Simone Lorieri

PERCORSO:
Simone Lorieri ha iniziato il suo percorso ottenendo la laurea in Scienze Motorie presso l’Universita di Pisa, con una tesi di laurea dedicata a “L’allenamento Funzionale applicato al gioco del Calcio”. Ha proseguito poi conseguendo un master in ” Fisioterapia Sportiva”, discutendo una tesi su ” Il ruolo del core nelle arti marziali”.

Grazie a questi studi Simone Lorieri ha ottenuto la certificazione di Terapista di Taping Neuromuscolare e bendaggio funzionale rilasciato dal Dott. David Blow. In seguito ha ottenuto altre specializzazioni tra cui quella con il C.O.N.I come Operatore Tecnico di Massaggio Generale e Sportivo.

Parallelamente agli studi universitari Simone è diventato Personal Trainer Certified e Allenatore di Pesi e Cultura Fisica con la FIPCF (l’attuale F.I.P.E.). Nel 2009 ha frequentato, presso la Federazione Italiana Nuoto, il corso di Assistente Bagnanti per piscina e mare, ottenendone il brevetto. Simone Lorieri non ha mai smesso di formarsi e negli anni ha continuato a conseguire moltissime certificazioni come Functional Trainer, TRX Trainer Certified rilasciato dalla Fitness Anywhere, TRX Medical Trainer seguito poi dalla certificazione di Trigger Point Therapy Trainer Certified.

Non è finita qui, Simone Lorieri oggi è anche Master in Sport Performance e Master in Functional Recovery. Nel corso degli anni ha perfezionato alcune sue competenze specifiche come su tecniche all’avanguardia di Hypetrophy e Slimming Training, mirati al potenziamento, crescita muscolare e dimagrimento. Tra le tante attività Simone si è appassionato anche al Crossfit per il quale ha ottenuto prima la certificazione di Crossfit Trainer Level 1 Certified e poi successivamente quella di Crossfit Gymnastic Trainer Certified, Crossfit Football Trainer Certified.

Giacomo Catalani:
“Cosa pensi del lavoro individuale?”

Simone Lorieri:
“Questo è un tasto che mi tocca particolarmente. Penso che per aumentare la qualità di una squadra si debba prima di tutto innalzare il livello qualitativo di singoli calciatori e questo passa innanzitutto dal miglioramento della condizione atletica. Ogni atleta, ognuno di noi, è diverso e ha esigenze specifiche, sia dal punto di vista della prevenzione che da quello delle capacità aerobiche o della forza esplosiva.

In questo senso non siamo in molti a insistere sull’esigenza di fare un lavoro individuale inserito nelle dinamiche di squadra. Che si tratti di recupero o di condizionamento atletico è decisivo poter lavorare sugli atleti in modo specifico, per poter rispondere a quelle esigenze solo sue che non sempre possono trovare riscontro nell’allenamento della squadra.”

Giacomo Catalani:
“Come contatti gli atleti con cui poi lavori?”

Simone Lorieri:
“Molti ovviamente si avvicinano per il passaparola, grazie al fatto che ho lavorato con molti atleti e per fortuna ho sempre ricevuto feedback molto positivi. Personalmente ho un sito dedicato alla mia attività e uso molto Instagram, uno strumento che mi mette in contatto con tantissime persone e che mi permette di far emergere la qualità del mio lavoro e l’approccio con cui lo faccio.

Inoltre ho una rubrica su “Nuovo calcio” dove ho il mio spazio per parlare di preparazione atletica legata al calcio e anche grazie a questa visibilità riesco ad avere dei contatti continui con atleti che vogliono dedicare del tempo al lavoro individualizzato e che trovano in me un professionista dedicato proprio a questo.”

Giacomo Catalani:
“Hai mai avuto problemi con le dinamiche di lavoro?”

Simone Lorieri:
“Non dovrebbero esserci perché dovrebbe essere sempre presente un dialogo costruttivo tra tutti i professionisti coinvolti nell’allenamento degli atleti. Purtroppo però non sempre c’è questo dialogo.

Partiamo con il dire che secondo me una delle prime cause che può portare a un infortunio è il cambio di squadra o il cambio di staff tecnico all’interno della squadra dove milita il giocatore, quindi è fondamentale che chi ha il compito di occuparsi di prevenzione e condizionamento possa sapere con più precisione possibile tutto lo storico di ogni calciatore.

In questo senso la figura di un preparatore individuale può essere quel collante, quell’interfaccia tra l’atleta e gli staff, che, come detto, cambiano anche più volte in pochi anni, che permette ai preparatori atletici di poter lavorare con la massima consapevolezza e agli atleti di avere la serenità di potersi allenare senza il timore di fare qualcosa di sbagliato per il proprio fisico.”

Giacomo Catalani:
“Hai fatto delle esperienze negli Stati Uniti e anche in giro per l’Europa, cosa ne hai tratto?”

Simone Lorieri:
“Negli Stati Uniti ho avuto contatto con il mondo del football americano e ho avuto modo di vedere come vengono gestiti gli allenamenti, come vengono testati gli atleti e soprattutto come lavorano in palestra.

In Germania e Spagna mi sono occupato di Crossfit football, ovvero la metodologia del crossfit applicata al calcio e a tutti quegli sport situazionali in cui ci sono molti cambi di direzione. Queste esperienze mi hanno aiutato molto, sia per il lavoro in palestra che per il lavoro sul campo.”

Giacomo Catalani:
“Quali sono gli strumenti a cui ti affidi maggiormente per preparare gli atleti?”

Simone Lorieri:
“Secondo me il primo strumento che un buon preparatore deve utilizzare bene è l’occhiometro. In base all’aspetto su cui devo lavorare gli strumenti cambiano. Nella parte iniziale dell’allenamento utilizzo molto il foam roller applicato alla mobilità. Utilizzo molto anche i classici rx, manubri ecc., l’importante è che il lavoro sia sempre funzionale al gesto. La differenza comunque la fa sempre la differenziazione tra il tipo di lavoro che si fa sul campo e quello che si fa in palestra.”

Giacomo Catalani:
“Come lavori sulla parte recovery?”

Simone Lorieri:
“Quello della recovery è un momento delicato e bisogna sempre ricordarlo. Quando siamo dentro a questo ambito significa che l’atleta ha alle spalle un lavoro importante oppure viene da un infortunio e deve recuperare al 100%. C’è una parte di recupero attivo che solitamente si fa anche in piscina, lavorando su volumi ridotti dove è importante gestire bene l’intensità del lavoro.

Per quanto riguarda il lavoro preventivo invece tutto è compreso. Può essere preventivo il lavoro sulla forza o sulla mobilità, dipende tutto da quale gesto motorio vogliamo massimizzare. Si prevengono gli infortuni se ci si muove bene, se sappiamo reclutare bene i muscoli e se riusciamo a stimolare i muscoli senza fargli fare troppo fatica.”

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