Il potere dell’attività fisica

Di:   Luca Russo  |  7 Febbraio 2022

Recentemente, in una delle mie ricerche bibliografiche, mi sono imbattuto in questo lavoro dell’ACSM di fine 2019 “American College of Sports Medicine Roundtable Report on Physical Activity, Sedentary Behavior, and Cancer Prevention and Control”.

Ricordiamo tutti il 2019 come l’ultimo anno in cui la nostra vita, almeno da Italiani, non era costellata di DPCM, obblighi spesso curiosi e stati di emergenza che si prolungano ad oltranza. Se per un attimo riusciamo a ricordare quella vita, allora ricorderemo anche che l’attenzione del mondo della salute era orientata a molti aspetti. Tra i principali c’erano senza dubbio

  • l’obesità,
  • le malattie cardiovascolari,
  • le malattie degenerative e
  • il cancro.

A distanza di qualche anno per alcuni sembra addirittura anacronistico parlare di queste patologie gravissime, dal momento che l’argomento del momento pare essere uno solo. Peccato però che le altre patologie non sono finite o scomparse, “non è un interruttore” diceva Sylvester Stallone in Rambo 1.

No. Purtroppo non sono scomparse e forse, avanzo un’ipotesi totalmente contestabile e mi espongo a qualunque giudizio, non solo non scompariranno ma probabilmente gli eventi accaduti dal 2020 ad oggi comporteranno un aumento di queste problematiche di salute. Che hanno un impatto devastante tanto sui bilanci pubblici quanto, e ancor più, sulle famiglie. Perché lo penso? Perché l’aumento della sedentarietà dal 2020 ad oggi è un dato di fatto, non solo indagato in letteratura ma anche “promosso” (credo che il termine calzi a pennello) dalle restrizioni nel frequentare gli ambienti dove si svolge l’attività fisica e lo sport, restrizioni che se in un primo momento totalmente emergenziale potevano assumere un certo valore, con l’andare avanti del tempo si sono trasformate in certi casi in discriminazioni verso determinate fasce di età sulla base delle scelte personali.

il potere dell'attività fisica

Linee guida del ACSM

A fine 2019 l’ACSM, ovvero l’American College of Sports Medicine, una delle organizzazioni più autorevoli a livello mondiale nel dare

-pareri,

-linee guida e

-approcci scientifici razionali

verso la promozione della salute attraverso la sana attività fisica, pubblicava un lavoro. Che parlava per l’appunto di attività fisica, comportamento sedentario e controllo e prevenzione del cancro.

Riporto qui di seguito la fedele traduzione del solo abstract, invitando i lettori a prendere visione del lavoro in originale.

Introduzione

L’America College of Sport Medicine nel marzo del 2018 ha convocato una tavola rotonda internazionale e multidisciplinare su esercizio fisico e cancro. Al fine di valutare e tradurre l’evidenza che lega l’attività fisica e

  • la prevenzione,
  • il trattamento e
  • il controllo del cancro.

Questo articolo discute i risultati della tavola rotonda in relazione all’evidenza biologica ed epidemiologica circa il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione del cancro e nella sopravvivenza alla malattia.

Risultati

L’evidenza supporta che ci sono un numero di meccanismi biologicamente plausibili per cui l’attività fisica può influenzare il rischio di contrarre il cancro. E che l’attività fisica è benefica per la prevenzione di diverse tipologie di cancro inclusi quelli del seno, colon, endometrio, rene, vescica, esofago e stomaco. Minimizzando il tempo speso con comportamenti sedentari si può anche ridurre il rischio dei cancri all’endometrio, al colon e al polmone.

Al contrario, l’attività fisica è associata con un più alto rischio di melanoma, una seria forma di cancro della pelle.

Inoltre, l’attività fisica prima e dopo una diagnosi di cancro è anche probabile che possa essere rilevante per la sopravvivenza di coloro con diagnosi di cancro al seno e al colon. Con dati che suggeriscono che l’attività fisica post diagnosi fornisce maggiori benefici in termini di mortalità rispetto all’attività fisica pre diagnosi.

Conclusioni

Collettivamente, esiste un’evidenza coerente e consistente che l’attività fisica giochi un ruolo nella prevenzione di molte tipologie di cancro e nel miglioramento della longevità tra i sopravvissuti al cancro. Sebbene l’evidenza legata al rischio di melanoma dimostri l’importanza di praticare protetti dal sole mentre si è fisicamente attivi. Insieme, questi risultati sottolineano l’importanza dell’attività fisica nella prevenzione e controllo del cancro.

I professionisti del fitness e della salute pubblica così come gli operatori sanitari di tutto il mondo sono incoraggiati a divulgare alla popolazione in genere e ai sopravvissuti al cancro il messaggio che è possibile essere fisicamente attivi a seconda

  • della propria età,
  • delle proprie abilità e
  • dello stato del cancro.

Come appare chiaro dall’abstract e da una delle tabelle più semplici che si trovano all’interno dell’articolo, il legame tra attività fisica e salute relativa alla possibilità di cancro è elevato. Non solo, è presente anche un legame tra il tempo passato in posizione seduta e il rischio di cancro. Questo significa che se una persona non svolge attività fisica e inoltre passa molto tempo seduta non solo non abbassa il rischio di sviluppare un cancro, ma addirittura ne aumenta il rischio stesso. E questo vale in maniera moderata per il cancro al colon, all’endometrio e ai polmoni.

attività fisica

Nel 2016, in circa 8 mesi, ho perso mio padre di cancro al polmone e non ritengo di essere stato in grado di essere sufficientemente da esempio e da stimolo per fargli fare attività fisica prima e dopo la diagnosi. È una domanda che spesso mi pongo “e se avessi fatto-detto-suggerito” etc. La mia storia forse sarà simile a quella di molti altri e sicuramente ce ne saranno altre di storie così. Per questa ragione è fondamentale divulgare queste informazioni che troppo spesso vengono date per scontate, ovvie, normali ma che purtroppo in pochi applicano.

il potere dell'attività fisica

Probabilmente molti lettori arrivati a questo punto dell’articolo si staranno annoiando per l’ovvietà delle informazioni fornite. Altri invece si staranno interrogando sul perché di questo articolo. Per dare seguito alle perplessità del lettore allora propongo un simpatico gioco di memoria.

Qualcuno ricorderà che nel periodo tra marzo e maggio del 2020 uno dei principali slogan umoristico-satirici che girava sui social network era “ai nostri nonni è stato richiesto di andare in guerra e a noi di stare sul divano”. E ancora qualcuno ricorderà il runner abruzzese che correva totalmente da solo su una spiaggia totalmente deserta che veniva avvicinato dall’agente di turno che cercava di acciuffarlo. E ancora tante altre scene simili. In tante ma tante maniere, gli operatori della salute e del fitness si sono prodigati per proporre allenamenti da casa, tanto che lo stesso OMS ha anche divulgato delle indicazioni di massima in cui suggeriva una sequenza di esercizi domestici e io sono stato il primo in Italia a tradurre queste indicazioni.

Nonostante tutti questi sforzi molti operatori e aziende del settore sono state addirittura tacciate di sciacallaggio, solo perché vendevano i propri servizi che guarda caso, però, la letteratura ci dice che abbiano ottime ricadute sulla salute. Non sembra invece che le piattaforme di intrattenimento streaming abbiano ricevuto lo stesso trattamento, pur avendo visto alzare i propri incassi mentre la popolazione era “sul divano”, sebbene non sono noti in letteratura i loro effetti benefici sulla salute.

A fronte di questa drastica riduzione dell’attività fisica globale della popolazione, ci sono state molte persone che sono riuscite comunque a restare attive e tante che addirittura hanno scelto di costruire delle piccole palestre casalinghe sfruttando stanze o garage poco usati. Altri gruppi di persone hanno riscoperto le attività all’aria aperta anche in periodi freddi. Imparando magari gesti o attività nuove e mai intraprese come la camminata in montagna, il nordic walking, il ciclismo, la corsa. Altri ancora invece hanno scelto volutamente di farsi seguire da personal trainer sia online che in piccoli centri e tantissime persone sono tornate presso il proprio centro fitness di fiducia o a svolgere lo sport preferito. Queste persone, che spesso capitano alla mia attenzione, hanno mantenuto livelli di forma fisica idonei e hanno riscoperto il piacere di muoversi.

Alla luce di queste memorie passate, di questi comportamenti attuali e dei dati della letteratura è palese che esista una grandissima discrepanza tra

-cosa suggeriscono le evidenze e

-cosa realmente faccia la popolazione.

il potere dell'attività fisica

In questi ultimi periodi, purtroppo, la parola scienza è stata usata in forma utilitaristica, abusata e ridotta a mera gara tra fazioni per supportare una o un’altra tesi. Come delle tifoserie. La ricerca sulla salute e in particolar modo sulla prevenzione, quella vera non quella chimicamente e farmacologicamente indotta di cui si parla ultimamente, non deve avere fazioni, tifosi o gente che “crede” come se fosse una religione. La scienza moderna, il metodo scientifico moderno così come ce lo ha insegnato un Italiano di nome Galileo il cui dito medio è conservato presso l’omonimo museo di Firenze, va avanti per confutazione di ipotesi. E ad oggi in letteratura non esistono studi a sufficienza che possano smentire l’efficacia del ruolo dell’attività fisica nella promozione della salute e nella prevenzione di malattie metaboliche tipiche dei tempi moderni. Ecco il messaggio da divulgare con forza, con esempio, con dedizione e con costanza.

Non sono argomenti ovvi, vecchi e desueti. Non esiste nessuna novità, nessuna ricerca sensazionale, nessun ritrovato chimico o farmacologico di ultima generazione. Esiste solo la necessità di divulgare questi aspetti e di invitare i propri cari a muoversi il più possibile, necessitiamo di un contagio positivo di attività fisica, necessitiamo di educazione all’attività fisica e alla salute. Se le istituzioni scelgono di chiudere le palestre scolastiche e private poiché “attività non indispensabili ” noi abbiamo il ruolo, il compito, l’onere e soprattutto l’onore di combattere una battaglia in opposizione a queste menzogne che non hanno riscontro scientifico.

E sì, forse spesso diventa una battaglia contro i mulini a vento come quelle dell’eroe romantico di Cervantes. Ma cosa c’è di più nobile se non lo schierarsi contro la decadenza della società come faceva Don Chisciotte? Sono certo che alla lunga non usciremo sconfitti come lui, riscattando la sua figura e la nostra professione. Che in fondo abbiamo scelto per passione e amore.

Buon allenamento a tutti.

Bibliografia:

Patel AV, Friedenreich CM, Moore SC, et al. American College of Sports Medicine Roundtable Report on Physical Activity, Sedentary Behavior, and Cancer Prevention and Control. Med Sci Sports Exerc. 2019;51(11):2391-2402. doi:10.1249/MSS.0000000000002117