Sigma Test: che cosa è? Come utilizzarlo nel Tennis

Di:   ScienzeMotorie  |  18 Gennaio 2021

Introduzione di Giacomo Catalani

Salvatore Buzzelli è l’outsider irriverente della ricerca in campo sportivo e in alcuni casi è stato considerato un vero piantagrane. La sua ossessione per l’innovazione in ambito di preparazione fisica lo ha portato a creare degli strumenti che nel tempo, molti grandi professionisti della preparazione fisica e atleti d’élite hanno osannato, confermandone le potenzialità. La nostra missione con ScienzeMotorie.com è sempre stata quella di dare voce e spazio ai veri innovatori del settore e nelle opere di Salvatore Buzzelli, è sempre chiaramente identificabile una magistrale padronanza dell’aspetto pratico connesso alle nozioni più puramente scientifiche. In questa occasione, siamo lieti di condividere un avvenimento che potrà permettere a molti di comprendere quanta profondità e competenza ci sia nel suo lavoro, ancora una volta apprezzato a livello internazionale.

Com’è nato il Sigma Test?

Quando nel 2007 ideai il SensoBuzz (che all’epoca si chiamava SensoTouch), uno strumento per l’allenamento attentivo-percettivo-cognitivo-cinetico, pensai subito ad un metodo di valutazione per poter assegnare carichi di lavoro personalizzati, in linea con i dettami della Teoria e Metodologia dell’Allenamento e come mio costume per esperienze precedenti.

Il Prof. Carmelo Bosco, con cui ho avuto l’onore di collaborare per un decennio, coniò a proposito un aforisma fantastico che sarebbe da tener sempre presente nell’ambito sportivo.

“L’allenamento è un’arte che si basa sulla scienza e un allenamento senza valutazione è come intraprendere un viaggio senza meta!”

Mi concentrai quindi, soprattutto nel valutare i tempi di reazione semplice e complessa, per quanto riguardava il miglioramento dell’Attenzione in funzione della reazione ed eventualmente dell’anticipazione motoria, e al mantenimento della concentrazione durante azioni che richiedono impegno fisico strenuo e prolungato.

Esattamente ciò che avviene e serve durante gli impegni agonistici tennistici nello specifico ed in generale in tutti gli sport di situazione. Da questi concetti nel 2008, è nato il “Sigma Test”. Infatti il Sigma Test quindi nasce come metodo di indagine sulle capacità organiche individuali, sottoposte a stress attentivo, che come ho dimostrato in seguito, grazie ad alcune ricerche, sembra esercitare un importante azione limitante sulla prestazione fisica.

Per la realizzazione pratica del test ho cercato di utilizzare cose semplici e immediatamente disponibili. Infatti il test si esegue in uno spazio contenuto esattamente come la zona finale di un campo da tennis regolamentare, e si avvale del SensoBuzz che ha la funzione di “lepre elettronica” che guida l’andamento della prova.

sigma test

Funzionamento

In pratica l’esaminando partendo da un punto preciso del campo, chiamato “Base”, si sposta con corse “a navetta” (andata e ritorno), nelle direzioni indicate casualmente dai segnali emessi dal SensoBuzz, “ricalcando in sintesi, gli spostamenti che solitamente i tennisti eseguono in campo durante un impegno agonistico.”

Come si vede dalla figura a corredo, i punti di repere, dove saranno posizionati i “target” di controllo, corrispondenti ai segnali che il SensoBuzz emette a ritmo predefinito, sono facilmente individuabili senza bisogno di fare misurazioni particolari e sono sempre i medesimi, sui campi da tennis di tutto il mondo.

La distanza dal punto “base” ai “target” è di metri 5,50. Il test è di tipo incrementale e non ha durata fissa ma si prolunga fino al momento in cui l’esaminando non è in grado di mantenere il ritmo imposto dal SensoBuzz. Parte con l’emissione di un segnale ogni 5 secondi per un minuto e decresce tale ritmo di 0,2 secondi ogni minuto successivo.

Seguendo il protocollo esecutivo, che ne garantisce la standardizzazione, qualunque valutatore, dall’esecuzione del test, può rilevare dati credibili, oggettivi e attendibili, a partire dai cicli eseguiti e quindi dai metri percorsi, per finire al valore teorico della massima potenza aerobica (VO2max) passando per il “tempo critico”, che è il tempo di emissione dei segnali dell’ultimo ciclo eseguito e la conseguente “velocità di soglia” data dallo spazio percorso in ogni singola “navetta” (11m) ed il “tempo critico”.

Questi parametri influenzeranno la stesura di piani individualizzati di Preparazione mirati agli aspetti attentivi, reattivi e metabolici.

Il Sigma Test, quando ha iniziato a ricevere questa grande attenzione a livello internazionale?

Sinceramente la diffusione internazionale del test deve ancora avvenire ma in Italia tanti preparatori che mi seguono sul web tramite il mio sito e le mie pagine Facebook ed Instagram e che utilizzano lo strumento o l’app “SensoBuzz”, lo fanno eseguire con regolarità e mi stanno aiutando a migliorare la statistica di riferimento per sesso ed età, inviandomi tutti i dati in loro possesso.

Sicuramente l’articolo scientifico uscito lo scorso 31 dicembre su “ITF COACHING & SPORT SCIENCE & REVIEW”, dopo essere stato selezionato dal loro comitato scientifico, farà da cassa di risonanza fra tutti gli addetti ai lavori del Tennis di tutto il mondo.

Tra l’altro il responsabile di redazione della rivista, mi ha richiesto ed è già in possesso di un mio secondo articolo, che uscirà nel prossimo numero, che spiega come utilizzare i parametri derivati dall’esecuzione del Sigma Test che comunque si trovano esposti nei miei libri.

Naturalmente per me tutto questo clamore attorno al Sigma Test, è motivo di grande soddisfazione a dispetto della disattenzione riservata a questi miei studi, da parte del più importante ente di formazione tennistico nostrano.

Sei sempre stato un professionista fuori dagli schemi e un grande innovatore, come vedi il futuro della preparazione fisica nel tennis?

Dalle pagine del mio ultimo libro “Manuale Fondamentale di Preparazione Fisica per il Tennis”, e del libro precedente, scritto con Marco Mazzilli, “TENNIS. La nuova scienza della Preparazione Fisica con il rivoluzionario Metodo Coordinabolico”, al di là dei metodi tradizionali di sviluppo delle varie capacità motorie, si evince già una notevole evoluzione metodologica in ambito di preparazione, infatti dal 2007, con l’avvento del SensoBuzz e con l’introduzione di lavori fisici coniugati a fattori attentivi e cognitivo-reattivi stimolati da segnali visivi ed uditivi emessi da uno strumento elettronico, in tanti hanno seguito con successo, il Metodo proposto (Coordinabolico) che ha fatto proseliti in tutto l’ambiente degli sport di situazione in generale e del tennis in particolare. Quindi penso che dal punto di vista fisico, ormai ci sia poco da aggiungere.

Ulteriori evoluzioni potrebbero emergere da lavori specifici a livello mentale non dimenticando il paradigma fondamentale del tennis che richiede al giocatore di mandare la palla, sopra la rete e dentro le righe, una volta in più dell’avversario è di far durare questo principio fino al termine dell’ultimo punto della partita.

Infatti il compito del tennista è sempre lo stesso: colpire con incisività e precisione la palla per mettere in difficoltà l’avversario, spostarsi rapidamente e ripetutamente negli spazi della propria metà campo dove arriva la palla di ritorno nello scambio e durare nel tempo sia fisicamente sia mentalmente.

Cosa suggerisci che dovrebbe essere fatto in Italia per elevare il livello professionistico?

Per elevare il livello tennistico professionistico in Italia, basterebbe migliorare il livello di formazione e aggiornamento nei corsi organizzati dagli enti preposti, affidandosi magari a docenti di alto profilo scientifico in fatto di conoscenze e di ricerca scientifica e soprattutto di comprovata esperienza pluriennale, vissuta nella gestione di atleti di alto livello. Teoricamente, se si migliora il livello di formazione di conseguenza migliora la capacità dei tecnici di saper offrire proposte metodologiche adeguate.

Fondamentale è anche saper selezionare atleti con caratteristiche mentali, fisiche, tecniche e tattiche a cui mettere a disposizione tempo e risorse economiche.

L’esperienza ci indica però anche un altro dettaglio di non poco conto: nel tennis l’unica certezza è che non ci sono certezze!!!