Il raggiungimento del risultato in categorie non agonistiche

Di:   Mattia Giacobone  |  28 Ottobre 2015

Partiamo da un presupposto: qual è il RISULTATO da raggiungere nelle categorie non agonistiche? Come si deve raggiungere?

Il risultato importante da raggiungere sarà la crescita del singolo ragazzo sotto tutti gli aspetti (caratteriale / comportamentale, tecnico, tattico individuale, fisico / atletico). Per quello che riguarda il risultato sul campo nelle categorie non agonistiche (piccoli amici, pulcini, esordienti) si dice sempre che non debba contare, credo invece che l’importante premessa debba essere che il risultato conta sempre. Al momento che inseriamo le porte e contiamo i gol il gioco del calcio diventa agonistico (cioè conta chi vince o chi perde). Quindi il vero problema è L’IMPORTANZA CHE SI VUOLE DARE al risultato.

Facciamo un esempio:
2 bambini che si trovano in un prato senza niente giocheranno a chi tira un sasso più lontano (L’AGONISMO fa parte della natura umana) ma non si sogneranno mai di prolungare le polemiche dopo aver tirato il sasso. Nel mondo del calcio i bambini giocano; vincono o perdono ma continuano a giocare, mentre gli adulti che fanno da contorno al mondo del calcio dei bambini cominciano a trovare giustificazioni alle sconfitte (gli avversari erano più grandi, l’arbitro…, l’allenatore non li fa giocare bene, quel bambino non passa la palla, ecc.) o esaltazioni alle vittorie (siamo i più forti, vinciamo anche contro i più grandi, quel bambino merita di giocare nei professionisti… ecc.).

L’istruttore deve “uscire dalla massa” e dare la giusta importanza alla vittoria ed alla sconfitta e pensare alla crescita del gruppo sotto ogni fattore; senza farsi condizionare dai risultati numerici di una singola gara o dell’intera stagione. Compito ancora più difficile è distogliere i ragazzi dal risultato immediato (visto che già i genitori o i tifosi “analizzeranno” la partita dai gol subiti o fatti).

Uno strumento importante che potrebbe servire per mettere interesse sulle situazioni che servono in un determinato momento della stagione all’istruttore per la propria programmazione è quello che nell’articolo chiameremo “TORNEO DELL’APPRENDIMENTO” cioè un torneo interno sviluppato in ogni allenamento e sotto tutti gli aspetti ed i profili, scegliendo di volta in volta dove mettere la “lente di ingrandimento” della motivazione.

TORNEO DELL’APPRENDIMENTO

Portiamo ora qualche esempio per spiegare come fare a mantenere alta la concentrazione e la motivazione dei ragazzi senza dover parlare di vittoria e sconfitta e potendo curare di volta in volta gli aspetti che più si ritengono importanti in quel momento.
Innanzitutto bisogna spiegare bene il regolamento ai ragazzi ad inizio anno e non cambiarlo in corso d’opera:

– verranno assegnati dei punti ad ogni allenamento in base a criteri diversi ed esercizi:

PUNTI AL SINGOLO GIOCATORE
PUNTI AD UNA COPPIA
PUNTI AD UN GRUPPO
PUNTI AD ELIMINAZIONE (uno contro uno chi vince prende punti)
PUNTI AD ELIMINAZIONE COMPLETA (solo uno nella squadra prende punti)

– ogni allenamento potrà avere più punti:

CLASSIFICA (solo primo oppure primo secondo…ecc…)
AD ELIMINAZIONE (a coppie, chi vince prende punti, l’altro no)
AD OLTRANZA (ogni azione riuscita un punto)

Al termine del girone di andata (solitamente alla festa di Natale) ed al termine del ritorno (festa finale) si premieranno i “vincitori” dei tornei. Ogni allenamento verrà aggiornata la classifica ed ogni ragazzo avrà una serie di punti che gli permetteranno di rimanere in classifica e non perdere entusiasmo. I punti potranno essere suddivisi all’interno delle varie fasi dell’allenamento e dovranno sempre essere oggettivi e variare su ogni capacità (atletica, tattica, tecnica, comportamentale); possono anche essere spostati in altri “campi” extracalcistici (esempio in spogliatoio una gara di cultura generale) o essere utilizzati anche come penalizzazioni (esempio -1 per ritardi ingiustificati… ecc.).

Portiamo in seguito l’esempio di 3 allenamenti suddivisi in:
1. MESSA IN AZIONE (rapporto ragazzo/palla 1:1)
2. ATLETICA/COORDINATIVA
3. TECNICA INDIVIDUALE
4. TECNICA SITUAZIONALE O COLLETTIVA
5. GIOCO/PARTITA
Inserendo in ogni allenamento dei punti per il nostro torneo motivazionale.

Allenamento 1
1. Gara di palleggi (2 punti all’ultimo che fa cadere la palla)
2. Percorso di slalom e velocità (gara a squadre: 1 punto alla squadra vincente)
3. Biomeccanica del gesto del tiro in porta (nessuna gara del torneo)
4. 1 vs 1 + tiro in porta (1 punto ogni gol)
5. Partita libera (2 punti alla squadra vincente)

Allenamento 2
1. Conduzione libera / vincolata (nessuna gara del torneo)
2. Esercizi coordinativi ritmati (nessuna gara del torneo)
3. Tiro in porta dopo slalom (gara a coppie: 1 punto a chi fa più gol dei 2)
4. Partitella a tema x il tiro in porta (1 punto alla squadra vincente)
5. Partita libera (1 punti ogni gol di scarto alla squadra vincente)

Allenamento 3
1. Il buttafuori: x rubare i palloni (2 punti all’ultimo che rimane con la palla)
2. Velocità a coppie (1 punto al vincente della coppia)
3. Tiro in porta dopo 2 vs 2 (1 punto ogni gol della coppia)
4. 5 vs 3 col portiere (a tempo: 2 punti ai 5 che fanno più gol)
5. Partita libera (3 punti alla squadra vincente)

In questo modo riuscirò a far concentrare maggiormente i ragazzi sull’obiettivo dell’esercizio e a distoglierli dal RISULTATO CALCISTICO (inteso come punteggio della partita). Lavorando con questo tipo di motivazione insegnerò ai bambini a raggiungere un risultato passando da dei mini obbiettivi che aumentano le mie capacità e potrò decidere (anche in base al numero di punti utilizzati per ogni singolo esercizio)  dove focalizzare la maggior attenzione di un allenamento per correggere principalmente i problemi riscontrati.

ESEMPIO: Se mi accorgessi durante la gara che la mia squadra è molto distratta in fase di conclusione potrei presentare un’esercitazione come quella indicata al punto 4 del terzo allenamento dove i 5 giocatori che attaccano la porta hanno a disposizione 5’ per fare più gol possibili contro 3 difensori; dovranno così eliminare i tempi morti (es. se la palla esce dovranno battere più velocemente possibile) e diventare più efficaci (calciando solo quando hanno la certezza, o quasi, di poter far gol). Questo metodo potrebbe essere un buon punto di incontro tra l’ottenimento del risultato calcistico (senza esasperarlo) ed il miglioramento del singolo ragazzo. I ragazzi avranno così meno pressioni, capiterà addirittura di vedere un bambino (dopo una sconfitta in una partita) parlare dei punti del torneo dell’apprendimento, portando in secondo piano il numero di gol subiti.