L’Umano: Animale Motorio alla Ricerca della Felicità

Di:   Luisa Righetti  |  13 Ottobre 2016

Si può abbracciare il dualismo, concezione filosofica che per spiegare l’universo si appella a due principi opposti e irriducibili, oppure il monismo, dottrina filosofica che riconduce a un unico principio, la molteplicità, solo apparente, dell’esperienza. Nella visione dualistica l’individuo è costituito da sostanze materiali e sostanze spirituali, in quella monistica l’individuo è un tutt’uno con gli altri e con l’universo.

In entrambi i casi non si può prescindere dalla consapevolezza di sé, e la coscienza di sé passa attraverso la percezione. Quindi siamo perché abbiamo la consapevolezza di esserlo e questa coscienza arriva dalla percezione che ognuno ha di se stesso e dell’ambiente. Siamo energia visibile e invisibile, in ogni caso percepibile. Siamo fatti di materia viva che agisce e interagisce, trasformiamo energia per tutte le nostre espressioni.

Gran parte dell’attività cerebrale è impegnata in attività che riguardano la percezione, l’analisi e l’effettuazione: processi che sono funzionali al movimento. La macchina psico-fisica-emozionale è una macchina esperienziale, pertanto la sua efficienza e integrità è importante per effettuare esperienze illimitate.

Siamo costantemente e dinamicamente intenti alla soddisfazione e all’appagamento dei nostri obiettivi e questo ci rende felici. Si può dire che la felicità si ottiene attraverso la fisicità in quanto espressione di sensi e movimento. Mantenere efficiente l’animale motorio in tutte le sfere della sua unicità, significa contribuire al raggiungimento dei nostri sogni attraverso comportamenti, logiche e stati d’animo che siano i più opportuni per il proprio modo di essere e per la nostra realizzazione.

Se ci limitiamo alla sola percezione perdiamo una parte del piacere. Muovere, operare, spostarsi: trasformare le decisioni in azioni concrete. Vivere facendo azioni quotidiane che appagano le proprie inclinazioni e scoprire via via la propria essenza per proseguire questo assecondamento: agire, fare, muoversi in perfetta sintonia e sincronia con se stessi. Stare bene, benessere, wellness per gli anglosassoni!

Per realizzare questa condizione non ci si può accontentare del naturale equilibrio generale dell’organismo coincidente con l’assenza di malattie, poiché un concetto di salute “statica” non ci soddisfa pienamente. La capacità di adattamento autonomo, che nell’uomo coincide con le risposte biologiche in grado di ripristinare le alterazioni degli equilibri, manca di consapevolezza e dinamicità evolutiva.

Il concetto di salute attiva, o dinamica, o wellness va oltre l’assenza di patologie e corrisponde al pieno benessere psico-fisico-sociale: uno “stato di grazia”.

Quali sono gli aspetti che contribuiscono al raggiungimento di questo stato?

Uno di questi è l’igiene personale e la salubrità degli ambienti che frequentiamo.
– Un altro aspetto riguarda l’energia che otteniamo attraverso un’alimentazione equilibrata quantitativamente e qualitativamente.
– Il tempo dedicato al sonno e al riposo secondo le necessità naturali individuali è altrettanto importante.
– Svolgere attività fisica regolarmente.
– Avere opportunità di apprendimento e lavoro nonché libertà di espressione.
– Disponibilità e uso gratificante di tempo libero nonché soddisfacenti relazioni interpersonali.
– Rifiuto quanto più possibile dell’uso di sostanze tossiche.

Liberi di essere felici!


Bibliografia:

1. www.giovannichetta.it Esercizio fisico: principi base L’importanza vitale della corretta attività fisica oggi.

2. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli.

3. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli.