Postura e invecchiamento: principali fattori di rischio di caduta

Di:   Riccardo Barigelli Calcari  |  15 Novembre 2022

Un adulto su tre di età superiore ai 65 anni cade ogni anno e questa percentuale sale al 40% degli individui di età superiore agli 80 anni.

Le cadute sono associate a un notevole aumento di morbilità, immobilità, mortalità e perdita di indipendenza e possono anche comportare un pesante carico psicologico dovuto alla paura associata.

L’insieme di questi fattori si traduce in una diminuzione di mobilità, di isolamento sociale e della qualità della vita, con un elevato onere economico. Anche in questo caso la prevenzione primaria è di fondamentale importanza.

Analisi clinica e tecnologia

Esistono diversi test clinici utilizzati per quantificare il rischio di caduta.

Alcuni esempi citati in letteratura sono:

  • Timed-Up-and-Go
  • Sit-To-Stand
  • Dynamic Gait Index
  • Berg Balance Scale
  • Tinetti Performance Oriented Mobility Assessment

Nonostante siano relativamente rapidi e affidabili e forniscano informazioni potenzialmente rilevanti sul rischio di caduta, i test clinici hanno spesso il limite di basarsi su un’osservazione soggettiva.

Alcuni test, come il Timed-Up-and-Go, sono misurati in base al tempo impiegato e potrebbero essere considerati oggettivi.

I test clinici mancano di validità di costrutto e non riescono a fornire dati sulle attività della vita quotidiana in un ambiente abituale, che saranno indubbiamente diversi dalla valutazione simulata.

È stato inoltre ipotizzato che i test clinici possono essere contaminati dall’effetto Hawthorne. Questo è il caso in cui i partecipanti si comportano in modo diverso e, a volte migliore, di quanto farebbero normalmente, a causa della consapevolezza di essere esaminati.

Recenti ricerche hanno suggerito che le valutazioni cliniche potrebbero non riflettere fedelmente l’individuo valutato.

Alcuni studi hanno rilevato che negli adulti anziani senza disabilità motorie, le misure relative alla capacità motoria sono poco significative per prevedere le prestazioni nella vita reale.

Recentemente, la tecnologia wireless e indossabile, come quella di accelerometri e giroscopi, è emersa come potenziale alternativa ai test clinici di laboratorio.

Questi dispositivi hanno il potenziale per essere utilizzati insieme ai test clinici, fornendo dati oggettivi che consentono di prendere decisioni più consapevoli sul rischio di caduta e sui successivi trattamenti di prevenzione.

Il più diffuso sistema è un sensore inerziale indossabile (WISwearable inertial sensor), noto anche come unità di misura inerziale indossabile (IMUinertial measurement unit). È una tipologia di dispositivo piccolo, leggero, poco costoso e non richiede lunghi tempi di configurazione come i tradizionali sistemi di acquisizione del movimento; ha batterie di lunga durata e non deve essere confinato in un laboratorio.

Per questo motivo il WIS può fornire dati cinematici continui e in tempo reale durante le attività della vita quotidiana, rispetto ai movimenti standardizzati dei tradizionali test di valutazione del rischio di caduta.

wearable inertial sensor

Test statici

Troppo spesso le misurazioni della cinetica posturale sono eseguite in laboratorio e si basano sul movimento del centro di pressione in piedi su pedane. Questa modalità richiede un’apparecchiatura costosa, che viene montata su una superficie e non è quindi trasportabile.

Esistono alternative più economiche e disponibili in commercio come: Nintendo Wii Balance Boards e Microsoft Kinect sono state ritenute affidabili e valide, ma hanno avuto un evidenza non sempre attendibile per quanto riguarda le loro capacità.

Nonostante siano in qualche modo portatili e più economici, sono comunque in gran parte limitati a un ambiente interno e possono essere soggetti a un rumore maggiore e a frequenze di campionamento incoerenti.

In una review di Patel at al. del 2019 la posizione più comune della WIS nei diversi studi analizzati è stata tra la terza e la quinta vertebra lombare.

Diversi studiosi ritengono il posizionamento in questa zona efficace per le caratteristiche derivate dai sensori. La parte inferiore del tronco, in particolare la terza-quinta lombare, corrisponde al centro di massa di un individuo, che è stato segnalato come altamente correlato al centro di pressione misurato con le piattaforme.

I risultati suggeriscono che il WIS posizionato in questa zona è una misura affidabile dell’equilibrio e della stabilità posturale.

Durante i test statici è stato generalmente determinato che le persone che cadono mostrano una maggiore quantità di oscillazioni mediolaterali e anteroposteriori del tronco rispetto alle persone che non cadono. Questi risultati sono in accordo con la letteratura attuale, poiché anche precedenti ricerche senza WIS hanno riportato risultati simili riguardo all’oscillazione del tronco.

Appare importante la misurazione della stabilità posturale nella valutazione del rischio di caduta e classici test clinici, come il test di Romberg, si basano sull’osservazione dell’oscillazione posturale in diverse condizioni di stazione eretta.

Test dinamici

Diversi studiosi suggeriscono che i test dinamici forniscono una migliore previsione delle cadute, perché la maggior parte di esse si verifica mentre un individuo è in movimento, in special modo durante il cammino.

Nella valutazione dell’andatura, i fattori di rischio includono una velocità di camminata più lenta e una lunghezza del passo e della falcata inferiore, che sono risultati essere differenze caratteristiche in diversi studi. Un test clinico della deambulazione che interpreta il rischio di caduta in base alla durata del completamento di un compito basato sulla deambulazione è il test Timed-Up-and-Go: un tempo più lungo per il completamento indica un maggiore rischio di caduta.

È ipotizzabile che un’andatura più lenta, con passi e falcate più brevi, sia un meccanismo di compensazione consapevole, in quanto gli anziani adottano un modello di andatura più cauto derivante da una maggiore paura di cadere e da una minore forza muscolare. Ciò è confermato da uno studio di Asai et al., che hanno riferito che gli individui con paura di cadere camminavano più lentamente di quelli senza paura di cadere.

Entrando più nel dettaglio è stata riportata una relazione non lineare tra la velocità dell’andatura e le cadute, che suggerisce che una velocità di camminata più lenta equivale a un maggior rischio di cadute quando si cammina in ambienti chiusi, mentre quando si cammina all’aperto una velocità di andatura più elevata corrisponde a un rischio maggiore di cadute.

rischio caduta

Un dato costante in tutti gli studi è che gli anziani che cadono e quelli ad alto rischio di caduta camminano con un’andatura meno fluida e meno stabile, ma la posizione del sensore varia e ci sono incongruenze sulla posizione ottimale.

Alcuni analizzano la parte superiore, altri quella inferiore del tronco.

La maggior parte degli studi ha posizionato un sensore inerziale nella parte inferiore del tronco, ma è stata la parte superiore del tronco a fornire la maggiore specificità per la previsione di cadute future in uno studio prospettico di Doi et al.

Le indicazioni in letteratura sembrano essere utili anche per soggetti patologici, ad esempio Parkinsoniani e malati di Alzheimer, e i risultati suggeriscono che le stesse metriche possono essere correlate al rischio di caduta in soggetti patologici e non.

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