Competizione e stato emotivo

Di:   Roberto Benis  |  20 Gennaio 2023

La competizione può mettere a dura prova l’atleta; spesso è l’approccio mentale che fa la differenza. Gli psicologi dello sport e chi si occupa dello sport lavorano sull’aspetto mentale della performance che non è sia innato ed immutabile; infatti un allenamento mentale continuo e strutturato può avere un impatto sulla prestazione come quello fisico.

Lo stato emotivo e la prestazione

Entrare nella mentalità giusta prima di una gara è uno degli aspetti cruciali per prestazione. Le reazioni emotive a situazioni di stress possono esaurire le risorse di un atleta ma se queste sono male gestite possono avere un impatto negativo sulle prestazioni. Risulta fondamentale aver una strategia per affrontare lo stress nel pre-gara.

Nel corpo dell’atleta assistiamo a cambiamenti fisiologici che danno maggiore eccitazione, al rilascio di ormoni nel sangue come l’adrenalina. Inoltre si verificano cambiamenti anche nel sistema dell’attenzione, che porta l’atleta ad una maggiore vigilanza e prontezza.

Molti atleti sfruttano questo stato considerandolo per quello che è, una normale risposta dell’organismo che si sta preparando ad una competizione e sono in grado di usarlo in modo funzionale per la prestazione.

Questa interpretazione positiva della risposta di eccitazione di solito porta ad emozioni più positive ed a prospettive ottimistiche che associato ad una routine pre-gara strutturata permette di “entrare” nella competizione e sfruttare il proprio potenziale.

Al contrario, altri interpretano come ansia, preoccupazione e apprensione i cambiamenti fisiologici messi in atto (ad esempio l’aumento della frequenza cardiaca), con un conseguente stato emotivo negativo che ostacola una buona prestazione.
La nostra risposta emotiva è frutto anche dell’interpretazione personale, il rapporto tra pensieri ed emozioni funziona in entrambe le direzioni: anche se le emozioni sono il risultato di interpretazioni cognitive, possono avere anche un impatto sui nostri pensieri, dando vita ad un circolo vizioso di pensieri ed emozioni negativi.

Cosa fare

È possibile ottenere un maggiore controllo sulle emozioni disfunzionali prima della gara “giocando” sul focus attentivo, come dicendo a sè stessi:” queste sensazioni del mio corpo servono a fare bene” e ripetere l’affermazione se necessario; provare a ricordare la propria immagine dopo una vittoria o un buon allenamento e collegarla alle sensazioni percepite in quel momento.

Questa routine deve essere praticata regolarmente per stabilire una risposta abituale che aiuterà a sentirsi più composti e attivati prima delle competizioni. Spesso nell’atleta compaiono anche immagini negative di se stesso, fa previsioni di non riuscita, ha paura di quello che succederà. In questo caso può servire ricordare una prestazione personale di successo, oppure visualizzare un atleta di riferimento e i suoi punti di forza e poi visualizzare sè stessi con attributi positivi simili.

Anche gli atleti più esperti diventano nervosi e irritabili prima di una competizione , ma la giusta tensione è necessaria per il raggiungimento della massima prestazione. Un principio fondamentale per l’atleta è quello di saper controllare il controllabile e non sprecare energia su ciò di cui non ha il controllo o il potere. Ad esempio  prestare troppa attenzione all’avversario e a cosa stò facendo può essere un distrattore che ostacola il nostro atleta.

Nel pre-gara si possono utilizzare strategie finalizzata al raggiungimento dello stato emotivo desiderato.

Self-talk

Pensieri del tipo: “gli altri sono meglio di me” “questa gara sarà un disastro”, “Oggi non ci sono”, hanno la tendenza a diventare una profezia che si autoavvera, garantendo così una prestazione scadente. Così si attua una profezia che si autoavvera. L’atleta crea terreno fertile per fare andare male la gara o la partita. Dobbiamo ricordare che le pressioni e l’ansia generano pensieri ed emozioni negativi associate alla paura di fallimento.

Un self-talk positivo può fronteggiare i pensieri negativi e le emozioni prima di una competizione. Serve un dialogo interno costituito da brevi parole o frasi da ripetere a sè stessi durante l’esecuzione del gesto come “Sono pronto”, “sono fare”, “Ce la posso fare”, “respira..calmati..”

Ristrutturazione pensieri e emozioni negative con pensieri positivi aiuta lo sportivo nella performance e in particolare nei momenti di difficoltà.

Questa tecnica deve essere metabolizzata e poi applicata nei momenti di bisogno, e quindi serve tempo, e soprattutto pratica e ripetizioni. Serve costanza, utilizzo il self talk e tutte le altre tecniche o strategie rispettando i principi che governano la teoria dell’allenamento, come i principi della ripetizione, della continuità, della ciclizzazione.

Imagery

Alcuni atleti utilizzano le immagini per ricordare esperienze passate positive e generare un senso di fiducia e di efficacia. L’imagery non è solo una forma di visualizzazione ma soprattutto un’esperienza sensoriale che coinvolge anche il senso cinestetico, le emozioni e le esperienze uditive.

Come consiglio si può indicare all’atleta di usare l’imagery prima della gara per visualizzare i movimenti da fare, per ripetere certe situazioni, per riportare alla mente vittorie o momenti positivi o di efficienza.

In questo caso le sessione di Imagery deve essere breve, da uno-due minuti. Utile suggerire di riprodurre situazioni realistiche e di se possibile dirsi affermazioni positive, es. “mi sono allenato bene….sono forte”)

Conclusioni

Gestire stati emotivi, prendendone coscienza è un aspetto molto importante per l’atleta, di tutte le discipline. Il lavoro dello staff che lo circonda e la sua esperienza personale sono fondamentali per lo sviluppo e la formazione dello sportivo.