Il grande bluff della Biomeccanica – Parte 2

Uomo in posizione di partenza pronto a correre, con abbigliamento sportivo, accanto a un motivo a spirale colorato su sfondo nero. l'immagine è accompagnata dalla scritta "Il grande bluff della Biomeccanica – Parte 2" e dal logo di ScienzeMotorie.com
31 agosto 2022

In un precedente articolo abbiamo esaminato gli errori concettuali che portano ad usare in maniera errata il termine Biomeccanica.

In questo articolo analizziamo le forme e le modalità di analisi del movimento che possono essere usate quando non si svolgono reali misurazioni di Biomeccanica. Come abbiamo già ampiamente descritto nell’articolo precedente, troppo spesso un tipo di approccio qualitativo viene confuso con un approccio di natura Biomeccanica. Che al contrario è per definizione un approccio quantitativo.

Strategie per un’analisi del movimento completa

Non c’è nulla di male o di poco onorevole nell’usare degli approcci qualitativi, mentre è molto poco corretto e soprattutto fortemente errato definire questi approcci come Biomeccanica. Purtroppo questa distorsione avviene costantemente nell’ambito delle Scienze Motorie e anche in quello delle professioni sanitarie in generale.

Cosa s’intende dunque per analisi del movimento qualitativa? Un esempio pratico lo si può trovare su questo sito, leggendo l’articolo “Cristiano Ronaldo: il salto dal punto di vista del laureato in Scienze Motorie”.

In questo articolo si spiega dettagliatamente che in condizioni in cui non è possibile avere dei parametri certi per strutturare uno studio del movimento quantitativo, si può ricorrere a strategie di analisi descrittivo/qualitative al fine di inquadrare le fasi/istanti chiave del movimento, descriverle in termini di comportamento motorio. E poi, da queste, elaborare delle ipotesi di lavoro sul campo oppure delle ipotesi di ulteriore analisi maggiormente dettagliata.

Questa modalità di ragionamento consente di approcciarsi al movimento con una modalità di studio a strati: dai più superficiali e generici ai più intimi e specifici. Un esempio di questa sequenza potrebbe essere quello descritto nel diagramma di flusso successivo, nel quale si differenziano diverse tipologie di analisi e diverse tipologie di approcci con lo scopo di raggiungere l’obiettivo finale. Migliorare la prestazione.

Immaginiamo il caso del nostro giocatore di pallacanestro che viene sempre corretto dall’allenatore perché non riesce a difendere con efficacia in uno contro uno e che non piega bene le gambe in posizione difensiva.

La sequenza di fasi di analisi potrebbe essere la seguente:

sequenza fasi di analisi

Come è possibile intuire dal diagramma di flusso, l’esempio riportato offre un processo di lavoro chiaro e definito, nel quale ogni fase indirizza verso la successiva al fine di costruire l’intervento motorio migliore per migliorare la condizione del giocatore.

Si alternano fasi di analisi dell’efficacia di movimento a fasi di valutazione chinesiologica. Per finire, infine, con una valutazione Biomeccanica molto analitica e settoriale che in prima battuta potrebbe sembrare molto lontana e inutile rispetto al problema iniziale.

Al contrario, inserita in un contesto logico e ragionato, le informazioni che fornisce sono di fondamentale importanza per completare il quadro di informazioni in ottica di profilo di prestazione.

Questo tipo di approccio conferisce onore e dignità ad ogni fase della valutazione, da quelle più qualitative a quelle più quantitative. Non a caso nel mio libro: “Biomeccanica. Principi di biomeccanica e applicazioni della video analisi al movimento umano” gli ultimi due capitoli siano dedicati alla video match analysis. Questa scelta è stata criticata da qualcuno poco attento al processo generale di analisi del movimento. Ma ripeterei la scelta fatta perché la Biomeccanica è una materia molto ostica per i professionisti dello sport, del fitness e della salute. Per cui parlare di cose astratte senza fornire un quadro completo del processo di analisi avrebbe reso incomprensibile il libro e soprattutto le informazioni contenute sarebbero state poco applicabili.

Al contrario, analizzando nella prima parte del libro cosa sia la Biomeccanica ed estrapolando da essa l’analisi cinematica e fornendo esempi di analisi cinematica attraverso uno strumento semplice come la video analisi, sono riuscito a fornire delle informazioni chiare, semplici ed immediatamente replicabili anche per coloro che non hanno mai svolto una misurazione in vita propria.

Oggi, infatti, tutti i professionisti hanno la possibilità di svolgere video analisi sul proprio pc attraverso software gratuiti che sono anche molto utilizzati in letteratura a differenza di altri prodotti a pagamento che sono sconosciuti alla comunità scientifica. Ecco quindi che in quest’ottica si inserisce la video match analysis, strumento necessario nello sport per unire e dare un significato reale alle misurazioni analitiche tipiche del mondo della Biomeccanica. Comprendere questo passaggio significa ampliare la propria visione sul mondo dell’analisi del movimento.

Purtroppo, contrariamente a quanto finora riportato, sono invece presenti sul mercato libri e prodotti formativi che parlano di Biomeccanica, autoproclamandosi addirittura come riferimenti per il settore ma purtroppo spesso descrivono solamente né più né meno come svolgere gli esercizi in palestra, non offrendo informazioni relative a misure di statica, dinamica e cinematica.

Questa non è Biomeccanica e ormai il concetto dovrebbe essere chiaro.

Domande aperte sul bluff della Biomeccanica

Alla luce di quanto finora riportato, restano delle domande aperte. Se l’argomento trattato sono le tecniche esecutive degli esercizi in palestra o la fisiologia articolare o l’anatomia funzionale delle attivazioni dei singoli muscoli negli esercizi perché allora usare il termine Biomeccanica?

Non solo non ha senso ma soprattutto confonde le idee e non porta nessun vantaggio a nessuno. Nell’esempio precedente si è mostrato come un processo completo di analisi possa inglobare più tipologie di metodi di indagine. Offrendo la giusta dignità ad ognuno di essi. Non c’è infatti assolutamente nulla di male nel parlare

  • di tecnica degli esercizi con i sovraccarichi o
  • di fisiologia articolare o
  • di anatomia funzionale o
  • di chinesiologia.

Forse è giusto ricordare a tal proposito che Kapandji ha venduto libri in tutto il mondo che si intitolavano “Fisiologia articolare” e “Anatomia funzionale”. Così come Neumann ha venduto libri in tutto il mondo dal titolo “Chinesiologia del sistema muscolo scheletrico”.

Gli operatori del settore delle Scienze Motorie e della salute, così come anche le professioni sanitarie dovrebbero allora cominciare ad approcciarsi al movimento umano cominciando da uno studio chinesiologico che offre senza dubbio informazioni qualitative su quali muscoli, quali ossa e quali articolazioni vengono chiamate in causa in un determinato movimento, approfondendo poi successivamente questa analisi attraverso procedure di valutazione Biomeccanica.

Tra le procedure di valutazione Biomeccanica, l’analisi cinematica risulta essere quella più semplice da capire e applicare. Da parte anche di operatori che non sono avvezzi alle difficoltà della misurazione, per passare poi a misure più complesse di dinamica e statica. Seguendo questo percorso l’operatore riuscirà a partire da ciò che conosce meglio del movimento: il corpo umano e le sue strutture.

Successivamente, con l’aumento delle competenze sarà in grado di portare avanti strategie di valutazione Biomeccanica più complesse, oggettivando in tal maniera aspetti molto specifici della prestazione motoria. L’operatore che infine riuscirà a creare dei collegamenti logici tra l’analisi qualitativa chinesiologica e la valutazione Biomeccanica più specifica, sarà colui che riuscirà realmente a comprendere e analizzare a più livelli il movimento umano.

L’obiettivo di questi due articoli è fare chiarezza su cosa sia la Biomeccanica. E cosa in realtà  spacciato per tale. Prestate attenzione e selezionate con cura le fonti attendibili.

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