Senescenza cellulare: cos’è?

Di:   Frank Casillo  |  1 Giugno 2023

Le cellule umane hanno a disposizione un numero definito di volte per replicarsi prima che entrino in uno stato irreversibile di arresto della crescita noto come senescenza proliferativa.

L’invecchiamento dei tessuti è causato dal fatto che le cellule del nostro corpo perdono progressivamente la capacità di proliferare (Micco et al., 2021).

Cosa succede se le cellule smettono di proliferare?

La proliferazione cellulare è importante per sostituire le cellule danneggiate del corpo con cellule nuove; se non vi è proliferazione, le cellule vecchie che hanno perso la capacità di proliferare si accumulano determinando invecchiamento e disfunzione
dei tessuti (Micco et al., 2021). Tali cellule si chiamano cellule senescenti.

Le cellule senescenti non possono più proliferare e crescere nonostante la presenza di stimoli per la loro divisione e crescita (Micco et al., 2021). Si pensi alla massa muscolare e più precisamente alle fibre muscolari che entrano in uno stato di senescenza; per quanto ci si possa allenare intensamente e nutrire correttamente per favorire l’aumento della massa muscolare (ipertrofia), questa non avverrà o sarà fortemente blandita; questo vale per ogni tipo di cellula del nostro corpo.

Le cellule senescenti, oltre a non proliferare e crescere, non muoiono neppure poiché riescono a sfuggire alla loro morte programmata (apoptosi) grazie alla sovraregolazione di circuiti di sopravvivenza (Micco et al., 2021; Birch et al., 2020); infatti, l’aumentata resistenza all’apoptosi è una caratteristica tipica delle cellule senescenti. In tal modo, le cellule senescenti si accumulano e creano danno (Birch et al., 2020).

Perché l’accumulo di cellule senescenti creerebbe danno?

Vi sono diversi motivi, se ne citano alcuni:

  • Come detto, non espletano più la stessa attività delle cellule sane e, quindi, non possono più proliferare e sostituire le cellule danneggiate; in tal modo diminuiscono la capacità dei tessuti di ripararsi e rigenerarsi, e ciò contribuisce all’invecchiamento (Coppé et al., 2008).
  • Le cellule senescenti possono condizionare la rigenerazione dei tessuti limitando il potenziale proliferativo delle cellule staminali e delle cellule progenitrici (Micco et al., 2021).
    Ad esempio, le cellule muscolari progenitrici che entrano in uno stato di senescenza non riescono più a contribuire alla rigenerazione dei danni subiti dalle cellule muscolari (questo potrebbe spiegare poiché all’avanzare dell’età, la risposta muscolare all’allenamento ed i processi di recupero non sono più gli stessi di una volta).
  • Attivano il SASP*, un programma secretorio costituito da diverse dozzine fino a centinaia di fattori bioattivi che creano danni (Micco et al., 2021).

In che modo il SASP creerebbe danni?

In diversi modi:

  • creando infiammazione cronica (Micco et al., 2021);
  • creando senescenza paracrina, cioè è in grado di far divenire le cellule sane dei tessuti adiacenti anch’esse senescenti, estendendo anche ad esse il processo di invecchiamento, disfunzione dei tessuti ed il relativo rischio delle malattie croniche legate all’invecchiamento (Micco et al., 2021);
  • i fattori del SASP auto rinforzano la senescenza (Micco et al., 2021);
  • alcuni fattori del SASP proteggono le cellule senescenti dalla morte (apoptosi) consentendo loro di accumularsi e creare danno (Coppé et al., 2008);
  • il SASP può indurre tumori maligni nelle cellule vicine e loro invasività (Coppé et al., 2008).

Bibliografia

  • Micco RD, Krizhanovsky V, Baker D, Fagagna F. Cellular senescence in ageing: from mechanisms to therapeutic opportunities. Nat Rev Mol Cell Biol. 2021; 22(2): 75–95.
  • Birch J, Gil J. Senescence and the SASP: many therapeutic avenues. Genes Dev. 2020; 34(23-24): 1565–1576.
  • Coppé JP, Patil CK, Rodier F, Sun Y, Muñoz DP, Goldstein J, Nelson PS, Desprez PY, Campisi J. Senescence-Associated Secretory Phenotypes Reveal Cell-Nonautonomous Functions of Oncogenic RAS and the p53 Tumor Suppressor. PLoS Biol. 2008; 6(12): e301.