Pier Luigi Rossi

Giacomo Catalani:
“Come è iniziato il tuo percorso?”

Pier Luigi Rossi:
“Ho iniziato quando ero piccolo e mi chiedevo “ma quello che io sto mangiando, il cibo che sto introducendo con questa mano dal piatto alla bocca, entra dentro di me e dove va a finire?”. Mi ha sempre incuriosito il viaggio del cibo all’interno dell’organismo.

Mi sono iscritto a medicina e ho fatto tutti gli esami. Mia mamma mi voleva far diventare cardiologo, ma io volevo conoscere la biochimica, la fisiologia, la scienza dell’alimentazione. Volevo capire il destino del cibo. Come è andata a finire? Ho studiato Scienza dell’Alimentazione.

Ho 45 anni di attività professionale come medico e devo dire che ho vissuto in questo periodo l’evoluzione della scienza dell’alimentazione. È passata da cenerentola a principessa della scienza medica e oggi nessun settore medico può fare a meno della scienza dell’alimentazione. Per me è stata una grande soddisfazione.

Ho sempre avuto la passione per la scienza dell’alimentazione, che mi ha fatto soffrire e mi ha fatto esaltare, come tutte le passioni. Le passioni sono caratterizzate da due sentimenti, la sofferenza e l’amore. L’amore verso la materia che mi interessava, studiare e applicare. La sofferenza era l’incomprensione che ho vissuto in tutti questi anni da parte dei medici e del mondo accademico perché non era valutato appieno il ruolo e l’importanza della scienza dell’alimentazione per la determinazione della salute.”

Giacomo Catalani:
“Come ci stiamo muovendo nell’ambito della consapevolezza alimentare?”

Pier Luigi Rossi:
“Siamo completamente dissociati, nel senso che non riusciamo a vedere quel viaggio del cibo dentro di noi. Non lo conosciamo e occorre recuperarne la conoscenza. Tutto questo mondo, questo caos creativo biochimico e fisiologico che abbiamo dentro di noi è generato dal cibo che mangiamo ogni giorno o dall’aria che respiriamo. Per esempio l’ossigeno è il principale nutriente, ma il gossip dietetico (oggi dominante) non tratta questo argomento perché l’ossigeno non c’è sulla tavola, non c’è negli alimenti, se non in composizione con altre sostanze.

Noi possiamo morire senza acqua e senza cibo dopo 36 o 58 giorni, ma dopo due minuti senza ossigeno noi non esistiamo più. L’ossigeno è il principale nutriente che ci divide tra la vita e la morte. Se noi pensassimo questo e conoscessimo che siamo una grande formula biochimica generata dal cibo e dall’aria che respiriamo allora ci fermeremo e cominceremo a pensare.

Mangiare è pensare ma siccome oggi non si pensa più e tutti quanti camminiamo senza pensare, noi non vediamo l’importanza dell’alimentazione e della respirazione. Quindi siamo dissociati.”

Giacomo Catalani:
“Cosa pensi della divulgazione della scienza alimentare oggi?”

Pier Luigi Rossi:
“Tutti possono parlare di alimentazione, questo è il limite. Ognuno è libero, l’importante è parlare con coscienza. Se ancora mi racconti che questo cibo non si può mangiare perché ha 5 calorie più di quest’altro cibo, ti saluto e ti considero dell’800. Uno può decidere dove stare, se nell’ottocento o nel 2000 oppure del futuro.

Pensate a un altro esempio. Il rosso del pomodoro è licopene (carotenoide) che è un modulatore genetico. Quindi quando noi mangiamo il pomodoro quella molecola entra dentro le cellule e va ad agire sul DNA, sul nostro patrimonio genetico. L’azione del cibo e delle molecole alimentari sul DNA si chiama genomica nutrizionale. Siamo nei primi secondi di un mondo che durerà secoli.

La divulgazione della scienza in Italia? Non esiste o quasi. Io non vado in emittenti nazionali perché dobbiamo dire cose nuove, concetti nuovi e introdurre contenuti nuovi. Se invece si deve fare il teatrino dell’alimentazione, con persone varie che hanno una conoscenza secondo me limitata della scienza dell’alimentazione, si accomodi qualcuno, io non ci vado.”

Giacomo Catalani:
“Cosa pensi dell’integrazione alimentare?”

Pier Luigi Rossi:
“Questo è un argomento delicato e importante però bisogna partire da una riflessione. Noi stiamo assistendo a una perdita progressiva della fertilità della terra, perché questa terra è stata fortemente spinta alla produzione. La presenza dei batteri del microbiota all’interno della terra è diminuita quindi abbiamo un mondo diverso e per poter far sì che il cibo nasca da questa occorre rafforzarla.

Con cosa possiamo farlo? Con dei fertilizzanti, quindi la chimica compensa la diminuita fertilità della terra, ma è un intervento artificiale. Il cibo che nasce su una terra ridotta nella sua fertilità avrà un potere nutrizionale ridotto. E allora come si compensa questa minore proprietà nutrizionale? Con gli integratori. Fertilizzanti sulla terra, integratori per il genere umano o per gli animali.

Vogliamo fermarci o vogliamo continuare in questo modo? Possiamo anche continuare così però la dissociazione tra la produzione agroalimentare, la tecnologia e il corpo, che è rimasto quello dell’età della pietra, continuerà ad ampliarsi.

Questo scenario è qui davanti a noi quindi occorre riflettere sul modello agroalimentare, sulla tecnologia, sulla commercializzazione e vedere la salute. Oggi domina la medicina della sintomatologia per cui se hai un sintomo ti do una compressa, hai un altro sintomo ti do un’altra compressa. Noi curiamo i sintomi però questa si chiama medicina della sintomatologia, significa una enorme espansione della produzione anche farmaceutica però noi non guardiamo mai e ci trasformiamo in consumatori a vita di farmaci.
Occorre passare dalla medicina della sintomatologia alla medicina della consapevolezza.“

Sito Professionale di Pier Luigi Rossi

 

 

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