Tessuto adiposo: organo ad azione ormonale

Di:   Frank Casillo  |  15 Giugno 2022

L’attuale e globale pandemia dell’obesità ha fatto registrare una parallela impennata delle patologie metaboliche.

Vi è una crescente evidenza sulla relazione che lega l’obesità ad una vasta gamma di patologie invalidanti:

  • diabete di tipo 2,
  • epatosteatosi non legata al consumo di alcol,
  • cancro,
  • ipertensione,
  • patologie cardiovascolari,
  • patologie neurodegenerative (malattia di Alzheimer).

Tutte queste condizioni patologiche contribuiscono alla crescente e sbalorditiva morbidità e mortalità associate all’obesità; l’osservazione dell’associazione tra obesità e patologie cronico-metaboliche ha fatto emergere forti interessi verso la “biologia adipocitaria” e questi hanno culminato nel prendere coscienza che il tessuto adiposo è un importante organo endocrino (Cao, 2014; Naderali et al., 2009).

Infatti, il tessuto adiposo secerne una vasta gamma di molecole ad attività ormonale, le citochine, in grado di influenzare positivamente o negativamente il funzionamento degli altri principali organi.

Parte di ciò che verrà descritto rappresenta solo un saliente, conciso e breve “riassunto” dei fini ed intricati processi proinfiammatori ed antinfiammatori che si generano in risposta ad un aumento del grasso viscerale ed alla pratica di esercizio muscolare rispettivamente.

La sintesi di ciò che verrà esposto ha il solo scopo di far prendere coscienza:

  • da un lato, le connessioni che si instaurano tra l’aumento del grasso viscerale e lo sviluppo delle malattie croniche, metaboliche e mortalità.
  • dall’altro, quelle che legano esercizio fisico/aumento della massa muscolare al miglioramento della salute.

Sapere intervenire su questi fattori vuol dire essere in grado di impattare positivamente la salute ed in modo totalmente naturale.

Genesi dell’infiammazione cronica sistemica (da tessuto adiposo)

Con “infiammazione cronica sistemica” ci si riferisce ad uno stato infiammatorio di lunga durata dove coesistono allo stesso momento:

  1. infiammazione attiva;
  2. degenerazione dei tessuti;
  3. tentativi di riparazione.

L’infiammazione cronica sistemica di basso grado è data da un innalzamento del livello di citochine proinfiammatorie da 2 a 4 volte rispetto a condizioni basali non infiammatorie.

Sebbene tali livelli siano ben lontani da quelli osservati durante infezioni acute e severe, l’infiammazione sistemica di basso grado è fortemente associata all’invecchiamento e a fattori legati allo stile di vita: fumo, obesità, malnutrizione, insieme ad un incrementato rischio per le patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2, patologie neurodegenerative, cachessia.

Inoltre, l’infiammazione sistemica di basso grado è un forte ed indipendente fattore predittivo di tutte le cause di morte e della mortalità nei soggetti anziani dovuta a patologie cardiovascolari (Pedersen et al., 2008).

Si vedrà come l’aumentare del tessuto adiposo addominale viscerale è una delle cause dell’infiammazione cronica di basso grado ed altresì come la pratica costante di esercizio fisico eserciti un ruolo protettivo contro patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2, cancro al colon, cancro al seno, malattia dell’Alzheimer (Fiuza-Luces et al., 2013; Pedersen et al., 2008; Chen et al., 2016).

L’espansione del tessuto adiposo, soprattutto quello viscerale, crea ipossia cioè bassa presenza di ossigeno. La poca disponibilità di ossigeno porta alla morte dell’adipocita. Questo evento determina infiltrazione dei macrofagi all’interno del tessuto adiposo e da qui nasce il processo proinfiammatorio che si estende a tutti gli altri organi:

  • cervello,
  • pancreas,
  • muscolo scheletrico,
  • fegato

compromettendone la loro funzionalità e predisponendo verso le patologie sopra riportate.

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