Paola Cappucci

PERCORSO:
Il percorso di Paola Cappucci nella kick boxing è iniziato quando, dopo aver assistito a una rissa sulla spiaggia di Ibiza, dove era in vacanza, decise insieme a una sua amica di iscriversi a un corso con l’intento di apprendere alcune tecniche per la difesa personale. Nella palestra che scelsero incontrarono Francesco Mazzoni e Domenico Catalano che saranno importanti per il proseguo.

Il lavoro impegnativo e il dissenso della madre hanno inizialmente allontanato Paola Cappucci dalla palestra ma qualche anno dopo, incontrando Domenico Catalano in una palestra di Firenze, la passione di Paola tornò a farsi sentire forte e da quel momento la kick boxing è diventata il suo sport.

Giacomo Catalani:
“Quali sono le differenze tra la realtà italiana e quella internazionale?”

Paola Cappucci:
“Fondamentalmente la differenza principale è che in Italia non si può fare kick boxing come professione, mentre in altri paesi invece è così. Questo fa tutta la differenza del mondo. Io mi devo allenare cercando i ritagli di tempo, continuando a lavorare, e quindi non è facile dare continuità al lavoro.

Ti faccio un esempio: 2 anni fa ho combattuto contro una grande atleta, la Shevchenko, in un evento molto importante. Ecco lei ha preparato quell’incontro allenandosi 10 settimane in Thailandia, al Tiger Camp. Inutile dire che questo è un aspetto determinante per la qualità degli atleti.”

Giacomo Catalani:
“Quali sono stati gli esordi della tua carriera?”

Paola Cappucci:
“Il primo match doveva essere teoricamente a contatto leggero, ma nella sostanza non lo fu affatto. La mia avversaria fu squalificata per eccesso di contatto, penso ancora oggi che volesse uccidermi! Ricordo che ero emozionatissima, mi sembrava di essere risucchiata dal tappeto del ring, fu in qualche modo un trauma!

Il primo incontro da professionista invece è stato bellissimo, un esordio che ricordo con grande piacere. L’incontro era già per il titolo italiano pro con quella che era sempre stata il mio idolo, Sonja Mirabelli. Quel combattimento fu una grandissima emozione e oggi è un ricordo davvero indimenticabile.”

Giacomo Catalani:
“Quali sono le persone più importanti per la tua vita sportiva?”

Paola Cappucci:
“Il primo ringraziamento va senza dubbio al mio maestro, Domenico Catalano, che ha sempre creduto in me, anche nei momenti in cui non riuscivo a farlo nemmeno io. Se ho fatto quello che ho fatto è merito suo, è grazie a lui se nella mia vita c’è la kick boxing. Tutto lo staff della nuova Action, che dietro le quinte lavora per noi. Lorenzo Patriarchi che mi allena alla grande, anche se delle volte, quando mi tiene il tempo delle ripetute, lo odio. Devo ringraziare anche i compagni e le compagne di allenamento, con i quali condivido gioie e dolori,

Ringrazio anche Didier Le Borgne, amico e procuratore che mi stimola ricordandomi l’importanza di credere nei propri sogni. Ringrazio tutti quelli che mi appoggiano e tutti quelli che mi osteggiano. È anche grazie a chi ci vorrebbe vedere al tappeto che riusciamo a rialzarci sempre.”

Giacomo Catalani:
“In un mondo molto maschile hai avuto difficoltà a esprimerti?”

Paola Cappucci:
“Devo dire di essere stata abbastanza fortunata. A parte qualche episodio in cui qualcuno è andato sopra le righe, magari perché non accettava di doverle “prendere” da una donna, ho sempre trovato tante persone carine e disponibili. Tanti ragazzi mi ha aiutato e supportato alla grande durante tutto il mio percorso.

La difficoltà principale sta invece nel preparare gli incontri perché combattere con una donna è molto diverso e non sempre è facile trovare atlete che fanno questo sport e che siano del tuo stesso peso. Trovare e organizzare sedute di allenamento in questo senso è una delle difficoltà maggiori e per questo uno degli aspetti fondamentali della gestione della preparazione. Internet oggi è importantissimo anche per mantenere questo genere di rapporti.”

Giacomo Catalani:
“Gli infortuni sono una parte purtroppo molto importante per il tuo sport, cosa ne pensi?”

Paola Cappucci:
“Farsi male fa parte delle cose da aspettarsi e da saper gestire. Oggi ho l’appoggio di un centro di fisioterapisti che sono diventati davvero importanti per me e che mi accompagnano sempre nella mia preparazione. Sono degli angeli per me. Mi sono lussata la spalla due volte e non è stato facile, il supporto di professionisti seri in questo senso è determinante.

All’estero c’è una concezione diversa anche in questo senso, c’è molta più attenzione al mantenere integro il corpo e fare prevenzione costante. C’è un approccio più olistico e ritengo che sia quello l’esempio da seguire più spesso anche in Italia. ”

Giacomo Catalani:
“Cosa rappresenta per te lo sport e in particolare il tuo sport?”

Paola Cappucci:
“Per me lo sport è tutto, mi ha cambiato e mi ha reso ciò che sono oggi. Lo sport è disciplina, è fratellanza, è amicizia. Non saprei vivere senza e potrei parlare all’infinito di quanto sia bello fare sport.”

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