Sport Tecnico Combinatori, Quando per Vincere Bisogna Convincere

Di:   Luisa Righetti  |  1 Marzo 2017

La classificazione e differenziazione delle discipline sportive prevede la categoria degli “Sport Tecnico-compositori con valutazione qualitativa della forma”.

Le Discipline Tecnico Combinatorie

Sono definite tecnico combinatorie tutte le discipline caratterizzate da attività in cui il risultato e il fine dipendono dalla combinazione di diversi movimenti tra loro legati e dall’esecuzione e combinazione di gesti di crescente complessità col procedere della maturità tecnica” (Rampinini 1982) .

Gli sport tecnico combinatori sono tutte quelle discipline che hanno alla loro base la tecnica, la precisione, l’economicità del gesto e la riduzione massima degli errori.

Molte delle discipline che ne fanno parte sono rappresentate ai Giochi Olimpici estivi e invernali, altre, che non sono olimpiche, partecipano ai World Games e altre ancora hanno una diffusione meno globale.

Le discipline sportive Tecnico Combinatorie possono essere raggruppate in base agli ambienti nei quali si svolgono: a terra, in acqua, sul ghiaccio, in aria e con l’impiego di animali.

Nell’ambiente terra troviamo tutti i settori della Ginnastica e la Danza Sportiva, in acqua i settori Tuffi e Nuoto Sincronizzato, sul ghiaccio tutta la famiglia degli sport olimpici invernali coreografici, in aria l’attività molto particolare di Paracadutismo Sportivo Acrobatico e infine anche discipline tecnico-compositorie a cavallo quali il Dressage e il Vaulting.

In tutti questi casi il risultato della gara dipende dalla valutazione di una giuria. La particolarità di questa valutazione sta nel fatto che oltre ad essere tecnica è anche una valutazione estetica e coreografica. Per questa ragione, la competizione è legata sia alla complessità dei gesti combinati che all’esecuzione fluida, elegante, spettacolare, coinvolgente e precisa di figure, spesso eseguite su brani musicali di diverso tipo a seconda della disciplina svolta.

La Coreografia

Il termine coreografia, di origine greca e composto dalle parole choréia (danza) e graphè (scrittura), indica l’arte di comporre successioni di movimenti descrivendo le figure e la disposizione nello spazio scenico di singoli e gruppi. Tali figure sono armonizzate con il ritmo, la musica e i vari elementi dello spettacolo. Nel tempo il termine è giunto a indicare qualsiasi movimento ritmico collettivo e non, con cui si voglia realizzare un’impressione di ordine estetico sul pubblico.

Obiettivo della coreografia è la ricerca di una perfetta relazione tra tecnica ed espressività.

Nelle discipline sportive che prevedono la realizzazione di una coreografia, la composizione di un esercizio è un momento fondamentale perché i criteri di costruzione e i contenuti tecnici determineranno il risultato finale, insieme alla corretta esecuzione. È un momento di creatività che prevede la scelta della musica, laddove è utilizzata, l’impostazione dello stile che si vuole evidenziare, la migliore interpretazione della musica attraverso il movimento, la ricerca di collegamenti originali, lo studio delle direzioni ; inoltre deve essere anche un momento di razionale inserimento di difficoltà e di movimenti complessi che faranno risaltare la qualità e la preparazione tecnica dell’atleta.

Bisogna specificare che il senso della coreografia in ambito sportivo è molto diverso rispetto alla coreografia nella danza. In termini sportivi, la coreografia non è solo fruizione d’arte ma è oggetto di valutazione. Le performances non devono solo catturare l’attenzione dello spettatore, generare emozioni e di conseguenza applausi; devono colpire una giuria in modo tale da poterle consentire di esprimere un giudizio, attraverso un voto, da cui poi sarà stilata una classifica e decretato un vincitore.

Per vincere bisogna “convincere”. I sistemi valutativi cercano sempre più di utilizzare parametri quantitativi per misurare aspetti qualitativi; ciononostante, la creatività, l’originalità e la capacità di emozionare sono temi decisamente legati al filtro della soggettività; sono aspetti poco misurabili oggettivamente e quindi legati ad un “giudizio” personale più che ad una “valutazione” condivisibile da tutti.

Vale più la “Nona” di Beethoven o le “Quattro Stagioni” di Vivaldi, la “Gioconda” di Leonardo da Vinci oppure i “Girasoli” di Van Gogh?

Conclusioni

L’articolo vuole essere in parte una provocazione. Lascia intendere che una parte del risultato in questi sport, anche se minima, resta ancora frutto di soggettività… pertanto elemento di imprevedibilità per chi si accinge a studiare e applicare nel dettaglio una preparazione complessiva dell’allenamento!

Siamo abituati a pensare all’allenamento come scienza… quindi prevalentemente oggettivo. Mentre in questi sport l’allenamento e la prestazione sono anche “arte”, quindi afferenti alla sfera personale ed emozionale di chi costruisce e allena, di chi esegue e di chi ha il difficile compito di giudicare una prestazione!


Bibliografia:

1. AA.VV.: “Enciclopedia illustrata dello sport.”Fabbri Ed. , Milano 2001

2. Scotton C.: “Classificazione tecnica delle Specialità Sportive .” , Calzetti Mariucci Ed., Perugia 2003

3. Scotton C.: “Tecnica sportiva, Forma e Valutazione del Movimento” , 79 9-12-2008 SdS

4. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli.