Tiziano Gemelli

PERCORSO:
Tiziano Gemelli è laureato magistrale in Tecniche dello Sport e gestione delle Attività Motorie e Sportive presso l’Università di Pavia. Atleta di livello internazionale vanta la partecipazione alla Olimpiadi di Los Angeles e ai Campionati del Mondo di Atletica Leggera. Tiziano Gemelli è stato più volte campione italiano dei 400 m e della staffetta 4×400.

Tiziano Gemelli è responsabile unico della preparazione fisica del Cus Pavia (atletica leggera, rugby, volley, scherma, tiro con l’arco). Dal 2009 è docente a contratto presso l’Università di Pavia dei seguenti corsi universitari: atletica leggera, metodologia dell’allenamento, valutazione dell’atleta, tecnica e preparazione fisica dell’atleta, teoria e metodologia dell’allenamento al corso magistrale. Presso la Scuola di Fitness delle Scienze Motorie è docente del corso professionalizzante da preparatore atletico.

Giacomo Catalani:
“Qual è stata la tua esperienza come preparatore fisico?”

Tiziano Gemelli:
“È iniziata durante un incontro con il direttore tecnico del Cus Pavia e da lì ci siamo focalizzati sulla velocità, per atleti che correvano fino ai 400 m. Abbiamo iniziato a preparare la formazione e la programmazione della struttura. Poi da lì, visto che le cose che andavano bene, ho iniziato con il rugby di cui mi sono davvero innamorato.

Il rugby è una disciplina che possiede insieme le caratteristiche di 4 sport. Un preparatore fisico di rugby deve conoscere l’atletica, la pesistica, la ginnastica, la boxe e per finire il rugby. È fondamentale conoscere tutte queste caratteristiche per poter lavorare bene.

In seguito abbiamo iniziato a lavorare anche sulla pallavolo, con l’obiettivo di formare delle ragazze molto giovani che sono partite dalla serie D e sono arrivate alla serie C ottenendo dei miglioramenti davvero eccezionali. Abbiamo lavorato moltissimo su una programmazione basata sulla pliometria che ha portato le ragazze in primis a non avere quasi mai infortuni e a ottenere miglioramenti eclatanti. Alcune all’inizio avevano uno stacco di massimo 40 cm e sono arrivate a saltare anche 1,20 m.

Giacomo Catalani:
“Cosa pensi del problema del doping nello sport?”

Tiziano Gemelli:
“Essendo stato allievo del professor Donati la mia formazione è fortemente contraria a qualunque utilizzo di sostanze in grado di alterare le prestazioni. La costruzione di un ciclista, per esempio, non deve essere rivolta solamente all’esasperazione dell’integrazione. Mi riferisco a quel tipo di atleti che vanno in Svizzera prendere l’efedrina o a prendere l’eritroproietina o altri prodotti che aumentano i livelli di ematocrito.

Il problema è che questo approccio si riverbera poi anche sulla massa. Stessa cosa può accadere in palestra e soprattutto nel mondo del bodybulding dove sappiamo benissimo che certe strutture fisiche sono frutto soprattutto dell’utilizzo di ormoni. Alla base c’è l’idea del “tutto e subito” che è poi quella che porta molti atleti a surrogare la fatica e la costanza con dei prodotti chimici.

Per questo motivo dobbiamo strutturare a livello sociale e culturale una mentalità diversa. Nonostante le leggi e interventi sempre più forti di repressione i risultati non sono abbastanza. Bisogna quindi fare cultura sportiva vera, a partire dai ragazzi più giovani che sempre più hanno problemi di movimento anche seri e sempre più presenti su ogni fascia di età.”

Giacomo Catalani:
“Per quanto riguarda l’allenamento della forza su cosa state lavorando?”

Tiziano Gemelli:
“Abbiamo sviluppato con alcuni studenti dei lavori importanti utilizzando diverse metodologie. Per esempio abbiamo fatto delle ricerche su un gruppo di non atleti donne che abbiamo fatto esercitare sul bosu in posizioni di disequilibrio sia monopodalico che bipodalico. Abbiamo dimostrato che la forza esplosiva delle donne, anche in sovrappeso, sottoposte a questo tipo di attività, aumentava in relazione con una diminuzione della massa magra.

Un altro tipo di lavoro che abbiamo fatto recentemente è stato quello con le pedane di forza con il push up, piegamento delle braccia in determinate condizioni in isometrico. Questo ci ha permesso di notare che programmando l’allenamento isometrico possiamo creare più forza in assoluto.”

Giacomo Catalani:
“Quant’è importante per essere un buon insegnante avere una conoscenza pratica dello sport?”

Tiziano Gemelli:
“Ritengo sia determinante. È difficile riuscire a insegnare in corsi, che alla fine durano meno di 30 ore, senza poter inserire una parte pratica importante. Per fare un esempio, io appena posso porto i ragazzi sul campo a sperimentare su sé stessi, sulle proprie gambe, cosa significa avere le gambe “piene” dopo aver fatto i 400 m. Quando la mattina successiva arrivano e dicono di avere le gambe doloranti è un momento importante in cui è più facile fare cultura e insegnare ai ragazzi la teoria con la concretezza della prova sul campo.

In questo senso è molto importante coordinare il piano di insegnamento anche con gli altri professori, in modo da poter affrontare certi argomenti sia a livello teorico che pratico, nei momenti giusti. Se, per esempio, so che a metà ottobre i ragazzi saranno alle prese con lo studio degli arti inferiori, l’apparato osteo articolare, dopo 15 giorni io mi occuperò di fargli vedere come e quando si devono fare gli squat.”

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