Processi e fasi dell’apprendimento motorio

Di:   Paolo Bartolucci  |  4 Luglio 2022

“L’apprendimento motorio sfocia nell’acquisizione di nuovi automatismi che la ripetizione permette di fissare sotto forma di condotte stabilizzate: le abilità motorie” (Le Boulch, 1989).

Per poter definire un gesto funzionale, non si può non far riferimento ai centri superiori coinvolti nell’elaborazione cognitiva del gesto stesso prima ancora di essere eseguito e, nel contempo, non si possono non prendere in considerazione i processi attraverso i quali vengono acquisiti gli schemi motori con cui si attivano le successive aree della corteccia cerebrale.

Un altro aspetto di fondamentale importanza è quello relativo al sistema sensitivo-sensoriale (afferenze) con cui il SNC acquisisce le informazioni che provengono dal mondo esterno e dall’ambiente interno. Le afferenze sono relative agli stimoli, e questi vengono captati dai recettori deputati alla loro acquisizione. Gli stimoli vengono integrati ed elaborati dai centri superiori e i tempi e le modalità di acquisizione sono relativi ai processi di apprendimento.

In uno dei suoi elaborati, Schmidt definisce l’allenamento e l’apprendimento come due processi che portano all’instaurarsi di una condizione di “idoneità” per l’acquisizione e l’evoluzione delle abilità (eseguire dei movimenti con maestria). L’idoneità può essere tradotta come uno stato o condizione favorevole alla manifestazione di una o più abilità. L’idoneità si esplica con una serie di condizioni interne, ad esempio come l’attenzione, la motivazione e la stanchezza (Schmidt, 2011).

L’apprendimento

L’apprendimento è quindi l’acquisizione di una serie di stimoli relativi alle esperienze che l’uomo vive nella sua vita. Nel processo evoluzionistico dell’essere umano le esperienze possono essere considerate delle opportunità per apprendere nuove abilità. La memoria rappresenta il consolidamento e l’archiviazione delle informazioni esperienziali.

“Un apprendimento basato su obblighi temporali senza che l’individuo disponga delle capacità funzionali necessarie può presentare dei rischi per il suo sviluppo” (Le Boulch, 1989).

Per rendere efficace l’apprendimento da parte dell’allievo bisogna programmare adeguatamente il processo didattico con cui si somministrano gli stimoli allenanti. Le Boulch suggerisce due criteri per la scelta di un procedimento didattico.

-Il primo fa riferimento, a prescindere dall’età, alla valutazione relativa alla condizione esperienziale del soggetto in causa. “Se il soggetto non dispone di un bagaglio adeguatamente sviluppato, è necessario, prima di affrontare l’apprendimento, passare attraverso una fase esplorativa che metta in gioco la fase di aggiustamento”. Ancora: “nulla si può sostituire all’esperienza personale di aggiustamento”.

-Il secondo criterio di valutazione fa riferimento alla condizione strutturale, muscolo scheletrica, del soggetto in causa. Le limitazioni articolari, relative alle retrazioni/rigidità muscolari possono compromettere o alterare l’apprendimento richiesto o proposto. Come descritto da Le Boluch, “se si vogliono superare determinate difficoltà funzionali, deve essere intrapreso un lavoro di preparazione specifica, sempre a partire da una buona analisi funzionale”. L’apprendimento motorio, l’apprendimento nel senso più generale, risulta essere un insieme di esperienze senso-percettive.

Esperienze senso-percettive

Quando si parla di esperienze senso-percettive si fa riferimento alle modalità di acquisizione delle informazioni che arrivano sia dall’ambiente interno che dall’ambiente esterno. Per poter apprendere qualsiasi informazione vi è la necessità che il recettore deputato a tale acquisizione sia funzionante e funzionale e che lo stimolo sia adeguatamente funzionale alla soglia di sensibilizzazione dei recettori stessi. Lo stimolo in entrata si trasmette attraverso i nervi sensitivi al midollo spinale. L’informazione provocata dallo stimolo, raggiunge i centri superiori. Le vie sensoriali verso l’encefalo possono terminare nelle aree sensoriali del tronco cerebrale, del cervelletto, del talamo o della corteccia cerebrale, oppure rispondere con riflesso locale.

Il flusso di informazioni che viaggia dal mondo esterno verso il soggetto viene definito processo di assimilazione nel quale entrano in gioco tutte le funzioni sensoriali. Il processo di selezione delle informazioni acquisite nella fase di assimilazione si traduce come l’accomodamento o aggiustamento delle stesse. Quando vi è una risposta adattativa agli stimoli esterni, l’aggiustamento contestuale porta a un reclutamento delle funzioni precedentemente acquisite. Ancora Le Boulch: “il ruolo del sistema nervoso centrale è quello di canalizzare le informazioni ricevute verso una molteplicità di strutture, alcune delle quali hanno già ingrammato gli automatismi acquisiti con l’esperienza precedentemente, e di farle convergere sui neuroni che agiscono sugli organi effettori”. Questa attitudine del SNC si definisce funzione di aggiustamento. L’esperienza precedentemente acquisita viene archiviata con un processo di memorizzazione. La memoria può essere procedurale o dichiarativa, e ancora, a breve o a lungo termine.

immagazzinamento a lungo termine

Memoria procedurale

La memoria procedurale è la capacità di memorizzazione dei comportamenti appresi, come andare in bicicletta. In questa tipologia di archiviazione sono coinvolte diverse aree encefaliche come il cervelletto, i nuclei della base e il ponte. La memoria dichiarativa fa riferimento alle esperienze apprese come fatti o eventi e che è possibile dimostrare verbalmente. In questa tipologia di memoria si coinvolge l’ippocampo (C. L. Stanfield, 2012).

La memoria a breve termine è un immagazzinamento temporaneo delle esperienze, al contrario la memoria a lungo termine tende a conservare il ricordo delle informazioni per un lungo periodo e anche per tutta la vita (fase di consolidamento). Questo tipo di memoria provoca cambiamenti funzionali duraturi di tipo funzionale o strutturale a livello dell’encefalo (L. Sherwood, 2012).

“La memoria motoria è la persistenza della possibilità acquisita per la prestazione. In questo caso La memoria e l’abitudine sono concettualmente simili” (Schmidt, 2011).

Infine l’apprendimento motorio, da un’analisi fatta da Schmidt in relazione alle diverse definizioni elaborate dai vari autori, può essere descritto e sintetizzato come un processo a tre fasi: cognitiva, di consolidamento e autonoma.

Fase cognitiva

La prima fase cognitiva può essere tradotta come una fase di studio in cui il compito richiesto risulterà grezzo e incoerente nella sua espletazione. Il soggetto sottoposto al compito in causa si troverà davanti alla necessità di risolvere i problemi riguardanti il “cosa deve essere fatto”, questo processo può essere descritto come un approccio psicologico alla risoluzione del problema (problem-solving).

Fase di consolidamento

Nella fase di consolidamento l’esecuzione del compito motorio è più coordinata, coerente e quindi più efficace. In questa fase il soggetto verterà maggiormente l’attenzione su come eseguire l’azione richiesta.

Fase autonoma

Nell’ultima fase definita autonoma il soggetto passa a una vera automatizzazione del compito motorio che si traduce come un passaggio di memoria a lungo termine il quale permette conseguenzialmente di poter introdurre ulteriori compiti o di elaborare altre informazioni e stimoli provenienti dall’esterno. Un esempio pratico è l’atleta di un determinato sport che può permettersi di svolgere compiti motori complessi e nel contempo organizzare strategie tattiche.

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