Ansia nello sport

Di:   Roberto Benis  |  16 Gennaio 2023

L’ansia è definita dagli esperti come un penoso stato di attesa, un’attesa ovviamente apprensiva, nei confronti di un evento negativo che sta per accadere e verso il quale il soggetto si sente indifeso e impotente.

Essa costituisce quindi una reazione di difesa, accompagnata da un aumento della vigilanza e dell’attivazione di alcuni meccanismi fisiologici che predispongono l’organismo alla difesa o all’attacco.

Quando questo meccanismo è mal regolato l’ansia risponde all’evento in modo sproporzionato e assume pertanto le sembianze di un vero disturbo mentale. In questo caso invece che favorire l’adattamento all’ambiente, lo peggiora e rende necessario un intervento terapeutico.

Disturbi dell’ansia

I disturbi dell’ansia sono molto diffusi che si manifestano con una eccessiva preoccupazione per degli eventi banali nelle attività della vita quotidiana: si crea così un clima di attesa incontrollabile e si mostrano spesso fenomeni fisiologici di irrequietezza, irritabilità, disturbi del sonno e della concentrazione, tensione muscolare, nausea ecc.

L’esordio di tali disturbi avviene spesso (più di quanto si pensi) già in età infantile in seguito a eventi stressanti, ma può aggravarsi nel corso degli anni e far perdere tranquillità all’individuo, e negli anni aggravarsi provocando uno stato di tensione permanente con tutto quello che ne può conseguire in termini relazionali e fisici.

Alcuni dati

La percentuale della popolazione colpita da stati ansiosi è maggiore nelle donne e per alcuni si aggirerebbe tra il 4% e il 7% dell’intera popolazione. L’ansia, oltre che danneggiare l’uomo-atleta sia fisicamente che mentalmente, ne limita le sue performance, ne disturba la sua vita affettiva e collettiva, dando spazio a sentimenti ed emozioni negative, e sfociare in un emozione come la paura.

L’ansia, oltre che danneggiare l’uomo-atleta sia fisicamente che mentalmente, ne limita le sue performance, ne disturba la sua vita affettiva e collettiva, dando spazio a sentimenti ed emozioni negative, e sfociare in un emozione come la paura.

È allora possibile definirla come un sentimento molto vicino alla paura o all’angoscia; volendo trovare una differenza con queste ultime, possiamo dire che l’ansia si scatena anche in assenza di un pericolo reale, come ad esempio quando ci troviamo di fronte ad una semplice gara sportiva.

Cosa è l’ansia?

In definitiva l’ansia è un semplice evento emotivo espressione di uno stato mentale e corporeo dell’individuo verso le difficoltà della vita.

Quando una persona si trova quindi a dover affrontare una qualche prova, entra in un leggero stato ansioso e la psiche ed il corpo reagiscono per prepararsi a risolverlo nel miglior modo possibile.

Possiamo definire questa una ansia “moderata” e di durata limitata nel tempo indicativa di un adattamento alla situazione. Ci sono dei riscontri positivi in tutto questo. L’aumento dell’attenzione, della memoria, della tensione muscolare e di altre funzioni (come l’aumento del battito cardiaco) che ne conseguono sono di certo utili rispetto alla situazione da affrontare.

Quando invece -in altre situazioni- questo stato persiste, diventando continuo oppure troppo intenso, si può verificare l’effetto opposto e danneggiare l’esame, la gara sportiva come la performance lavorativa.

Infatti in queste situazioni persona può faticare a ricordare le cose avere difficoltà nell’attenzione, nella concentrazione e sentirsi improvvisamente stanca e incapace di affrontare anche gli eventi più semplici della vita di tutti i giorni.

Si è capito che un moderato livello d’ansia può comportare un giusto grado di attivazione fisiologica, trasformandosi a sua volta in energia positiva utile ai fini della prestazione. E non un aspetto solo negativo un aspetto negativo da eliminare.

Bassa autostima

Una debole autostima, che mi da insicurezza, sono terreno fertile per l’insorgere di una eccessiva ansia pre-prestazione.

Richieste ed aspettative eccessive creano nell’atleta sentimenti negativi, come obiettivi troppo lontani da raggiungere, creano dubbi e preoccupazioni e favoriscono l’insorgere dell’ansia.

La scarsa autostima è l’elemento che incide maggiormente sullo sviluppo di elevati e nocivi livelli d’ansia. Essere sicuri di sé, consci della propria preparazione ecc.. sono fattori che favoriscono l’atleta a mantenere un adeguato livello di tensione favorendo lo stato mentale e permette di incanalare in energia positiva anche livelli d’ansia piuttosto elevati.

Oltre ai sintomi psicologici l’ansia può essere responsabile dell’insorgere di alcune manifestazioni psicosomatiche con insonnia notturna e sonnolenza diurna, inappetenza e irregolarità del processo digestivo, lieve alterazione della temperatura corporea, nausea, vomito e tremori alle gambe variazioni del ritmo cardiaco e cefalee.

Tali manifestazioni psicosomatiche che si verificano nell’atleta man mano che la gara si avvicina, sono provocate dall’aumento degli ormoni surrenalici.

Essi possono dar luogo a sensazioni somatiche allarmanti che rinforzano lo stato di eccitazione emotiva e che sono responsabili di un’ulteriore innescamento dell’attivazione ormonale .E’ in questo modo che si creano in alcuni atleti disturbi somatici ed uno stato emotivo di forte ansietà.

Chiaramente gli effetti indotti dagli ormoni surrenalici, adrenalina e dalla noradrenalina in primis variano a seconda del soggetto e dall’intensità dell’evento ansiogeno.

Cosa fare?

Premesso che dobbiamo capire che maggiore è l’insicurezza degli atleti di fronte alla situazione agonistica, riguardo l’ottenimento di un risultato favorevole, più alta sarà la sindrome ansiosa. il ruolo di chi ruota intorno all’atleta è fondamentale,
Le cause dell’insicurezza degli atleti rispetto alle proprie potenzialità agonistiche o più semplicemente rispetto alla gara in quanto tale, alcune volte, specie per atleti giovani è trasmesso da genitori o allenatori.

La pratica del mental training può aiutare gli atleti nel gestire l’ansia pre-agonistica.

Si usano tecniche cognitive come il self talk, le tecniche di imagery che permettono di rievocare sensazioni positive legate a performance passate, l’uso di una routine pre gare funzionale e efficiente, esercizi respiratori, oppure biofeedback oppure il training autogeno a secondo se l’ansia sia più sul versante cognitivo oppure quello somatico.