Ginnastica Correttiva e catene miofasciali: come, quando intervenire e limiti

Sessione di ginnastica correttiva con due persone. Una persona è sdraiata su un lettino, mentre l'altra esegue un esercizio. Entrambe indossano magliette con il logo di Istituto ATS. Sullo sfondo, c'è una tendina nera e un banner verticale con il logo ATS. Il testo inferiore recita "GINNASTICA CORRETTIVA E CATENE MIOFASCIALI" ed è accompagnato dal logo di ScienzeMototire.com
06 febbraio 2023

Parlando di interventi in ambito di Ginnastica Correttiva e catene muscolari è necessario introdurre il concetto di postura e di cosa essa rappresenta; le definizioni possono essere svariate, ma quella riportata da ATS è sicuramente una delle più complete, perché racchiude al suo interno tutti gli aspetti essenziali per poter svolgere una corretta valutazione.

“La postura è la parte visibile di una serie di adattamenti invisibili ed interni all’organismo che si riassumono come la posizione istantanea del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti anatomici su cui influiscono fattori genetici, psicoemotivi, patologici, traumatici, neurofisiologici, biomeccanici, esperienziali ed ambientali, modificano così il corretto funzionamento dei recettori posturali con conseguente cambiamento degli equilibri del sistema fasciale. Il fine ultimo della postura è il mantenimento dell’equilibrio in condizioni statiche e soprattutto dinamiche, con relativa influenza sull’ergonomia del movimento del corpo verso l’obiettivo prefissato.”

Questa definizione ci offre una visione molto ampia del concetto di postura, influenzata da diversi fattori e relazionata all’equilibrio e all’atteggiamento del soggetto non solo in condizioni statiche, ma anche e soprattutto in dinamica, durante un gesto sportivo o l’attuazione di uno schema motorio.

Conseguente a quanto espresso fino ad ora la postura o l’atteggiamento posturale saranno diversi e soggettivi a seconda delle caratteristiche di ogni persona, perché influenzate dal singolo “vissuto” e da tutti quei fattori precedentemente descritti; quindi come ci ricorda Luca Russo nel suo libro “Biomeccanica”. Non esiste una postura definibile a priori corretta o scorretta. Tuttavia è possibile individuare una serie di allineamenti che rispecchino una determinata “funzionalità posturale” orientata ad assolvere un compito preciso.

L’analisi appena fatta ci offre uno spunto di riflessione per poter ragionare su COME, QUANDO intervenire in materia di Ginnastica Correttiva e quali possono essere i possibili LIMITI (red flag) in questo specifico ambito.

Come

Analizziamo i diversi aspetti da tenere in considerazione quando si parla del COME intervenire e che tipologia di approccio scegliere:

  • Motivazione dell’intervento: si intente la ragione con la quale il soggetto si presenta da voi e fa richiesta di un percorso di Ginnastica Correttiva: squilibrio a livello posturale che causa un’alterazione del gesto sport specifico, mantenimento di un’adeguata funzionalità posturale, risoluzione di una problematica dolorosa (lombalgia), “correzione” in materia di paramorfismi o dismorfismi. A seconda della motivazione e del possibile risultato atteso in base all’intervento il nostro approccio in termine di valutazione, programmazione, frequenza, volume e intensità di lavoro sarà differente.
  • Anamnesi: molto importante per impostare il lavoro è conoscere il soggetto che abbiamo di fronte e fare un’analisi accurata delle sue caratteristiche individuali, come: età, sesso, storia clinica, professione, livello di attività fisica attuale, motivazione dell’analisi. Questa indagine preliminare ci permetterà di conoscere al meglio il cliente e di individualizzare ancora più nel dettaglio il percorso di Ginnastica Correttiva.
  • Inquadramento del soggetto: individuare le caratteristiche del cliente in base al suo livello di attività fisica e alla tipologia di lavoro che svolge ci permette di capire se siamo di fronte ad un soggetto sedentario, un soggetto attivo o uno sportivo.
    Questa analisi ci fornirà un approccio differente sul come poter intervenire e su come modulare il lavoro.
  • Valutazione: la valutazione insieme all’anamnesi sono l’approccio fondamentale per capire come strutturare al meglio l’intervento, la valutazione include al proprio interno: Raccolta dati e analisi osservazionale, test statici (globali e/o analitici), test statico – dinamici (globali e/o analitici), test dinamici. Attraverso questa batteria di test riesco ad avere un quadro completo del soggetto e capire come poter intervenire.
  • Tipologia d’intervento: sulla base dell’anamnesi inziale potremmo inquadrare il cliente nelle varie aree d’intervento: Recupero, Prevenzione o Performance e adattare il lavoro in termini di obiettivi, aspettative, durata, frequenza e possibili risultati tenendo anche in considerazione le caratteristiche del soggetto che abbiamo di fronte: bambino e adolescente, adulto e anziano o persona con disabilità.
  • One to one: Quando si parla di Ginnastica Correttiva si parla sempre di lavoro individualizzato e one to one, l’intervento è personalizzato sulle necessità e gli obiettivi del cliente attraverso sedute individuali con l’operatore, coadiuvate da un lavoro domiciliare, gestito in autonomia, con esercizi già precedentemente provati in seduta.
  • Frequenza: la frequenza delle sedute individuali può variare da un minimo di 1 a un massimo di 3 a settimana a seconda del soggetto che abbiamo di fronte e della tipologia d’intervento che dobbiamo proporre.
    Il ciclo minimo parte da 5 sedute e può arrivare ad un massimo di 10, l’obiettivo è quello di rendere il soggetto autonomo e non dipendente dal vostro intervento, è bene inserire dei follow up al termine del ciclo di sedute per verificare il mantenimento dei risultati raggiunti.

La Review inserita di seguito ci permette di comprendere meglio alcuni elementi del COME intervenire su problematiche di natura posturale.

Quando

Ora indaghiamo le diverse casistiche del QUANDO intervenire e il ruolo diverso che può avere la Ginnastica Correttiva nelle varie fasi del percorso di un soggetto:

  • Acuto o cronico: quando è meglio intervenire nella fase acuta o nella fase cronica? Dipende molto dalla tipologia della problematica, sicuramente è più appropriato lasciar transitare la fase acuta, dando spazio a figure di natura sanitaria come: fisioterapista, medico specialista, per poi concordare un intervento di natura correttiva nella fase sub acuta o nel qual caso cronica del problema.
  • Prevenzione, recupero o performance: si può intervenire in ognuna di queste 3 aree, quando farlo dipende molto da: gli obiettivi o vicissitudini del soggetto, fase dell’anno nella quale ci troviamo ad esempio per uno sportivo, disponibilità di tempo da parte del cliente a seguire le sedute individuali e a svolgere il lavoro domiciliare.
  • Identificazione delle priorità d’intervento. Lavoro in equipe: è importante eseguire una corretta analisi iniziale per identificare le caratteristiche del soggetto, gli eventuali squilibri e la causa delle possibili problematiche. La valutazione ci permetterà di individuare l’approccio migliore per il cliente e eventualmente indirizzarlo verso il professionista più indicato, definendo in maniera chiara la sequenza dei possibili interventi specialistici necessari. Il lavoro in equipe, d’interazione tra i vari professionisti, è fondamentale per ottenere il “benessere” del cliente e raggiungimento dei risultati prefissati.
  • Estetica o funzione: Altro tema che merita un’attenta analisi in ambito di Ginnastica Correttiva è quando intervenire; in situazioni di alterata funzionalità o in caso di modificazione estetica secondo quelli che possono essere considerati come i canoni di “corretta” postura? L’analisi osservazionale evidenzia le possibili dismetrie o asimmetrie dal punto di vista posturale dei diversi segmenti corporei, mentre i test statici o statico – dinamici evidenziano le alterazioni dal punto di vista funzionale. Un approccio all’intervento corretto dovrà tenere in considerazione sia le modificazioni dal punto di vista estetico che le alterazioni dal punto di vista funzionale, non sempre la presenza dell’una include o esclude l’altra. In linea di massima, per quanto già espresso nell’introduzione dell’articolo, si pone sempre maggiore attenzione alle asimmetrie di tipo funzionale.

La review presenta di seguito è la testimonianza di quanto detto sopra, spesso un’alterazione o “mal allineamento” posturale non va di pari passo con il dolore (pain).

Review Ginnastica Correttiva

Limiti

In ultima analisi andremo ad individuare i possibili LIMITI ed eventuali red flag della Ginnastica Correttiva, che ci permetteranno di capire se e quando iniziare, bloccare o interromperlo l’intervento e se gli obiettivi e l’approccio sono perseguili da parte del cliente:

  • Competenze del professionista: Discorso già in parte affrontato nell’identificazione delle priorità d’intervento, è necessaria un’attenta analisi per indirizzare il soggetto dal corretto professionista che lo possa aiutare nella risoluzione della sua problematica. Di conseguenza è molto importante non invadere l’ambito di pertinenza di un altro professionista, ma avere comunque nozioni basi in diversi ambiti, in modo tale da saper consigliare la figura più indicata, nel caso in cui in quella determinata situazione la Ginnastica Correttiva non sia l’approccio necessario o prioritario.
  • Paramorfismo e dismorfismo: Quando si parla di paramorfismi e dismorfismi è fondamentale conoscerne la definizione:
    Paramorfismi: atteggiamenti posturali scorretti che alterano la funzione ma non la struttura, reversibili o parzialmente reversibili.
    Dismorfismi: alterazioni su base strutturale, che comportano un’alterazione anche della funzione, non possono essere corretti.
    È necessario saper indentificare le differenze sostanziali tra le varie alterazioni, in modo da poter preventivare i possibili risultati attesi e rimodulare se necessario le aspettative del soggetto.
  • Adempimento al percorso. Motivazione e kinesiofobia: L’adempimento al percorso da parte del cliente è uno dei limiti della Ginnastica Correttiva nel caso in cui il nostro soggetto abbia scarsa motivazione, non coadiuvi il lavoro con l’operatore con il lavoro domiciliare e pensi che il movimento gli possa in qualche modo aumentare la sua sintomatologia dolorosa (kinesiofobia), possono essere considerati tutti elementi che portano ad un mancato raggiungimento dei risultati previsti.
  • Stile di vita: Lo stile di vita o il mancato cambiamento dello stile di vita da parte dei nostri clienti potrà risultare un limite per il raggiungimento degli obiettivi prefissati in fase di valutazione.
    Ad esempio un soggetto sedentario che svolge un lavoro di ufficio, non fa attività fisica e ha problemi di lombalgia cronica potrà risolvere la sua problematica con un ciclo di sedute di Ginnastica Correttiva, ma molto probabilmente non riuscirà a mantenere nel corso del tempo gli adattamenti ottenuti se non modificherà le sue abitudini diventando una persona attiva.

In conclusione per fornire un approccio professionale in ambito di Ginnastica Correttiva è fondamentale sapere come intervenire, quando intervenire e gli eventuali limiti che la stessa può avere.

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