Adolfo Panfili
PERCORSO:
Chirurgo ortopedico con lunghissimo curriculum di valenza internazionale e uomo di grande cultura. È presidente dell’AIMO, Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare di cui è il fondatore. È stato allievo del doppio premio Nobel Linus Pauling, inventore della medicina Ortomolecolare.
Il Prof. Panfili ha rivisitato ed ampliato questa scienza fondendola con altre scienze e tecniche fra cui l’uso delle cellule staminali. È il primo ad aver effettuato in Italia interventi di chirurgia robotica mini invasiva in ortopedia con il sistema Mazor. Inoltre è Trainer e Proctor del Dtrax, sistema mininvasivo di fusione e distrazione cervicale posteriore. Fondatore e direttore del primo Centro Italiano di Chirurgia Robotica Vertebrale Mininvasiva è uno dei più eminenti membri di chirurgia robotica alla “International Academy for Robotic Spine Surgery”.
Il Prof. Panfili tratta vertebre, postura e nutrizione in stretta sinergia sin dall’inizio della sua trentennale attività professionale, sia dal punto vista chirurgico che manipolativo essendo tra l’altro il primo ortopedico in Europa a Diplomarsi in Best Chiropratica con il Prof. Ted Morter, uno dei migliori chiropratici al mondo, del quale è stato il miglior allievo europeo.
Attualmente è un pioniere nell’uso ed applicazione delle cellule staminali nel campo del benessere, dell’anti aging e della longevità, con particolare riferimento all’ortopedia, alla colonna vertebrale ed alla cervicale, all’aspetto dei danni cartilaginei per la prevenzione di malattie degenerative delle anche, delle ginocchia e dei dischi intervertebrali.
Giacomo:
“Cos’è la medicina ortomolecolare?”
Adolfo Panfili:
“La medicina ortomolecolare consiste in una pratica terapeutica nutrizionale. Questa terapia alternativa comporta una nutrizione bilanciata e un dosaggio ad hoc di vitamine, minerali dietetici, enzimi, antiossidanti, aminoacidi, acidi grassi essenziali, pro-ormoni, probiotici, fibre dietetiche e acidi grassi a catena corta intestinali. Finalizzata al riequilibrio biochimico del soggetto, la medicina ortomolecolare si fonda sul presupposto per cui la malattia, o il disturbo, è sempre riconducibile a uno squilibrio di questi composti e può essere trattata ritoccando l’alimentazione.
In questa maniera, la terapia ricrea un equilibrio a livello cellulare, innescando i processi di guarigione basati sulla capacità dell’organismo di curare se stesso. Pur agendo su processi biochimici molto complessi, la medicina ortomolecolare è in grado di suggerire soluzioni relativamente semplici, essenzialmente basate su abitudini alimentari e stile di vita.”
Giacomo:
“Cosa pensi dell’omeopatia?”
Adolfo Panfili:
“Ti posso dire che l’omeopatia aiuta, però ti posso dire che se c’è un paziente con diabete tipo 2, un iperglicemia alta, ovviamente non posso gestire tutto con l’omeopatia. Ci sono stati dei casi di bambini trattati con diabete giovanile solo col prodotto omeopatico, questo è irresponsabile. La pillola ci vuole quando serve. Per l’emergenza la farmacoterapia allopatica salva la vita, tu non puoi dire a una persona che ha una broncopolmonite e 40 di febbre “ti curo solo con il pirogeno”, per fare un esempio, ti devo dare un antibiotico.
Il primo elemento della terapia naturale è far bere il paziente. Se io sono disidratato l’organismo entra in un allarme, entra in uno stato di allarme neurovegetativo. Quello che voglio dire è che c’è spazio e necessità per molti tipi di medicina, quello che conta è integrare e saper integrare bene.”
Giacomo:
“Dieta e tumori, che ne pensi?”
Adolfo Panfili:
“Un adeguato stato nutrizionale è indispensabile nel malato sia per una migliore risposta alla terapia antitumorale sia per fronteggiare le esigenze nutrizionali richieste dallo stress della malattia stessa oltre che del farmaco. Le cause della malnutrizione in oncologia sono molteplici; schematicamente si possono suddividere cause collegate alla neoplasia e cause relative al trattamento antineoplastico. Il tumore è causa di malnutrizione in quanto: può indurre ipermetabolismo, stimolare fattori circolanti che provocano anoressia e perdita di peso; può provocare un blocco meccanico del transito intestinale come nelle neoplasie intestinali. Inoltre la terapia antitumorale è causa di malnutrizione poiché può essere associata a nausea e vomito, stomatite ed esofagite, diarrea, alterazioni del gusto o alterazioni dei normali ritmi dei pasti e del sonno.
La malnutrizione in corso di terapia è più spesso associata ai vari trattamenti antineoplastici, nonostante negli ultimi anni le terapie di supporto in oncologia grazie all’approccio ortomolecolare siano diventate sempre più efficaci. Un quarto dei pazienti in trattamento chemioterapico risulta essere sottopeso. Si può ipotizzare che anche il cambiamento dei normali ritmi di vita quotidiana, l’aspetto psicologico negativo, il cambiamento del gusto, le alterazioni del metabolismo indotto dalla chemioterapia possano incidere sfavorevolmente sullo stato nutrizionale dei pazienti oncologici.”