Paola Zamparo

PERCORSO:
Paola Zamparo si è laureata in Biologia all’Università di Trieste nel 1987; ha lavorato per circa 20 anni nell’ambito della Fisiologia dell’Esercizio presso l’Università di Udine dove ha conosciuto Pietro Enrico di Prampero che lei ha sempre considerato il suo più grande maestro, capace di insegnare l’etica e la morale della ricerca oltre che i contenuti.

Attualmente è professore associato di Biomeccanica all’Università di Verona. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Manchester Metropolitan University (UK) ed è autrice di più di 70 pubblicazioni in riviste internazionali peer-reviewed. Il suo principale ambito d’interesse riguarda l’interazione tra la biomeccanica e l’energetica della locomozione umana: i. e. come i determinanti meccanici delle attività cicliche sportive (come ciclismo, nuoto e corsa) influenzano le loro risposte fisiologiche.

Giacomo Catalani:
“Quanto incide l’incontro con grandi maestri come Di Prampero?”

Paola Zamparo:
“È sicuramente molto importante, ma non è facile incontrare persone straordinarie e allo stesso così disponibili come Di Prampero. Quando si ha la fortuna di farlo credo bisogna accorgersi subito di quello che sta accadendo e attaccarsi come una cozza a queste persone meravigliose, per imparare più possibile e andare avanti alla grande.

Io mi son trovata lì davvero per caso, ma sicuramente i ragazzi giovani devono scegliere con grande attenzione le persone con cui andranno a lavorare in modo da trovarsi in un ambiente e al fianco di persone che possano permettere di crescere giorno dopo giorno.”

Giacomo Catalani:
“Che caratteristiche dovrebbe avere un percorso di Scienze Motorie?”

Paola Zamparo:
“Io mi occupo soprattutto di materia di base, pongo l’accento su quelle competenze di base sulle quali poi si possono inserire altri aspetti più professionalizzanti.  Mi occupo dei primi anni del percorso dove si deve imparare bene cosa sono anatomia, fisiologia, biochimica e biomeccanica, argomenti che poi saranno fondamentali per inserire con cognizione tutti gli altri aspetti più pratici che uno scienziato motorio deve possedere.

Penso sia importante utilizzare sempre più spesso supporti mediali per l’insegnamento. Per esempio io sto usando moltissimo i video per spiegare e dimostrare, con strumenti vicini agli studenti, anche gli argomenti che solitamente siamo abituati a studiare solamente attraverso i libri.

Sicuramente ritengo molto importante scegliere un percorso in cui ci sia la certezza che i temi che stanno alla base di tutto ciò che verrà affrontato nel corso di tutta la propria carriera accademica e professionale saranno sviluppati con la massima attenzione. Costruire delle ottime basi rende tutto più semplice e permette di poter fare delle scelte in maniera più consapevole.”

Giacomo Catalani:
“Oltre a Di Prampero hai altri mentori che puoi menzionare?”

Paola Zamparo:
“Si, due. Il primo è un professore che vive negli Stati Uniti e si chiama Pendergast. Lui lavorava in un centro in cui si occupava di fisiologia ambientale e ho avuto la fortuna di poter collaborare con lui, una persona speciale che mi ha insegnato moltissimo.

L’altro è il Dott. Alberto Minetti che è stato il mio tutor per il mio dottorato in Inghilterra. A quel tempo lavorava con Narco Narici a Manchester. Alberto è una persona deliziosa, intelligente e capace. Ho davvero imparato molto da lui.”

Giacomo Catalani:
“Quanto è stata importante la tua esperienza internazionale?”

Paola Zamparo:
“Ho iniziato ad andare negli Stati Uniti per fare esperimenti che riguardavano il nuoto. Sono stata molto in Russia per fare ricerca sugli astronauti mentre Di Prampero faceva lo stesso negli Stati Uniti, alla Nasa. È stata un’esperienza stupenda, poter lavorare con persone che vengono da tutte la parti del mondo, ma con questo interesse comune che è il desiderio di comprendere le cose è davvero bellissimo.

In Inghilterra sono stata grazie ad Alberto Minetti, per il dottorato. Un’esperienza illuminante perché da quelle parti le scienze dello sport e dell’esercizio sono considerate qualcosa di molto importante e utile. In tv ci sono Talk Show molto popolari che parlano di questo e le persone che si occupano di questo sono molto considerate. In Italia molto spesso invece chi si occupa di questo sono solo gli insegnanti di ginnastica.”

Giacomo Catalani:
“Cosa puoi dirci della tua esperienza con il mondo del nuoto?”

Paola Zamparo:
“Per prima cosa devo ammettere che non so nuotare. Fondamentalmente non sono interessata tanto al nuoto quanto all’ambiente acquatico in generale e come muovercisi comporti delle ulteriori difficoltà rispetto alla terra e all’aria. Praticamente i temi del famoso libro “La Locuzione Umana” e di molte ricerche di Di Prampero.

Mi interesso di locuzione umana in acqua, in particolare del rapporto tra la meccanica e l’energetica, due facce della stessa medaglia al cui centro c’è l’efficienza del movimento che è ciò che mi interessa maggiormente. Voglio capire come trasformare l’energia metabolica in lavoro meccanico in modo efficiente. Nel nuoto questo aspetto è determinante.”

Giacomo Catalani:
“Quali sono le caratteristiche degli studenti che poi “riescono” nella vita?”

Paola Zamparo:
“Molti degli studenti più bravi ci sfruttano per imparare. Ci sfruttano per crearsi un mestiere dopo l’università. Alcuni studenti hanno messo da poco in piedi società per fare analisi del movimento e valutazioni funzionali, per esempio nel campo del ciclismo. L’importante è costruirsi delle basi solide e avere tanta voglia di impegnarsi e di sfruttare le conoscenze che vengono dall’università per sviluppare progetti propri.

Non è facile ma io noto che chi ha passione vera e riesce a impegnarsi con costanza alla fine ottiene risultati e si costruisce spesso una vita soddisfacente e piena di stimoli.”

 

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