La Biomeccanica del Ciclista

Di:   ScienzeMotorie  |  28 Novembre 2016

Un’Opportunità per le Scienze Motorie

Cos’è la biomeccanica nello sport?

La biomeccanica è lo studio della struttura e della funzione dei sistemi biologici attraverso i metodi della meccanica (Hatze, J Biomech 1974)

La biomeccanica è quel settore delle scienze dello sport che applica le leggi della meccanica alla prestazione umana (Sureshbabu, BR J Sports Med 2010)

Chi è il biomeccanico?

Sfatiamo un mito, il biomeccanico è una figura professionale che non esiste. La biomeccanica appunto è una scienza che si relaziona con varie figure professionali come ingegneri biomedici, fisiatri, fisioterapisti, osteopati, preparatori atletici, podologi, ortopedici ecc.

Cos’è la biomeccanica applicata al ciclismo?

La scienza del movimento umano applicata a un mezzo meccanico: la bicicletta.
L’essere umano si adatta sulla bicicletta. La biomeccanica applicata al ciclismo studia la relazione che c’è tra i punti d’appoggio della bicicletta (sella, pedali, manubrio) e l’applicazione della forza che produce il nostro corpo durante il gesto della pedalata.

Qual è il fine della visita biomeccanica applicata al ciclismo?

Quello di ottimizzare al meglio il gesto della pedalata. Per fare questo bisogna raggiungere questi obiettivi a fine visita:

1- Diminuire il rischio di infortunio nel ciclista.

Quanto può essere importante questo tipo di lavoro?

Qualche dato statistico:
Si sono osservati nei camp di allenamento 7 squadre professioniste e intervistati 109 su 116 ciclisti (94%) sui ricorrenti infortuni avuti dagli atleti nei precedenti 2 mesi.
Sono stati registrati in totale 94 infortuni; il 45% con dolori alla schiena e il 23% con dolori al ginocchio.
Il dolore avvertito nella zona posteriore della schiena è stato l’infortunio più ricorrente mentre l’infortunio al ginocchio ha causato una perdita di tempo d’allenamento, maggior intervento da parte dell’equipe medica e comunque maggiori menomazioni funzionali. (Di: B. Clarsen, T.Krosshaug e R. Bahr Indagine eseguita presso il Centro di Ricerca di Medicina Sportiva Norvegian School of Sports Sciences, Oslo, Norway Da AJSM Sept 16, 2010, Vol XX, No X)

2- Migliorare il costo energetico della pedalata

3- Migliorare l’aereodinamica sul mezzo

Come si svolge la visita per raggiungere questi obiettivi?

1. Intervista iniziale

Serve per capire come il ciclista si approccia alla bicicletta. Per capire qual’è il suo modello di prestazione, la posizione in bici dipende anche da quanto e com’è un atleta si allena. Serve per avere uno storico di tutti gli infortuni avuti e per conoscere quali sono le problematiche che riscontra maggiormente.

2. Valutazione funzionale posturale

Vengono valutati in maniera funzionale al ciclismo tutti i muscoli e le articolazioni che partecipano al gesto della pedalata. La valutazione funzionale è uno strumento fondamentale per capire come impostare il posizionamento in bici. Serve anche per capire come impostare un programma di esercizi di ginnastica correttiva per migliorare l’allungamento delle catene muscolari, migliorare la stabilità del ginocchio ad esempio, migliorare il controllo della muscolatura ecc.

Non si pedala solo con le misure ma con tutto il corpo, infatti se i nostri muscoli sono scoordinati e lavorano male le misure ci possono aiutare solo in parte.

Non esiste un protocollo standard per valutare l’atleta, bisogna seguire le informazioni che ci vengono date nell’intervista iniziale, per avere un punto di partenza. Dopodiché l’operatore deve utilizzare tutti i test necessari per avere un quadro chiaro della situazione.

3. La Video Analisi

Uno strumento molto valido che, se fatto in maniera precisa, ci da delle ottime indicazioni per sapere come lavorano le nostre articolazioni in bicicletta. Una ricerca scientifica molto interessante sulla video analisidimostra la validità della metodica in relazione al Vicon (strumento leader per la biomeccanica), per quanto riguarda l’analisi di movimenti sul piano sagittale. Specialmente per uno sport come il ciclismo l’analisi video permette di confrontare i vari cambiamenti che si possono effettuare al mezzo.

La bicicletta è uno sport a catena cinetica chiusa. La video analisi mi permette di capire come lavorano le catene cinetiche e di conseguenza capire su quali parametri lavorare per renderle più aperte o più chiuse in base alle caratteristiche del soggetto.

Piccolo esempio

Nel “prima” si nota come il soggetto pedala con una sella molto alta ed arretrata. Il che può portare a problematiche a livello delle ginocchia e della schiena.

Nel “dopo” il soggetto è più centrato sulla pedalata e la sua schiena è molto più rilassata.

Gli angoli sono semplicemente un punto di riferimento, per capire se i punti critici che abbiamo trovato durante la valutazione funzionale vengono migliorati.

Punti di repere:

• stiloide ulnare

• epicondilo omerale

• acromion

• ala iliaca

• grande trocantere

• emirima ileo-tibiale

• malleolo laterale

• 5°metatarso

• centro asse del pedale

Cosa valutare:

-Punto morto inferiore (valutazione degli angoli, su cui ci basiamo per le nostre modifiche di telaio nel caso in cui il paziente/atleta abbia una postura in sella scorretta)
-Pedivella a 90° (arretramento sella figura sulla destra)

Angoli da valutare:

– Angolo caviglia (120°-130°) è possibile modificare questa misura variando l’altezza sella e posizione delle tacchette.

-A. Popliteo (140°-150°) è possibile modificare questa misura variando l’altezza sella e posizione tacchette.

-A. Anca (130°-140°) è possibile modificare questa misura variando la lunghezza della pipetta, gli spessori sotto il manubrio, l’arretramento sella, l’altezza sella e la lunghezza della pedivella.

-A. Lombare (130°-) è possibile modificare questa misura variando la lunghezza della pipetta, gli spessori sotto il manubrio, l’arretramento sella.

-A. Ascellare (85°-90°) è possibile modificare questa misura variando la lunghezza della pipetta, gli spessori sotto il manubrio, l’arretramento sella.

-A. Gomito (155°-165°) è possibile modificare questa misura variando la lunghezza della pipetta, gli spessori sotto il manubrio.

Ogni atleta pedala con i suoi angoli. La differenza nella valutazione la fa l’esecuzione del punto 2 (valutazione funzionale posturale), non esistono quindi dei parametri fissi per pedalare in bicicletta.

4. Esercizi

A fine visita vengono rilasciati pochi esercizi che hanno la funzione di riequilibrare il nostro organismo per raggiungere una postura sempre meno aggravante per il nostro apparato locomotore.

Ad esempio se il ciclista ha pochissimo equilibrio dovuto da uno scarso controllo della muscolatura del tronco. Il Problema non può essere risolto con le misure. Ma l’esercizio correttivo mirato eseguito da un professionista permetterà di risolvere il problema. Per questo ancora una volta le scienze motorie ricoprono un ruolo fondamentale in questo lavoro.

5. Visite di controllo

Serve per valutare eventuali cambiamenti. Se c’è ne bisogno cambiare alcune misure e modificare gli esercizi.

Allora chi dovrebbe svolgere la visita biomeccanica in ambito ciclistico ?

Un esperto del movimento in grado di avere conoscenze di base che riguardano anatomia, fisiologia articolare, posturologia e biomeccanica dello sport. Un esperto in grado di collaborare con altre figure professionali che si occupano di biomeccanica, in modo tale da avere un linguaggio comune. Ed essere in grado di indirizzarlo ad altri specialistici qualora ce ne fosse bisogno.

La figura più qualificata per tutto questo è sicuramente un dottore nelle scienze motorie. Naturalmente deve avere una buona esperienza in ambito ciclistico. Ma la base delle scienze motorie è fondamentale. Ad esempio non si può valutare il movimento di un articolazione come un ginocchio se non si conoscono le strutture ed il funzionamento di esso.

Poi l’esperienza senza dubbio è importantissima ma facciamo un paragone molto semplice: se una persona si è fatta otturare 10 carie ai denti, oppure ha intrapreso diverse cause legali o nella più sfortunata delle ipotesi ha avuto un cancro, sicuramente non è in grado di fare ne il dentista, ne l’avvocato, ne l’oncologo.
Questo paragone mi serve semplicemente per dire che l’operatore deve avere esperienza con il sostegno di una forte base teorica.

“La pratica senza la teoria è cieca, ma la teoria senza la pratica è muta” A. Einstein