene la postura, regola la pressione intra-addominale (IAP) e coordina i movimenti respiratori […]

Illustrazione digitale del corpo umano semi-trasparente con sistema linfatico evidenziato in giallo-arancione, titolo e logo Scienze Motorie.

Il sistema linfatico: circolazione nascosta e dinamica del movimento

Architettura nascosta del corpo umano Il sistema linfatico rappresenta una delle architetture più sottili e affascinanti del corpo umano. È una circolazione “nascosta”, priva di un cuore che agisca da pompa centrale, ma dotata di una straordinaria efficienza che la rende indispensabile per l’omeostasi dei fluidi, per l’assorbimento dei grassi, per la sorveglianza immunitaria e, […]

Dissezione e conservazione del cadavere

Dissezione e conservazione del cadavere

La Dissezione Anatomica si basa sulla separazione dei diversi piani e la visualizzazione dei rapporti tridimensionali tra le singole strutture, studiate con criterio prevalentemente topografico, clinico e chirurgico. Nell’attuale formazione medica si presta talvolta molta più attenzione alle analisi passive, all’acquisizione impersonale dei dati, alla diagnostica e alle terapie, piuttosto che al contatto diretto con il […]

Illustrazione schematica della sarcopenia con confronto tra muscolo sano e muscolo atrofico, collegati da una freccia che indica perdita di massa muscolare.

Sarcopenia: fisiopatologia, inquadramento e trattamento clinico

Introduzione La sarcopenia rappresenta una delle principali sfide nel campo della geriatria, poiché comporta una perdita di massa muscolare, forza e funzionalità con l’avanzare dell’età. Questa sindrome non solo è un indicatore di fragilità, ma aumenta anche il rischio di complicazioni nei pazienti anziani, rendendoli vulnerabili a eventi avversi come ospedalizzazioni e riduzione della qualità […]

Live Chat
assistance banner image
Whatsapp
Messenger
800.19.35.40