Chetogenesi e metabolismo: approfondimenti scientifici

Di:   Scienze Motorie  |  16 Febbraio 2021

Per parlare di chetogenesi e metabolismo non si può non menzionare il ciclo di Krebs.

Lo scopritore delle 8 reazioni che fanno parte del ciclo di Krebs fu Hans Adolf Krebs nel 1937, un biochimico anglo-tedesco che definì tutte le 8 reazioni complete cicliche del ciclo di Krebs.

Ciclo di Krebs

Beta-ossidazione degli acidi grassi (bruciamo i grassi a scopo energetico)

Si ha una beta-ossicazione di acidi grassi quando i carboidrati, quindi i substrati di glucosio tendono a scarseggiare. L’organismo, spinto e portato avanti da una diminuzione di glucosio a livello cellulare con una diminuzione di insulina, aumenta la produzione di glucagone e adrenalina, sostanze adrenergiche.

Se andiamo indietro nella storia nel periodo primitivo, l’uomo non trovava cibo a sufficienza ed era obbligato alla caccia; l’organismo quindi era geneticamente predisposto alla produzione di questi ormoni importantissimi per la ricerca del cibo.

Questi ormoni, glucagone e adrenalina, non sempre vengono prodotti dal corpo umano, tranne che nelle diete chetogeniche dove l’insulina diminuisce e quindi sia ha più effetto di glucagone e adrenalina proprio per attivare delle vie secondarie per la produzione di energia.

Che effetto hanno questi ormoni sul nostro corpo? Determinano la liberazione degli acidi grassi dalle cellule adipose, provocando una lipolisi spiccata.

Catabolismo degli aminoacidi per produrre energia

In condizioni di diete restrittive, il nostro corpo agisce con un meccanismo di difesa molto importante per la produzione di energia trasformando le proteine, cioè gli aminoacidi, in energia stessa.

Quindi utilizza gli aminoacidi nella loro forma per dar luogo a tutte le molecole che entrano nel ciclo di Krebs per produrre poi energia.

A questo punto è bene distinguere gli aminoacidi in due grandi gruppi:

  • Aminoacidi glucogenici legati alla gluconeogenesi
  • Aminoacidi glucogenici o KAA

Alimentazione chetogenica: quando?

  • Trattamento dell’epilessia;
  • Combattere l’obesità;
  • Trattamento delle cefalee;
  • Morbo di Alzheimer;
  • Morbo di Parkinson;
  • Patologie Autoimmuni.

Vantaggi metabolici

Studi recenti dimostrano chiaramente che riducendo l’apporto di carboidrati fino a valori 50 grammi al giorno il dispendio energetico aumenta, prevenendo gli effetti dell’obesità e dell’insulino resistenza.

  • LIPOLISI spiccata, senza restrizioni caloriche (liberazione dei depositi di grasso)
  • Significativo aumento dell’efficienza cerebrale
  • Produzione di una minor quantità di radicali liberi

Svantaggi metabolici

  • Catabolismo muscolare (perdita della massa muscolare)
  • Formazione di corpi chetonici non utilizzati, sostanze derivate dall’ ammonio, scorie azotate (dovute alla deaminazione degli aa), con sovraccarico renale. acidosi metabolica
  • Alterazioni dell’equilibrio idro-salino (importanti perdite di potassio). crampi muscolari
  • Avitaminosi
  • Possibile ipotensione periferica (soprattutto al risveglio o dopo attività fisica intensa)
  • Possibili cali glicemici (soprattutto al risveglio o dopo attività fisica intensa)
  • Vertigini, nausea, irritabilità, insonnia…

Conclusioni

Una dieta varia associata ad attività fisica regolare è alla base per un completo benessere fisico.

In alcune circostanze è possibile trarre vantaggio da una alimentazione chetogenica che però dovrà essere seguita per brevi periodi sempre sotto stretta sorveglianza medica.

In alcune patologie, l’alimentazione chetogenica dovrà essere seguita per lunghi periodi, pertanto sarà necessario un monitoraggio attento degli esami ematochimici per valutare i veri benefici di tali regimi.

Negli sportivi l’alimentazione chetogenica è efficace durante i periodi di scarico, prima della fase di carico di carboidrati. Chi è maggiormente allenato può sopportare meglio tali regimi nutrizionali e trarne vantaggi maggiori.

Durante competizioni sportive in ambienti estremi, al grande caldo, al freddo, in alta quota, prima di immersioni, drastiche restrizioni dei carboidrati sono controproducenti.

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