Bioenergia positiva nel calcio

Bioenergia positiva nel calcio
25 gennaio 2015

La bioenergia positiva lavora sugli aspetti mentali dell’approccio del ragazzo con gli allenamenti e del rapporto istruttore/atleta. Il tutto all’interno di un range fisiologico, se ci fossero aspetti patologici in qualche singolo giocatore bisognerà affidarsi a psicologi professionisti. Anche la collaborazione con dei professionisti è ben accetta (lavori di mental coaching per aspetti motivazionali e controllo dell’emotività.

LA FISICA DELLA MECCANICA QUANTISTICA

Quantistica

“TUTTA LA MATERIA E’ VIBRAZIONE E LA VIBRAZIONE E’ ENERGIA”  (A. EINSTEIN)

L’uomo è capace di modificare le vibrazioni, quindi le particelle subatomiche che compongono la materia, sia con semplici parole che con pensieri (onde alfa) ed emozioni. Ogni pensiero invia delle increspature attraverso l’universo, proprio come il lancio di un sasso in uno stagno produce delle increspature verso l’esterno.

La verità è che ogni persona è totalmente responsabile del proprio universo. Per secoli ci hanno privato di questa responsabilità e ci hanno fatto credere che il nostro destino fosse già scritto; la fisica moderna dimostra esattamente il contrario.

Ad esempio: Se usciamo di casa e per qualche motivo proviamo delle belle sensazioni tutto ciò che ci accadrà sarà senza dubbio positivo, viceversa se dovessimo scendere di casa nervosi per altri motivi, ci capiteranno situazioni che potrebbero trasformarsi in eventi negativi. Essendo noi una vibrazione di atomi (materia = vibrazione = energia) risulta chiaro che a seconda della frequenza a cui vibriamo ci accordiamo con qualcosa che vibra alla nostra medesima frequenza.

Vista la presentazione della fisica quantistica proviamo a riportare questi concetti nel calcio.

Torniamo al mondiale 2006 vinto dall’Italia: si è creato un “ambiente positivo” dove tutto il gruppo VIBRAVA alla stessa frequenza; questo ha permesso, nei momenti importanti della competizione, di rendere facili determinate cose che solitamente non sarebbero capitate (e che abbiamo sempre considerato come fortuna o sfortuna). Il gol di Fabio Grosso contro la Germania al 119’ della semifinale è emblematico: tiro di prima “a giro” sul palo lungo, palla nell’angolo sfiorata dal portiere. Quante volte quel tiro colpisce il palo ed esce, oppure il portiere sfiora la palla e la mette in corner (1 cm più largo o più stretto ed il pallone non entra). Ecco, queste sono vibrazioni positive che influenzano le situazioni.

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Facciamo un altro esempio più comprensibile (e meno astratto, quindi più credibile) che è sicuramente capitato a chi si trova nel mondo del calcio.

Ci sono stagioni in cui si è in fondo alla classifica e si lotta per salvarsi: quando si gioca contro la prima in classifica capita di fare una bellissima partita ma: pali, traverse, miracoli del portiere… gli avversari calciano in porta una volta ed azzeccano il “tiro della domenica” e vincono 1 a 0 (capitato a tutti, vero?). Alla stessa maniera sarà capitato di essere in testa alla classifica, avere un momento di “appannamento” e subire il gioco degli avversari ma, guardando negli occhi i propri giocatori che hanno un obiettivo comune (stesse vibrazioni) ci si sente invincibili, inattaccabili e quindi capita che il tiro avversario destinato in porta prenda il palo ed esca, mentre un errore avversario o un eurogol di un giocatore possa farci realizzare il gol della vittoria (con gli avversari che uscendo dicono: come fanno ad essere primi, non sono più forti di noi!?).

Ripensando agli anni da calciatori o da allenatori, quando la squadra è in difficoltà siamo sempre “sfortunati” mentre quando le cose vanno bene ci aiuta sempre la “fortuna”.

Bene! Con l’uso della bioenergia positiva vogliamo togliere dalla testa di giocatori, allenatori e dirigenti che la fortuna influisca in maniera determinante su una stagione calcistica.

COSA FARE IN PRATICA PER RAFFORZATIVI POSITIVI

Un esempio banale per avviare l’argomento:

frasi di un mister dopo un dribbling riuscito da un proprio giocatore ed un tiro di collo pieno che esce di poco a tu per tu col portiere:

1 – Ma come si fa a sbagliare quel gol, hai fatto la cosa difficile (dribbling) e poi sbagli davanti alla porta!

2 – Bravo, buono l’uno contro uno! Dopo il dribbling, da solo davanti alla porta piazzala invece di calciare forte, che fai gol!

Sono due frasi che SEMBRANO dire la stessa cosa ma una crea “vibrazioni negative” e quindi calo di autostima; l’altra crea “vibrazioni positive” e stimolo per il miglioramento. Analiziamole nel dettaglio:

FRASE 1

“Ma come si fa a sbagliare quel gol?”: domanda che in quel momento si sta già facendo l’atleta da solo e che non ha una vera risposta. Questa domanda porta vibrazioni negative perché passa il messaggio che la cosa fatta è altamente sbagliata (un’azione che tutti avrebbero concluso positivamente, ma il protagonista NON CE L’HA FATTA)

“Hai fatto la cosa difficile e poi sbagli davanti alla porta”: viene accennato l’aspetto positivo della giocata ma immediatamente viene rimarcato l’errore non dando la possibilità di vivere positivamente la giocata bella. Inoltre non viene dato nessun suggerimento positivo che la volta successiva serva a migliorare la conclusione.

FRASE 2

“Bravo, buono l’uno contro uno”: il ragazzo che è in un momento negativo (errore) e quindi ha già dimenticato di aver fatto una cosa bella, inoltre è arrabbiato con se stesso e con la “sorte” che non gli ha permesso di fare gol; se sente come prima cosa un complimento (vibrazione positiva) si riapre al mondo esterno in maniera positiva.

“Dopo il dribbling, da solo davanti alla porta piazzala invece di calciare forte, che fai gol!”: al momento in cui il ragazzo è tornato positivo si può dare un’indicazione sull’errore: cosa fare la prossima volta quando ci si troverà nella stessa situazione per aumentare la possibilità di conclusione positiva. In questo caso si è dato un rafforzamento positivo ed un suggerimento.

Il ragazzo quando racconterà questa azione passerà questi concetti:

FRASE 1: “Ho sbagliato un gol incredibile da solo davanti al portiere; avevo saltato bene l’uomo e poi ho rovinato tutto”

FRASE 2: “Ho puntato l’ultimo uomo e l’ho saltato secco; peccato non essere stato freddo davanti alla porta, ma la prossima volta faccio gol facile”

Questi sono alcuni concetti utili per valutare un nuovo approccio all’insegnamento del gioco del calcioa livello mentale, motivazionale. Gli stessi concetti possono essere riportati in altri sport ma anche in altri ambiti di vita comune.

photo credit: SkySport

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