Gestire l’Ansia Prestativa

Di:   ScienzeMotorie  |  17 Marzo 2017

L’Ansia Prestativa è una delle componenti dell’Ansia ma non l’unica

Quando si parla di Ansia, intanto, si fa riferimento ad uno stato emotivo temporaneo che porta a provare sensazioni fisiche di tensione non necessariamente negative. Si va dall’eccitazione all’affanno, all’agitazione e alla paura.

Nello specifico, l’ansia modifica diversi parametri quali quelli riferiti agli aspetti cognitivi, emotivi e fisiologici con conseguenti risposte comportamentali che vanno dalla prontezza e attacco fino alla paura e fuga o al blocco psicomotorio.

Nello sport e non solo, esistono diversi tipi di Ansia che riguardano L’Ansia da Prestazione, riferita a una situazione specifica contestuale come una gara, gli esami o parlare in pubblico.

  • L’Ansia Anticipatoria che mobilita risposte cognitive anticipatorie dell’evento con conseguenti pensieri di preoccupazione e tensioni emotive di agitazione e panico.
  • L’Ansia di Stato che hanno tutti e che si riferisce a una mobilitazione di risposte neurofisiologiche e comportamentali temporanee con il conseguente recupero e ritorno al livello basale non appena termina la situazione che si sta affrontando.
  • L’Ansia di Tratto invece si riferisce a un aspetto o “tratto “ stabile della personalità legato a situazioni di vita pregressa. Ha a che fare con componenti sia fisiologiche che ambientali che si sono fissate nella personalità, determinandone rigidità strutturali e somatizzazioni fisiche.

Nel corso di una prestazione fisica o mentale, chi ha l’ansia di tratto partirà con un livello di soglia di tensione più alto rispetto a chi non ce l’ha e finita la prestazione non riuscirà mai a raggiungere il livello di base.
Questa situazione determina delle continue tensioni a livello muscolare ed emotivo con la conseguente caduta prestazionale

Nello specifico vediamo cosa succede a carico dei parametri più sopra elencati:

A LIVELLO FISIOLOGICO

Parametro maggiormente alterato, dove si registrano alterazione delle risposte psicofisiologiche: palpitazioni, dispnea, tremori e tensioni muscolari, ipersudorazione, freddo, nausea, vomito, ecc.

A LIVELLO COGNITIVO

Confusione, insicurezza, difficoltà di attenzione e concentrazione, scarsa capacità decisionale.

A LIVELLO EMOTIVO

Generalizzata condizione di disagio e tensione, con agitazione intensa. Esteriorizzazione attraverso i comportamenti non verbali e la meta – comunicazione.

L’Ansia è strettamente connessa con l’energia o Arousal e nello specifico ad una eccessiva Attivazione di energia rispetto al compito che si deve affrontare.

L’Arousal o Energia è legata a componenti fisiologiche e motivazionali. Ognuno ha la sua, bisogna individuare il livello ottimale e allenarlo per arrivare alla fine della prestazione. Se si ha poca energia non c’è ATTIVAZIONE, ci si annoia, se ce n’è troppa questa termina prima della fine della prestazione oppure si trasforma in ANSIA.

Per arrivare allo stato di Flusso o FLOW (Hanin 1997 IZOF ) è necessario che le abilità di ognuno siano proporzionali al livello di difficoltà del compito e che l’attivazione sia massima, né troppa, né troppo poca, con uno stato di calma emotiva ed una certa freddezza e lucidità.
Questo permette di essere concentrati per tutta la durata della prestazione, ovvero di rimanere a
FOCUS.

COSA FARE

Per raggiungere questo stato ottimale esistono dei programmi specifici basati sulla riduzione dell’ansia corporea e di quella cognitiva
La metodologia utilizzata può essere sintetizzata in un acronimo facilmente memorizzabile:
P.A.S.S.I

P – individuare i Punti di forza, le abilità e le competenze che si ritengono necessarie per raggiungere le prestazioni ottimali (a livello fisico, tecnico, mentale, tattico)

A – Attivarsi cercando il livello ottimale per essere focalizzato sul compito definendo il range entro cui stare. Definire gli obiettivi di prestazione che siano misurabili e concreti

S – Sintonizzarsi ovvero rilassare il corpo e trovare il giusto livello di concentrazione al compito in modo da sapere sempre a cosa prestare attenzione.

S – Sincronizzarsi ovvero percepire l’ambiente circostante, cercando di essere fluido, integrato e in armonia e a proprio agio. Sii presente nella situazione

I – Interiorizzare le sequenze che allenate a livello corporeo e mentale in modo che diventino delle routine. Questo permette di essere sempre a Focus, lucido, concentrato e calmo

La preparazione mentale, in definitiva, identifica e allena le caratteristiche che un atleta deve avere per essere al massimo da un punto di vista mentale oltre a dare indicazioni ai tecnici e a migliorare la comunicazione ai diversi livelli tra atleta e tecnico, tra atleti e tra atleta e dirigenza.


Riferimenti:

R, ButlerPsicologia e Attività Sportiva –Il pensiero scientifico Editore

M.Jahier- Programmi di intervento gestione ansia somatica “Performance e Benessere” – www,mindtrainer.it

Saibene, Rossi, Cortili – Fisiologia e Psicologia degli Sport – Zanichelli

Dott.sa Miriam Jahier
Psicologa – Psicologa dello Sport – Psicoterapeuta
www.mindtrainer.it
www.pdspsicologidellosport.it
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