Paolo Conforti

PERCORSO:
Paolo Conforti ha sempre voluto fare il medico, fin da piccolissimo, e il suo approccio è sempre stato quello di perseguire il suo obiettivo. Dopo il liceo scientifico è riuscito a entrare nella Facoltà di Medicina di Ferrara e, dopo essersi laureato, ha seguito un percorso post laurea con alcuni professori che lui considera molto influenti per la sua crescita, il Prof. Zamboni e il Prof. Covo. In seguito la sua passione è diventata la medicina dello sport nella quale si è laureato sempre all’Università di Ferrara.

Giacomo Catalani:
“Stai lavorando sulla medicina funzionale e la medicina antiaging, come nasce questa passione e come la proponi?”

Paolo Conforti:
“La medicina funzionale e antiaging sono branche della medicina di derivazione americana che si propongono di andare a intervenire su squilibri organici che stanno alla base di diverse patologie. L’idea di fondo è quella che non possiamo fermare l’invecchiamento, ma sappiamo, per esempio, che la glicazione, il fumo e lo stress ossidativo fanno invecchiare precocemente. Anche l’inattività fisica crea degli adattamenti che fanno invecchiare precocemente.

Possiamo quindi lavorare su queste microbranche che poi compongono l’invecchiamento organico. Possiamo prescrivere l’attività fisica, possiamo valutare con le analisi del sangue se una persona ha una predisposizione genetica verso il diabete o una patologia tiroidea o un deficit recettoriale di qualche ormone. In seguito possiamo andare a incidere su questi aspetti e questo è quello che fa soprattutto la medicina antiaging attraverso integratori o terapie ormonali che vanno a sopperire alle carenze e agli squilibri che si sono venuti a creare.

La medicina funzionale si focalizza sui cosiddetti “disturbi funzionali” manifestati da un soggetto, mettendo il focus sulla causa invece che sul sintomo. Ogni evento, fisiologico o patologico che sia, presenta una componente funzionale che è in grado di potenziare e ottimizzare al fine di ritornare allo stato di equilibrio. La particolarità dell’approccio funzionale è l’attenzione prevalente alla reattività fisiologica e alla capacità di autoregolazione del sistema. L’obiettivo della medicina funzionale è quello di mettere il sistema in condizione di recuperare da solo, compensando tutti quei fattori responsabili dei sintomi.

Il fulcro della medicina funzionale è dunque la conoscenza dei meccanismi fisiologici di regolazione, al fine di individuare rapidamente il giusto protocollo terapeutico per favorire la corretta performance del sistema.”

Giacomo Catalani:
“Qual è il primo approccio con i pazienti?”

Paolo Conforti:
“Una parte importante del mio lavoro è insegnare ai pazienti a leggere le etichette. È impressionante vedere quanto zucchero è presente in tanti dei cibi che vengono acquistati al supermercato e sapere che in molti non sono consapevoli di cosa significhi. Perché c’è tutto questo zucchero? Semplice, per favorirne l’acquisto. Lo zucchero invia al cervello segnali positivi che portano a secernere dopamina, l’ormone del piacere e serotonina, l’ormone della tranquillità.

Possiamo parlare di una vera e propria droga e infatti in molti stati si stanno facendo leggi per regolamentare la presenza di zucchero nel cibo. C’è voluto tanto tempo, ma adesso inizia a essere abbastanza chiaro a tutti la grande correlazione tra gli zuccheri e tante problematiche cardiovascolari.”

Giacomo Catalani:
“Come lavori dal punto di vista del network?”

Paolo Conforti:
“Io collaboro da anni con l’accademia del fitness e quindi con il Dott. Spattini. Lui ha sempre spinto per creare network e quindi mettere insieme diverse figure professionali, ma in grado di parlare tutte la stessa lingua. È importante infatti che ogni professionista mantenga intatta la propria specificità, ma è altrettanto importante che un team di lavoro sia in grado di interagire e quindi ognuno deve sapere bene quali sono i confini di azione propri e degli altri.

Troppo spesso, soprattutto nella gestione di team sportivi, le parole del medico sportivo possono non coincidere con quanto dice il fisioterapista, che a sua volta non ha una chiara linea in comune con il preparatore. Questo porta tanta confusione negli atleti che si trovano a dover seguire indicazioni a volte addirittura contrastanti e quindi il lavoro, e soprattutto i risultati, sono faticosi da perseguire.

Io credo che parlare tutti la stessa lingua sia fondamentale. Io devo sapere dove è il mio confine ma essere anche consapevole, almeno in parte, degli effetti del lavoro dei miei colleghi e collaboratori. Da questo punto di vista, insieme al Dott. Spattini stiamo facendo, secondo me, un lavoro egregio in cui al centro c’è sempre il dialogo e la volontà di apprendere senza sosta anche dal lavoro altrui.”

Giacomo Catalani:
“Quant’è importante l’esercizio fisico?”

Paolo Conforti:
“Fondamentale. Siamo una popolazione che tende sempre più a essere ipoattiva e questo si ripercuote senza sconti sulla qualità della vita. Soprattutto da noi la prima risposta ai problemi di peso è quasi sempre la dieta. Da altre parti, giustamente, una persona che si ritrova ad affrontare quel genere di problemi reagisce andando a comprarsi un paio di scarpette.

Il problema della poca attività fisica sta diventando sempre più importante e sempre più precoce. I bambini escono sempre meno, giocano sempre di più ai videogiochi e si alimentano sempre peggio. Questo sta portando addirittura a riscontrare anche su persone normopeso gli stessi problemi che sono tipici invece degli obesi. Questo perché succede che ci siano persone con una percentuale bassissima di muscoli dovuta al fatto di fare poca o nessuna attività.”

 

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