L’Importanza dell’Addominale Trasverso in Condizioni di Instabilità

Di:   ScienzeMotorie  |  27 Maggio 2016

Il concetto di core stability si è molto evoluto negli ultimi anni, passando da una definizione minimistica che comprendeva soltanto i muscoli addominali ad una più estesa che comprende tutti i muscoli del complesso addomino-lombo-pelvico.

Il core a oggi è definito come il centro delle cinque catene cinetiche muscolari e prevede una muscolatura profonda, che ha l’obiettivo di stabilizzare rachide e pelvi (comprende trasverso addominale, multifido, obliqui interni, diaframma e muscoli pelvici) e una muscolatura esterna, che ha l’obiettivo di gestire i movimenti degli arti e sopportare gravità e carichi esterni (retto addominale, obliqui esterni, erettore della colonna e quadrato dei lombi).

Una core stability forte è il prerequisito fondamentale per consentire alla nostra colonna vertebrale di muoversi in completa sicurezza e mantenere facilmente una postura corretta.

Movimento e postura sono legati tra loro da una relazione di equilibrio dinamico in continuo mutamento e il core è il nostro motore centrale, in quanto coinvolto nell’equilibrio posturale offrendo una solida base di appoggio. L’attivazione pre-programmata o anticipatoria dei muscoli del core agevola l’instaurarsi di aggiustamenti posturali e l’assunzione di una posizione più consona del corpo per affrontare gli squilibri creati dalle forze di qualsiasi tipo di movimento, come ad esempio correre, saltare, lanciare.

Si comprende quindi l’importanza biomeccanica della stabilità del rachide e del bacino in qualsiasi movimento della nostra giornata.

All’interno di questa visione ci siamo chiesti quale sia il ruolo del muscolo più profondo, l’addominale trasverso in questo sottile gioco di equilibri.

La sua attivazione è davvero così fondamentale o il resto della muscolatura del core può supplire al suo ruolo?

Il muscolo trasverso addominale costituisce la parte più profonda della parete antero-laterale dell’addome. La sua azione principale è quella di comprimere i visceri e abbassare, portando medialmente, le coste. Ha un ruolo di sostegno e produzione di forza e determina un restringimento della cintura addominale, dando un vantaggio estetico nel contenimento del ventre. Non ultimo, l’addominale trasverso ha un ruolo fondamentale nel mantenimento della postura, infatti la sua contrazione determina un aumento della pressione addominale, necessaria per sopportare le forze agenti sulla colonna vertebrale durante determinati esercizi. Questa azione stabilizzatrice si espleta attraverso uno stato di “tenuta” spesso involontario, che crea di riflesso una leggera compressione assiale a livello delle articolazioni intervertebrali, limitando in questo modo le forze di scivolamento tra i piani vertebrali e conferendo stabilità su tutti i piani di movimento.

Gli ultimi studi in letteratura sottolineano l’importanza del corretto tempismo di contrazione di questo muscolo nella stabilizzazione del tratto lombare e nella prevenzione della lombalgia, perché si ritiene che esso stabilizzi in modo attivo la regione lombo-pelvica, comprima i visceri durante il torchio addominale, impedisca la protrusione della parete addominale e intervenga in modo indipendente su ogni gesto articolare. La capacità di aumentare la stiffness dell’intera colonna vertebrale e di controllare in tenuta il trasverso dell’addome consente di gestire meglio i cedimenti e le forze di taglio che incorrono sotto carico e durante un movimento delle articolazioni intervertebrali, inducendo così un aumento della stabilità articolare.

A sostegno di quanto riportato, più di un articolo in letteratura conferma che l’attivazione dell’addominale trasverso sia direttamente proporzionale al grado di instabilità del soggetto in esame, a prescindere dalla sua posizione (seduto, sdraiato..) andando a confermare che maggiore sia l’attivazione richiesta del core maggiore sarà l’importanza di un intervento del trasverso addominale.

L’uso di superfici instabili aiuta a sfidare il sistema di controllo motorio, ad aumentare la velocità di contrazione, l’intensità e l’attività muscolare a livello degli stabilizzatori della colonna e a reclutare il trasverso addominale.

Uno studio scientifico del 2015 (5) ha valutato l’attivazione di traverso e obliqui interni, misurati tramite ecografia, durante l’esecuzione della plank su diverse superfici stabili e non (come ad esempio tavolette propriocettive, fit ball…). Il trasverso addominale e gli obliqui interni hanno mostrato un grado di attivazione maggiore in proporzione al grado di instabilità proposto. L’attivazione maggiore del trasverso è stata riscontrata nelle condizioni in cui l’instabilità partisse dagli arti inferiori (fit ball sotto i piedi). Gli autori hanno concluso affermando che il trasverso contribuisce alla stabilità del rachide a livello lombo-sacrale.

Saliba et al. (6) tramite uno studio effettuato su cinquantuno soggetti confermano che all’aumentare dell’instabilità del soggetto durante l’esercizio aumenterà proporzionalmente anche l’attivazione della muscolatura profonda ottenuta, in particolare dell’addominale trasverso. Lo studio prevedeva l’esecuzione del ponte su una superficie stabile e non (p<0,05).

Anche Nagai in uno studio di quest’anno (2016) conferma un attivazione maggiore del trasverso proporzionalmente con l’utilizzo di superfici instabili nella posizione seduta (7).

Dagli articoli analizzati si evince che l’addominale trasverso influenza in modo attivo la stabilità del corsetto addomino-lombare. In particolare la sua attivazione cresce all’aumentare dell’instabilità. Nonostante ciò, è bene ricordare che nessun muscolo da solo è in grado di gestire la stabilità corporea e la postura.

Un lavoro sinergico ed eutonico di tutti i muscoli del core deve essere l’obiettivo da perseguire, senza dimenticare i muscoli più profondi. Nella prevenzione e nel trattamento di alcune problematiche della colonna vertebrale si deve scegliere, in primo luogo, la tipologia dell’esercizio più adatta a creare una situazione di benessere antalgico del soggetto per poi rafforzare sia muscolatura superficiale che quella profonda in modo attivo e specifico.


Si ringrazia per l’aiuto nella ricerca bibliografica la Dr.ssa Alice Casagrande

Bibliografia:

  1. Sangwan S, Physio M, Green RA, Taylor NF, Characteristics of Stabilizer Muscles: A Systematic Review, Physiother Can. 2014 Fall, 66(4): 348–358.

  2. Key J ‘The core’: understanding it, and retraining its dysfunction, J Bodyw Mov Ther. 2013 Oct;17(4):541-59.

  3. Martinelli E, Banducci V, Del Gaudio E, Prosperini V, Core stability e sport, Chinesiologia n. 2 / 2010, 24-27.

  4. Kapanji

  5. Do Y, Yoo W, Comparison of the thicknesses of the transversus abdominis and internal abdominal obliques during plank exercises on different support surfaces, J Phys Ther Sci., 2015 Jan, 27(1): 169–170.

  6. Saliba SA, Croy T, Guthrie R, Grooms D, Weltman A, Grindstaff TL, Differences in Transverse Abdominis Activation with Stable and Unstable Bridging Exercises in Individuals with Low Back Pain, N Am J Sports Phys Ther., 2010 Jun, 5(2): 63–73.

  7. Nagai H1, Akasaka K2, Otsudo T2, Sawada Y3, Okubo Y2. Deep abdominal muscle thickness measured under sitting conditions during different stability tasks. J Phys Ther Sci. 2016 Mar;28(3):900-5.